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mercoledì 24 giugno 2015

Consigli di bellezza: PuroBio Cosmetics

Oggi voglio parlarvi di una linea di cosmetici totalmente naturali: la PuroBio Cosmetics.
L'ho scoperta circa un mesetto fa e ne sono rimasta subito molto affascinata. Innanzitutto questa linea di prodotti è priva di tutti quei componenti che aborro, quindi, e cito dal volantino che ho in mano, "NO ai siliconi, NO ai petrolati, NO ai parabeni, senza conservanti sintetici, senza glutine e nickel tested". Un'altra cosa che mi ha colpito di questa linea è che si basa soprattutto sulle matite. Io uso molto le matite nel trucco. Le uso come ombretti, perché non amo gli ombretti in polvere in quanto seccano la pelle. Le uso spesso come eyeliner, perché il 99% degli eyeliner classici presenti in commercio mi fa lacrimare gli occhi. Mi è capitato talvolta di usarle anche come rossetto, perché ovviamente hanno una tenuta migliore di rossetti e lipgloss.
Della PuroBio Cosmetics ho provato le matite eyeliner e i matitoni ombretto di vari colori, e mi trovo benissimo: le uso tutti i giorni e grazie alla loro texture morbidissima, data dai vari oli vegetali che la compongono, non irritano i miei occhi estremamente delicati. I prezzi sono concorrenziali poiché le matite eyeliner costano € 5,90, mentre i matitoni ombretto vengono € 7,90. Ma ciò che più adoro in assoluto è il mascara: ne ho comprati tre. Per il nero ho preso il "Glorious" che dà volume alle ciglia ed intensifica lo sguardo. Mentre dell' "Impeccable", che col suo scovolino uncinato incurva ed allunga incredibilmente le ciglia, ho acquistato sia il marrone, che sebbene non dia quasi colore alle ciglia, le separa e dona uno splendido effetto allungante; e il blu elettrico, bello quanto i mascara blu delle migliori marche di cosmetici francesi, con la differenza che questo, essendo privo di tutti quegli ingredienti dannosi che ho citato prima, non fa lacrimare gli occhi. Il costo dei vari mascara è di €9,90.
Vi sono anche il correttore in matitone, il fondotinta "arricchito di principi attivi anti-age" (cito nuovamente dal volantino), la cipria in polvere, la matita lipliner, il matitone rossetto "con vitamina E antietà e preziosi oli vegetali" che "idrata e protegge le labbra", che mi riprometto di provare al più presto. O se li provate prima voi, fatemi sapere come vi siete trovate. Ma sono sicura che vi troverete benissimo perché io ne sono già una grandissima fan.
Au revoir, mes amis! ;-)

venerdì 19 giugno 2015

Shopping compulsivo - parte 1a

Io adoro. Adoro. Adoro. Adoro comprare creme, trucchi, integratori e tutto ciò che può rendermi più bella. Non per niente soffro di shopping compulsivo in questo senso. E ne sono felice. Perché il mio shopping compulsivo di bellezza mi gratifica, e non poco.
Vado sempre nelle mie due erboristerie di fiducia, scambio quattro chiacchiere con le mie due erboriste preferite, discorriamo amabilmente di cosmetici, integratori e di qualsiasi prodotto mi possa interessare; io sono molto esigente e abilissima nel far capire cosa voglio, loro sono bravissime nel consigliarmi sempre il prodotto giusto; io esco felice dalle erboristerie, sempre soddisfatta dei miei acquisti, certa di aver speso benissimo i miei soldi, e appagata dalla piacevole chiacchierata; e sono sicura che anche le due erboriste sono felici di avermi come cliente. E il bello è che non mi pento mai di aver comprato ciò che ho comprato. Ma sembro un lupo famelico in questo senso. E sento sempre il bisogno di acquistare e testare prodotti nuovi sulla mia pelle. Le mie erboriste lo sanno: sono particolarmente fissata con la cura della pelle, quindi esigo prodotti dal forte potere antiossidante, ricchi di vitamina C, acido ialuronico e olio di borragine. E devono essere totalmente privi di parabeni, petrolati, PEG, SLES, etc. Perché non posso negare che l'utilizzo esclusivo di cosmetici naturali e "ripuliti" ha giovato enormemente alla mia pelle. Nei prossimi post spesso condividerò con voi i segreti dei miei acquisti: qualità, resa, prezzi. Vi chiedo solo una cortesia: anche se vi accorgerete che compro sempre molte cose e costose, non giudicatemi male. Lo shopping compulsivo e questo blog sono semplicemente i miei modi per vivere tranquilla e serena. Mi tengono la testa impegnata e mi danno entrambi parecchie soddisfazioni. Quindi non vedo perché dovrei cambiare.
Au revoir, mes amis! ;-)

