giovedì 12 novembre 2015

Parla come mangi! - sociopatia

Mi accade spesso negli ultimi tempi di sentire termini forbiti utilizzati da diverse persone, probabilmente, per darsi un tono e per dimostrare di saper usare parole colte... che in realtà non sanno assolutamente usare. Questo sarà il primo, ma non l'unico post che farò a tale proposito. Ovvero, vorrei che imparassimo ad usare i termini corretti quando vanno usati, senza ricorrere ad una terminologia presa in prestito dalla psicologia e dalla criminologia, utilizzata in modo scorretto, solo perché l'abbiamo imparata guardando CSI MiamiSherlock o Hannibal (con tutto il rispetto per queste bellissime serie TV). Non vorrei peccare di superbia. Io non sono proprio capace di parlare bene. Sono la classica persona che, nonostante la laurea, dice cose del tipo: "devo dirti una roba; passami quell'affare", etc. (Con sommo dispiacere della mia mamma che ogni volta esclama: "ma perché ho speso i miei soldi per farti studiare?") Ma proprio perché non sono in grado di trovare sempre la parola giusta al momento giusto, preferisco "parlare come mangio", come si suol dire, anziché scomodare termini ricercati che finiscono per essere totalmente avulsi dal contesto. 
Oggi vi farò il primo esempio di ciò che intendo. Qualche giorno fa ero a casa del mio collega-amico Riccardo. Mentre stiamo lavorando ad un nuovo progetto, prendiamo a raccontarci i fatti nostri. Ricky mi confida di aver allontanato l'ennesima donna che ha provato ad instaurare un mezzo rapporto con lui: "vedi Kerry, non sono fatto per avere alcun tipo di legame amoroso o affettivo; io sono sociopatico". Sociopatico?? Subito dò un occhio veloce al frigo, sperando non ci siano resti di carne umana. Poi guardo furtivamente le pareti intorno a me per controllare se vi siano appesi strumenti di tortura a cui non avevo fatto caso entrando. Infine, con fare disinvolto, mi avvio verso la porta d'ingresso, invento una scusa banalissima, e scappo via come un fulmine. Ricky si è definito sociopatico! A parte che non credo che nessun sociopatico si definirebbe tale, ma ci rendiamo conto di cosa ha detto? Hannibal Lecter è un sociopatico. Il Joker di Batman è un sociopatico. Non so se mi spiego.
Cito qui di seguito i criteri secondo cui il DSM 4 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) definisce un soggetto affetto dal disturbo antisociale di personalità, più comunemente chiamato "sociopatia":  1) incapacità di conformarsi alle norme sociali per quanto riguarda il comportamento legale, con ripetersi di condotte suscettibili di arresto;  2) disonestà: il soggetto mente, usa falsi nomi, truffa gli altri; 3) impulsività o incapacità di pianificare; 4) irritabilità e aggressività; 5) inosservanza della sicurezza propria e degli altri; 6) irresponsabilità: incapacità di far fronte a obblighi finanziari o di sostenere un'attività lavorativa con continuità; 7) mancanza di rimorso.
Ecco, con delle premesse del genere sarà chiaro che il sociopatico è quasi necessariamente un criminale. Forse sarebbe stato meglio se Ricky si fosse auto-definito "asociale", o meglio ancora nel suo caso, "misantropo". Misantropo mi piace molto. Sembra efficace in questo contesto. Abbiamo questo bel vocabolo, nato secoli fa (si pensi a Timone, il cinico ateniese vissuto nel V sec. A.C. e di cui Luciano di Samosata ne idealizzò la figura nel suo dialogo), avvalorato da testi teatrali di spicco (Molière per intenderci): usiamolo!, invece di riempirci la bocca con termini appartenenti agli studi di psicologia e psichiatria e di cui non conosciamo neanche l'effettivo significato. 
Spero di non essere risultata troppo pedante in questo mio sproloquio. Ma non avete idea di quanto mi risultino pedanti coloro che parlano solo per darsi delle arie. E di nuovo, non so se mi spiego. Au revoir, mes amis! ;-)

sabato 29 agosto 2015

Alone Again (Naturally)

Scrivo per rassicurare tutti i lettori che si sono amorevolmente preoccupati per me e che mi hanno scritto in privato per sapere se mi fossi già lanciata nel fiume tra le nutrie e le paperelle. No. Come vedete sono ancora viva, vegeta e bloggante. E non ho mai avuto la benché minima intenzione di affogare in un modo tanto ridicolo. È solo che mi piace fare uso di iperboli per enfatizzare i miei stati d'animo. Lo trovo divertente. Non so se avete mai avuto il piacere di ascoltare "Alone Again (Naturally)" di Gilbert O'Sullivan. C'è un pezzo in cui dice: "In a little while from now if I'm not feeling any less sour, I promise myself to treat myself and visit a nearby tower and climbing to the top will throw myself off".

Il senso è che, se il protagonista del testo di questa canzone non riuscirà a riprendersi velocemente dalle pene d'amore, si getterà da una torre. Non so voi, ma a me queste parole, sebbene molto tristi, hanno sempre fatto ridere. Perché chi vuole veramente suicidarsi per amore non lo dice. Purtroppo lo fa e basta. Chi lo dice invece, o vuole farsi compatire e attirare attenzioni su di sé, oppure vuole fare dell'ironia per sdrammatizzare ed esorcizzare più facilmente una situazione di per sé dolorosa. Io sono stata davvero malissimo per Gabri, e più di una volta purtroppo. Ma trovo che le tragedie d'amore abbiano spesso dei risvolti comici se guardate dall'esterno. Ho quindi immaginato di essere uno spettatore al di fuori della mia storia, l'ho guardata con altri occhi e mi è venuto da ridere pensando che si possa stare così male soltanto per amore. Quando i veri problemi della vita sono altri. Estraniarmi dalle situazioni che vivo è una tecnica che uso spesso e che consiglio a tutti voi perché permette di vedere le cose con maggiore lucidità e di inquadrarle nella giusta prospettiva. 
E poi volete sapere l'epilogo? Gabriele ed io siamo troppo intelligenti e pacifici per restare nemici giurati a vita. La nostra amicizia prosegue a gonfie vele. E vi svelo il mio trucco infallibile per vivere sereni: quando si vuole restare single (come me in questo momento), è decisamente comodo innamorarsi di qualcuno con cui non riusciamo ad avere una storia ufficiale. Così non si corre il rischio di ritrovarsi fidanzati e ci si gode appieno la tanto agognata libertà. Tradotto: non preoccupatevi per me, perché non solo non mi suicido, ma anzi, mi sto davvero divertendo.
Au revoir, mes amis! ;-)

domenica 23 agosto 2015

Kerry tra i fiori

Oggi scrivo perché ho bisogno di sfogarmi. E anche di tutto il vostro supporto morale. Mi sono appena lasciata con un tipo con cui non stavo. Lo so, suona molto paradossale. E so anche cosa starete pensando voi: che ci divertivamo senza impegno. Ed è qui che vi sbagliate. Perché in questa storia c'è ben poco di divertente. Agli inizi sembrava che Gabriele fosse interessato a me; ma io non ricambiavo perché avevo in testa soltanto Dario. Ve lo ricordate Dario? Lo considero a tutt'ora il mio ideale di uomo e gli voglio un gran bene, ma nulla più, perché nel frattempo è diventato il mio migliore amico. E mi dà parecchi consigli sugli uomini. Ma tornando a Gabri, anche con lui avevo instaurato una bella amicizia. Poi col tempo ho iniziato a nutrire dei sentimenti diversi. Glielo dico con molta fatica. E proviamo a frequentarci. Un disastro totale. A me lui continua a piacere un sacco, ma non ci capiamo su niente. In realtà non ci capivamo neanche da amici. Ma con gli amici, si sa, ci si passa sopra. Al contrario, quando i semplici amici saltano al livello successivo, quello di  "amici con bonus", ogni parola, ogni gesto risulta inesorabilmente amplificato. Tra mille incomprensioni, Gabriele ed io balziamo in continuazione dalla condizione di amici, a quella di "un po' più che amici", a quella di nemici, e poi di nuovo amici speciali, poi solo amici, poi partner ancora una volta, e ora nemici per sempre. Diciamo che qui l'ossimoro particolarmente in voga nel mondo anglosassone, ovvero "frienemy" (friend+enemy=amico+nemico) non è sufficiente. Per una situazione tanto complessa si dovrebbe coniare un neologismo tipo "frienemartner" (friend+enemy+partner). Scherzi a parte, io non riesco a togliermelo dalla testa. Ma nessuno sa nulla del nostro tira e molla infinito. Perché Gabri è discretissimo. E a me va benissimo così. D'altro canto io stessa amo divulgare solo le cose ufficiali, non certo un ridicolo tira e molla stile adolescenziale, anzi, peggio: perché ammettiamolo, gli adolescenti di oggi sono svegli e sicuri delle scelte che fanno, e avrebbero molto da insegnare a noi quarantenni confusi e frustrati, e non perderebbero tempo con una storia che non vuole iniziare. Invece io ci ho perso mesi. E adesso che sembra tutto definitivamente finito, vorrei buttarmi giù dal ponte che dà sul fiume della ridente cittadina in cui vivo. Non sarebbe male una prospettiva del genere. Mi immagino annegare romanticamente come Ofelia tra i fiori. Avete presente la meravigliosa "Ophelia" di Sir John Everett Millais? Ecco, io ho immaginato una scena del genere. Allora guardo giù dal ponte: non vedo fiori in questo periodo. Solo nutrie e qualche paperella. Potrei comunque lanciarmi ed affogare goffamente tra questi simpatici animaletti. Simpatici si fa per dire. Le nutrie mi disgustano. Non le voglio morte per mano dei cacciatori, per carità! Hanno la stessa dignità di qualsiasi altra specie animale. Ma di lì a tenerle amabilmente in braccio come fa l'ex ministra Brambilla, ce ne corre. Ad ogni modo mi vedo nel fiume, affogata tra i dispiaceri, le nutrie e le paperelle. E non sia mai che qualche pittore preraffaellita risalga dall'oltretomba per fare un bel dipinto anche su di me. Meno affascinante di quello dedicato alla sfortunata eroina shakespeariana; ma sarebbe la mia opportunità per avere finalmente una fama che duri nei secoli. E dopo tutto questo sognare ad occhi aperti, realizzo che i lettori del mio blog resterebbero orfani dei miei post che tanto amano. Non posso davvero farvi un torto del genere. Perdonatemi per averlo anche solo pensato. Quindi, come al solito, au revoir, mes amis! ;-)
Ophelia (1851-52) - Sir John Everett Millais