giovedì 18 giugno 2015

Maturità 2015 - prima prova scritta

Bellissime le tracce della prima prova scritta della maturità 2015! Se fossi una maturanda, non avrei saputo quale scegliere. Eccovi i titoli.
Ok, l'avrete capito: sono commissaria d'esame, membro esterno per la precisione, e persino vicepresidente. E dopo ben ventun'anni sono tornata alle origini: ovvero al liceo dove io stesso mi sono diplomata. Credevo che avrei provato chissà quale emozione; e invece no. È come se il tempo non fosse mai trascorso. È come se fossi rimasta lì tutti questi anni. Lo stesso edificio, gli stessi insegnanti, gli stessi tecnici.
Io non ricordo gli scritti della mia maturità. Non so quali fossero le tracce dei temi, né tanto meno quale io abbia svolto. Ricordo poi che la seconda prova scritta era di latino, ma ignoro l'autore e l'argomento della versione. Ricordo invece molto nitidamente l'orale. Ma non l'ho mai sognato negli anni seguenti, come so che invece a molti succede.
Ciò che ricordo degli scritti sono le sensazioni da me provate. Le tracce dei temi non mi piacevano e di sicuro le ho trovate ostiche. Al contrario, quando stamattina ho visto gli argomenti da trattare mi si è illuminato il volto. C'era davvero l'imbarazzo della scelta.
La tipologia A, l'analisi del testo, era su "Il Sentiero dei Nidi di Ragno" di Italo Calvino: niente di più facile! Calvino è un autore sicuramente conosciuto ed amato dagli studenti di ogni generazione. Io personalmente me ne sono innamorata alle elementari, quando il maestro ci leggeva i racconti di "Marcovaldo". Mentre avevo letto "Il Sentiero dei Nidi di Ragno" alla fine della quarta ginnasio (per chi non lo sapesse, era il primo anno del Liceo Classico) e mi era piaciuto tantissimo. 
La tipologia B, la redazione di un saggio breve o articolo di giornale, prevedeva argomenti interessanti nei quattro ambiti proposti. L'argomento dell'ambito artistico-letterario era "la letteratura come esperienza di vita", in cui si partiva da una citazione dell'Inferno dantesco per arrivare alle opinioni, sull'arte e sulla letteratura, di nomi illustri quali Borges e Todorov. Non mi dispiacerebbe provare a svolgere questo tema nel blog; magari nelle prossime settimane, finita la maturità, quando avrò finalmente più tempo e lucidità per pensare ed elaborare. 
L'ambito socio-economico trattava invece "le competenze del cittadino nella vita economica e sociale" del ventunesimo secolo: un tema sicuramente molto interessante, chiaramente attuale, ma personalmente non l'avrei svolto, perché non avrei saputo trovare sufficienti argomenti per l'approfondimento. 
Il Mediterraneo e l'importante ruolo geopolitico che da sempre ricopre era l'argomento dell'ambito storico-politico. Ecco, sarebbe stato opportuno per me evitare un tema del genere: troppo ricco di spunti, sarei risultata prolissa. 
Ma il tema dell'ambito tecnico-scientifico, quello sì che era il mio. Perché siamo costantemente connessi, ad internet e con il mondo intero. Ed io per prima. Fra gli altri motivi, ho creato questo blog per stressare meno i miei amici su whatsapp. Perché sono sempre online. E ho bisogno di compagnia continua. Compagnia che ora ho grazie a voi lettori virtuali, che con la vostra presenza e pazienza nel continuare a seguirmi, riempite piacevolmente gli spazi vuoti della mia vita. E ve ne sono grata.
Tornando alle tipologie, c'era poi la C, il tema di argomento storico: la Resistenza. Permettetemi, leggermente scontato, ma non per questo meno sentito, e le parole che ci si possono spendere al riguardo non sono mai troppe.
Infine, last but not least, per la tipologia D, il tema di ordine generale, c'era una bellissima considerazione del premio Nobel per la pace 2014, Malala Yousafzai. E questo è un tema caro non soltanto agli insegnanti, ma a chiunque. Perché l'istruzione DEVE essere un diritto inderogabile per tutti, nessuno escluso. Mi riservo di approfondire quanto prima questo argomento, e per ora vi saluto. Ci vediamo al prossimo post. 
Au revoir, mes amis! ;-)