Michela Vittoria Brambilla e una nutria


sabato 8 agosto 2015

Pernottamento e prima colazione

Tempo di vacanze. Tempo di mare. Finalmente è arrivato il momento in cui possiamo sfoggiare in spiaggia il fisico perfetto che con tanta fatica ci siamo costruiti durante tutto l'anno. Grandi sudate in palestra in sala pesi, sugli attrezzi cardio, seguendo ogni tipo di corso aerobico o tonificante, zumba, pilates, tone up, GAG, aquagym, hydrobike, aqua walking e chi più ne ha più ne metta. Ma soprattutto abbiamo sperimentato almeno otto diversi tipi di diete: da quella senza latte né glutine a quella in cui non si mischiano i carboidrati con le proteine, dalla Dukan alla tisanoreica, da quella del gruppo sanguigno a quella del segno zodiacale, dalla vegana due giorni a settimana per depurarsi alla "vegetariana ma solo quando non ceno fuori con gli amici". E sì, ce l'abbiamo fatta. Abbiamo scolpito un corpo da urlo. È agosto; mettiamo dunque in mostra il nostro fisico in qualche bella località di mare. Prenotiamo subito un bel pacchetto e, ovunque cerchiamo, troviamo la formula magica: "pernottamento e prima colazione". Perché il pranzo lo faremo (scioccamente) in spiaggia per abbronzarci di più. La cena ogni sera in un ristorantino diverso. Ma la prima colazione... ah, la prima colazione! Non possiamo certo rinunciarci. Ma soprattutto, "prima" colazione? Mi ha sempre incuriosito questa coppia di parole. E la seconda colazione qual è? Il brunch? Ma no! Non esiste da sempre il concetto di brunch. E allora? L'aperitivo? Il pranzo? E il pranzo sarebbe quello che noi chiamiamo cena? E la cena è quella che noi chiamiamo spuntino di mezzanotte? Mistero... Ad ogni modo, la prima colazione in vacanza è qualcosa di celestiale. Scommetto che molti di voi quando sono a casa addirittura la saltano o prendono un caffè al volo. Ma in albergo, come si può resistere alla scelta tra colazione continentale e colazione all'inglese? E perché non farle entrambe? Così ci buttiamo su quei meravigliosi croissant, tostiamo il pane, lo imburriamo e lo cospargiamo di marmellata, spalmiamo la Nutella sulle fette biscottate, ci abbuffiamo di prosciutto, salame, formaggio, yogurt, cereali e frutta sciroppata. E in due settimane roviniamo tutto il lavoro che con tanta pazienza, sacrifici e buona volontà avevamo fatto nel corso degli undici mesi e mezzo precedenti: uomini e donne, sembriamo tutti in dolce attesa. Le gambe sono gonfie. E nuotare tutto il giorno non sembra bastare. Chissà perché ci riduciamo così. Io dopo quasi quarant'anni, pur essendo consapevole di questa cosa, non riesco proprio a darmi un freno. Quindi se siete come me vi esorto: la prossima volta andiamo tutti in vacanza sull'isola dei famosi. Vedrete che lì riusciremo a restare belli tonici e senza un filo di grasso.
Au revoir, mes amis! :-)
Colazione all'Hotel Silvano di Diano Marina