domenica 14 giugno 2015

La maledizione del serpente a tre teste

Ultimamente sento parlare spesso di bipolarismo. Ogni volta che qualcuno manifesta una stranezza nel comportamento, viene subito etichettato come bipolare. Ma cos'è realmente il bipolarismo? Non basta avere una doppia faccia e nemmeno una doppia vita segreta per meritare l'appellativo di bipolare. Il bipolarismo è un disturbo psichico riconosciuto, per cui a stati di euforia eccessiva e deliri di onnipotenza, si alternano momenti di depressione totale (considerati i sintomi, mi sono chiesta se forse io stessa soffro di bipolarismo...).
Alla luce di quanto appena detto, trovo sbagliato definire qualcuno bipolare solo perché ha comportamenti differenti a seconda delle persone e degli ambienti che frequenta. Tra l'altro, alcuni di loro dovrebbero dirsi tripolari o quadripolari poiché le maschere che indossano sono sicuramente più di due. Nel dubbio, ho coniato per questa tipologia di persone, senza neanche starci a pensare troppo, l'epiteto di "serpente a tre teste". Serpente perché sono persone estremamente viscide; tre teste perché le loro maschere sono appunto più di due. Questa espressione è anche volutamente evocativa a livello mitologico in quanto, a mio parere, i mostri mitologici sono i più spaventosi in assoluto. Ed è doveroso temere i serpenti a tre teste, perché girano liberi tra la gente, abilissimi nel non farsi riconoscere; e se disgraziatamente ci puntano come prede, si insinuano nelle nostre menti e nelle nostre vite con fare suadente, ci succhiano linfa vitale e riescono persino a farsi dire grazie. Quindi sarebbe opportuno imparare a riconoscerli e, una volta individuati, starne bene alla larga.
Io ne ho conosciuti più di uno; e nonostante ormai ne "fiuti l'odore di marcio" a distanza, sono restia a lasciarli perdere da subito. E per i primi tempi mi lascio sedurre dal loro fascino di facciata, ma appena mi accorgo che il gioco inizia a diventare pericoloso, che rischio di rimanere intrappolata nella loro ragnatela, porto la situazione all'estremo, sputando loro in faccia il mio disappunto, e perché no, anche disprezzo, per i loro modi egoisti e superficiali.
In questo modo il serpente a tre teste, infastidito dallo smascheramento, disgustato dalla rivelazione delle sue stesse bugie a cui preferisce continuare a credere, ed incapace di affrontare uno scontro diretto, si allontana; ed io sono finalmente salva. Un atteggiamento leggermente masochista, penserete voi. Forse sì. Ma non so resistere a questo tipo di sfide. Un po' come chi fa sport estremi. E ognuno è libero di scegliere il tipo di rischio che vuole correre.
Ma come si fa a capire quando una persona apparentemente normale è in realtà un serpente a tre teste? Io ne ho incontrati almeno cinque nella mia vita, uomini e donne; e ho riscontrato che presentano alcune caratteristiche comuni fra loro. Innanzitutto hanno la classica aria da bravo ragazzo/brava ragazza; impossibile sospettare di loro a prima vista. E spesso sono aiutati da un visino da bimbo/a, quasi angelico. Poi ci tengono a precisare di essere persone equilibrate. E questa è la prima cosa davvero sospetta. Perché fare un'affermazione del genere non richiesta? Io non vado in giro dicendo di essere sana di mente. Anche perché sinceramente non credo di esserlo... Ma nonostante il loro conclamato equilibrio, alzano immediatamente la voce, e possono arrivare addirittura a perdere il controllo, se posti in una situazione di forte stress emotivo. In realtà ciò che i serpenti a tre teste giudicano "forte stress emotivo", viene giudicato dai più un vero e proprio nonnulla: una domanda non gradita ad esempio, o una banale richiesta di conferme, eccetera. Questi serpentelli tricapiti (ho appena creato un neologismo graziosissimo e ne vado fiera) sono di norma perfetti in ambito lavorativo, iper efficienti e ammirati da tutti per questo. Spesso ricoprono persino cariche importanti. E vivono per il lavoro. Lavorano un sacco di ore e non trovano mai un momento libero per se stessi né per gli altri. Sembra che lavorino solo loro. E adorano vantarsi dicendo cose del tipo: "non ho mai il tempo di andare al bar. Io lavoro", "ceno sempre tardissimo. Io lavoro", "Non posso fidanzarmi al momento. Ho problemi sul lavoro", "non sono sicuro di poterti vedere martedì. Perché di solito il martedì è il giorno che mi mandano in trasferta di lavoro", poi parlando del più e del meno viene fuori che lo scorso martedì sono andati ad un compleanno, due martedì fa sono andati a cena a casa di amici per distrarsi, il martedì spesso escono con gli amici sposati perché è l'unico giorno della settimana in cui le mogli li lasciano liberi... E se fai loro notare che in parte sono scuse, che non hanno interesse per te o che forse vedono un'altra donna, non negano, perché non amano mentire spudoratamente; semplicemente, con aria calmissima e sguardo stupefatto, si limitano ad esclamare, senza troppa enfasi: "Tu sei pazza". Esatto! Perché non hanno altre argomentazioni. E ti insinuano nella testa il dubbio che forse sei pazza davvero, che dai ascolto ad un'immaginazione troppo fervida. Quando trovi poi il coraggio di troncare una relazione tanto malata, vedi finalmente tutto con lucidità e scopri che i tuoi sospetti erano fondati. E gli amici a cui racconti tutto ti guardano con aria incredula, chiedendoti come hai fatto a non prenderne coscienza prima. 
Ci sono altre tre costanti fondamentali per smascherare questa tipologia di persone:
1) la loro infanzia infelice, reale o presunta che sia, in cui sono stati vittime di padri violenti, alcolizzati, madri disinteressate o peggio ancora dispotiche. Da qui il susseguirsi di tristi vicissitudini nell'arco della loro vita e la conseguente non-voglia di prendere un qualsiasi tipo di impegno. Non parlo solo di fidanzamenti o matrimoni. Per loro persino organizzare una serata al cinema può diventare un impegno gravoso e fonte di stress, perché non vogliono vincoli con nessuno, nel caso in cui decidessero di vedere altre persone quella stessa sera o di restare a casa davanti alla tv perché troppo stanchi per uscire. 
2) i soldi: sono la cosa più importante per questi viscidi rettili, anche se affermano l'esatto contrario. Ma preferiscono usare quelli degli altri e tenersi i propri in tasca. I serpenti tricapiti non si innamorano mai, ma sono disposti ad accasarsi e metter su famiglia se trovano qualcuno più benestante di loro e soprattutto disposto a viziarli in tutto e per tutto. 
3) la pigrizia ed il narcisismo che ne consegue: nonostante lavorino come dei dannati, oziano perennemente quando sono a casa. Nei giorni festivi sono soliti dormire fino all'ora di pranzo ed eventualmente anche al pomeriggio. Sono narcisi perché amano sentirsi fare i complimenti, ma talmente pigri da non ricambiare la cortesia. Sono così pigri e narcisi che talvolta preferiscono l'auto-erotismo ad un rapporto a due. Questo non significa che non hanno mai nessun/a partner. Al contrario, ciò che conta è la loro libido, non importa se condivisa con altri o se autogestita. A questo proposito ringrazio il mio amico Jordan di Londra, per avermi aperto gli occhi. 
Nonostante tutto ciò, è normale restare intrappolati nella rete dei serpenti a tre teste, perché esercitano sugli altri lo stesso fascino tipico dei vampiri. Cercate però di essere abbastanza forti da staccarvene prima che sia troppo tardi. È per questo che parlo di "maledizione del serpente a tre teste", perché una volta nella morsa è quasi impossibile uscirne. E anche quando se ne è usciti, è facilissimo ricaderci. Loro non ci cercheranno, perché sanno benissimo che saremo noi a tornare. E al primo passo falso ci accoglieranno nuovamente a braccia aperte. Pronti a ricominciare il loro gioco perverso. State attenti, perché sono dei manipolatori inconsapevoli, convinti di avere un comportamento irreprensibile, e questo li rende ancora più potenti e pericolosi, perché ci convincono della loro buona fede e continuiamo a dare loro tutto ciò che vogliono, sia da un punto di vista affettivo che materiale.
E non sperate di poterli sconfiggere, perché non hanno nessun punto debole. L'unica cosa che vi resta da fare dopo averli fiutati è scappare a gambe levate.
Au revoir, mes amis! ;-)