venerdì 24 luglio 2015

Consigli di bellezza: Incarose - contro i segni del tempo

Tra i cosmetici che uso e che preferisco per mantenere giovane la mia pelle, ci sono sicuramente quelli della Incarose. Ultimamente ho voluto provare vari prodotti delle diverse linee di questa marca. Perché le linee offerte dalla Incarose sono proprio tante. Una che ritengo di vitale importanza per la bellezza della pelle di tutto il corpo è quella dei Concentrati Puri: veri e propri elisir di giovinezza, io ho provato quello all'acido ialuronico, quello al collagene e quello alle staminali. Non hanno la consistenza di una crema, non ungono, hanno una texture leggera. Dopo averli applicati sul viso, picchiettate leggermente con i polpastrelli, soprattutto nel contorno occhi e nella zona intorno alla bocca. Dopo applicate sempre la vostra crema viso o BB cream o CC cream. Il mio consiglio è di usarli a rotazione: se ad esempio stamattina avete dato il collagene, stasera darete l'acido ialuronico e domattina le staminali. Noterete una pelle più distesa, levigata ed uniforme nel giro di una decina di giorni. Il prezzo di ogni concentrato per il viso si aggira intorno a € 20, ed è per questo che li ho comprati durante i saldi. Ma la linea di cui ho provato più prodotti è la Extra Pure Hyaluronic (chiaramente arricchita di acido ialuronico per idratare in profondità la pelle e combattere i segni del tempo), e ne sono rimasta soddisfattissima: la crema viso Filler Experience; la BB cream; la BB Eyes, perfetta per nascondere borse e occhiaie; il Diamond High Tech Lip Care (ho provato il blu che dà serenità), che ammorbidisce talmente le labbra da renderle naturalmente rosse e lucide (e il gusto che vi lascia è delizioso); la Sublime crema contorno occhi antirughe; la Filler crema viso superidratante; la Performance crema viso antietà; il praticissimo olio doccia Hydra Care, compreso in una delle due comode pochettes da viaggio. Questi prodotti li ho comprati tutti rigorosamente in saldo o li ho provati tramite campioncini. Della Extra Pure Exclusive mi hanno regalato un campioncino dell'Instant Filler Trattamento intensivo antirughe, in cui si trovano concentrati, tra gli altri, due tipi di acido ialuronico, le staminali vegetali e il collagene marino. Infine, come struccante, sto usando l'acqua micellare della linea Riad Argan, che lascia la pelle perfettamente detersa e morbidissima, all'accessibile prezzo di € 14,90.
Se provate altri prodotti di questa marca o avete domande, fatemi sapere.
Au revoir, mes amis! ;-)

domenica 19 luglio 2015

Botulino? No, grazie.

No, davvero. Non capisco proprio le persone che non vogliono dire la propria età o che, peggio ancora, non sopportano di invecchiare. Ritengo sia meglio accettare serenamente che gli anni passano e cercare di apparire al meglio per l'età che si ha.Tra pochissimi mesi avrò quarant'anni. Non m'interessa dimostrarne venticinque. Anzi, preferisco, se possibile, essere una splendida quarantenne. E credetemi, ce la sto mettendo tutta. Alla faccia della regina Grimilde che si divertiva a far uccidere le giovincellle affinché non offuscassero la sua bellezza; e alla facciazza pure di Dorian Gray che imbruttiva i suoi ritratti per mantenere in eterno quel bel faccino da bamboccio, io mi attivo concretamente per essere sempre più bella nonostante l'età.