martedì 2 giugno 2015

Aspettando ancora il Dottore

I miei più cari amici sono i lettori più fedeli di questo blog. Non si perdono un post e, dopo averli letti, mi dicono sempre le loro impressioni. Il post che ho pubblicato ieri su Doctor Who, che ritenevo più sobrio dei miei precedenti ed ero perciò convinta che non avrebbe potuto dare adito alle solite dissertazioni, è stato invece oggetto di discussione viva tra me e i miei amici fans del Dottore.
Prima ancora di leggere il post, Vittoria ha subito esclamato: "C'è un solo Dottore". Sapevo già a chi si riferiva, ma ho voluto averne conferma, e le ho chiesto: "Quale?". "Matt Smith! Secondo me è il dottore come tutti se l'erano sempre immaginato!", è stata la sua risposta. Non sono stata a precisare che in realtà Matt Smith non ha ricevuto un consenso unanime in quanto ritenuto da alcuni troppo giovane per il ruolo; inoltre non tutti hanno gradito che il suo Dottore fosse troppo coinvolto in questioni amorose. La verità è che Smith è probabilmente anche il mio preferito. Se ieri ho affermato di essere indecisa tra lui e Tennant, è semplicemente perché le puntate con Tennant mi piacciono moltissimo. Ma se mi metto ad analizzare esclusivamente il Dottore senza prestare attenzione a ciò che gli sta intorno, allora sì, scelgo senza dubbio l'undicesima reincarnazione.
Nicola invece mi ha raccontato che del Doctor Who ha visto solo la serie del 1974 con Tom Baker, "e nonostante fossi piccolo mi ricordo che mi piaceva. Ad ora di cena si guardava Doctor Who! Poi ultimamente gli ho dato un'occhiata... ma non mi sono fatto prendere più di tanto". Oh no! Com'è possibile? L'ho subito riferito a Catherine, la mia giovanissima amica nerd, grazie alla quale ho potuto vedere tutta la serie nuova in lingua originale, e... apriti cielo! È rimasta scandalizzata esattamente come me. E allora ragazzi, se anche voi siete amanti di questa serie cult, diamoci da fare e cerchiamo di convincere Nicola che le puntate dal 2005 in avanti vanno assolutamente viste.
Da dove partiamo? Io direi dal ritmo frenetico dei vari episodi, che vanno guardati rigorosamente dall'inizio alla fine (mai partire in medias res con nessun episodio perché si rischierebbe di non capire nulla e ci si perderebbe il senso dell'intera storia) per ritrovarsi in un vortice di avvenimenti da cui non ci si riesce a liberare, almeno finché non si arriva al termine dell'episodio stesso. Pensiamo ad esempio a tutti gli episodi sugli angeli: oh my gosh! Io sto lontana da qualsiasi tipo di statua adesso. Ve li ricordate? Iniziati con Tennant e il suo ricorrente "don't blink. Don't EVEN blink", per continuare a più riprese con Smith e il loro triste epilogo. E che dire della simpatia dei personaggi? Non parlo solo del Dottore, ma anche delle sue affascinanti ed intelligenti compagne, e dei loro fidanzati che talvolta compaiono (pensiamo a Ricky, pardon!, Mickey, e al pazientissimo Rory). E poi c'è il TARDIS, col suo animo femminile e la sua gelosia per il Dottore di cui sembra essere innamorata, che ci porta dovunque, come ho già detto ieri, "verso l'ignoto", verso "nuovi mondi, affascinanti e fantastici".
Allora Nicola, non sei ancora convinto? Aspetto i commenti dei miei lettori, che magari sapranno essere ancora più convincenti di me. Unica raccomandazione per tutti, nessuno spoiler, please!  ;-)

lunedì 1 giugno 2015

Aspettando il Dottore

Lo confesso. Nonostante io sia un'amante di tutto ciò che è British, ho iniziato a guardare Doctor Who, il telefilm cult di cui tutta la Gran Bretagna va fiera, solo con la nuova serie. Vuoi perché la serie classica è stata trasmessa pochissimo in Italia, vuoi perché l'hanno interrotta per svariati anni, vuoi perché quando facevo l'asilo la mia mamma preferiva guardare Star Trek e io con lei, vuoi perché all'epoca non c'era Internet e la stessa informazione mediatica era decisamente più scarsa, insomma, vuoi per questo motivo, vuoi per l'altro, non ho mai guardato la serie storica. Ho iniziato quindi a guardarlo con la serie nuova. Per chi è profano assoluto sull'argomento, deve sapere che il Dottore, protagonista della serie, non è un medico, bensì un Time Lord, un Signore del Tempo, che viaggia nel tempo e nello spazio grazie al suo TARDIS, che ha l'aspetto di una police box, una cabina telefonica usata negli anni Sessanta per chiamare la polizia. Per chi invece conosce trama e personaggi, sappia che mi sono letteralmente innamorata di Doctor Who guardando la scena in cui Amy Pond bambina cerca del cibo che possa sfamare il Dottore nella sua neonata undicesima reincarnazione.

Lì mi sono fermata. Ed essendo io precisa in tutto ciò che faccio, prima di andare avanti ho deciso di guardare tutta la nuova serie dall'inizio. L'ho guardata tutta d'un fiato; perché è talmente coinvolgente che non si riesce a viverne senza. È un programma adatto a tutte le età, essendo infatti nato per far appassionare i bambini alla storia e alla scienza; quindi è in qualche modo utile a riunire insieme tutta la famiglia. Purtroppo non sono ancora riuscita a vedere l'ultima stagione, quella con la dodicesima reincarnazione del Dottore, interpretato stavolta da un Peter Capaldi vestito alla David Bowie. 
Negli ultimi mesi non ricordo di aver visto in TV nulla di ciò che mi interessa, sempre obbligata per quieto vivere a guardare canali monotematici per bambini. E quando finalmente i miei pargoli dormono, metto a posto casa e infine crollo senza quasi rendermene conto. Quindi non so assolutamente cosa accada nella nuova stagione (e prego tutti voi di non rivelarmi nessuno spoiler!!) e soffro tantissimo. Sì, ho usato il termine giusto: "soffro". Perché una volta entrati nel vortice, Doctor Who diventa come una droga di cui non si può fare a meno. Chi lo segue sicuramente mi capirà. Attualmente non saprei scegliere quale Dottore preferisco, se il decimo di David Tennant o l'undicesimo di Matt Smith.
Di sicuro posso affermare che tra le companions ho apprezzato particolarmente Rose e Clara, e anche Donna mi è piaciuta molto. Non amo invece il personaggio di Amy Pond, probabilmente per via dell'attrice che la interpreta da adulta, Karen Gillan, a parer mio troppo conscia della propria bellezza e poco attenta alla recitazione.
A questo punto spero di aver incuriosito abbastanza i profani da aver fatto venir voglia anche a loro di tuffarsi in questa serie meravigliosa. Personalmente, spesso mi fermo a sognare il Dottore a occhi aperti. Perché non ci si innamora tanto del Dottore, bensì di ciò che rappresenta: un viaggio emozionante verso l'ignoto, che ci permette di scoprire nuovi mondi, affascinanti e fantastici. E ogni tanto mi ritrovo a guardare in alto nel cielo, sperando di avvistare una cabina blu venuta da lontano per prendermi e portarmi via.
Finché sogno e vivo serena, lasciatemi sognare.
Au revoir, mes amis! ;-)