Ma non voglio ricorrere a botulino, iniezioni di questo o di quell'altro, chirurgia estetica e affini. Preferisco restare in forma usando metodi assolutamente naturali: mangiando i cibi giusti, usando creme e cosmetici bio (i super attuali "veganok"), facendo attività fisica senza necessariamente morire di fatica in palestra, adottando insomma uno stile di vita sano. 
Non ho mai capito perché, ad esempio, le dive ricorrano al lifting o alla liposuzione già dai trentacinque anni, quando, con tutti i soldi e i mezzi che hanno potrebbero semplicemente passare ore a farsi massaggiare viso e corpo dall'estetista, adoperare le creme migliori in circolazione e importare tè bianco (vero elisir di giovinezza) direttamente dalla Cina. Invece no. Sborsano fior fior di quattrini a farsi iniettare ciclicamente qualsiasi tipo di "Dio solo sa cosa!" nella pelle, per assumere poi quell'aspetto ridicolo stile "impalcatura di Palazzo rinascimentale in restauro".
Mi aveva invece colpito un bellissimo articolo di Marie Claire in cui si diceva che le attrici inglesi non si rifanno perché non hanno paura di invecchiare. E io voglio fare esattamente come loro. E sono tornata a scrivere per condividere nuovamente con voi i miei segreti di bellezza. Siete pronte? Restate in linea, perché i prossimi post saranno principalmente dedicati ai miei segreti di bellezza.

mercoledì 24 giugno 2015

Consigli di bellezza: PuroBio Cosmetics

Oggi voglio parlarvi di una linea di cosmetici totalmente naturali: la PuroBio Cosmetics.
L'ho scoperta circa un mesetto fa e ne sono rimasta subito molto affascinata. Innanzitutto questa linea di prodotti è priva di tutti quei componenti che aborro, quindi, e cito dal volantino che ho in mano, "NO ai siliconi, NO ai petrolati, NO ai parabeni, senza conservanti sintetici, senza glutine e nickel tested". Un'altra cosa che mi ha colpito di questa linea è che si basa soprattutto sulle matite. Io uso molto le matite nel trucco. Le uso come ombretti, perché non amo gli ombretti in polvere in quanto seccano la pelle. Le uso spesso come eyeliner, perché il 99% degli eyeliner classici presenti in commercio mi fa lacrimare gli occhi. Mi è capitato talvolta di usarle anche come rossetto, perché ovviamente hanno una tenuta migliore di rossetti e lipgloss.
Della PuroBio Cosmetics ho provato le matite eyeliner e i matitoni ombretto di vari colori, e mi trovo benissimo: le uso tutti i giorni e grazie alla loro texture morbidissima, data dai vari oli vegetali che la compongono, non irritano i miei occhi estremamente delicati. I prezzi sono concorrenziali poiché le matite eyeliner costano € 5,90, mentre i matitoni ombretto vengono € 7,90. Ma ciò che più adoro in assoluto è il mascara: ne ho comprati tre. Per il nero ho preso il "Glorious" che dà volume alle ciglia ed intensifica lo sguardo. Mentre dell' "Impeccable", che col suo scovolino uncinato incurva ed allunga incredibilmente le ciglia, ho acquistato sia il marrone, che sebbene non dia quasi colore alle ciglia, le separa e dona uno splendido effetto allungante; e il blu elettrico, bello quanto i mascara blu delle migliori marche di cosmetici francesi, con la differenza che questo, essendo privo di tutti quegli ingredienti dannosi che ho citato prima, non fa lacrimare gli occhi. Il costo dei vari mascara è di €9,90.
Vi sono anche il correttore in matitone, il fondotinta "arricchito di principi attivi anti-age" (cito nuovamente dal volantino), la cipria in polvere, la matita lipliner, il matitone rossetto "con vitamina E antietà e preziosi oli vegetali" che "idrata e protegge le labbra", che mi riprometto di provare al più presto. O se li provate prima voi, fatemi sapere come vi siete trovate. Ma sono sicura che vi troverete benissimo perché io ne sono già una grandissima fan.
Au revoir, mes amis! ;-)

venerdì 19 giugno 2015

Shopping compulsivo - parte 1a

Io adoro. Adoro. Adoro. Adoro comprare creme, trucchi, integratori e tutto ciò che può rendermi più bella. Non per niente soffro di shopping compulsivo in questo senso. E ne sono felice. Perché il mio shopping compulsivo di bellezza mi gratifica, e non poco.
Vado sempre nelle mie due erboristerie di fiducia, scambio quattro chiacchiere con le mie due erboriste preferite, discorriamo amabilmente di cosmetici, integratori e di qualsiasi prodotto mi possa interessare; io sono molto esigente e abilissima nel far capire cosa voglio, loro sono bravissime nel consigliarmi sempre il prodotto giusto; io esco felice dalle erboristerie, sempre soddisfatta dei miei acquisti, certa di aver speso benissimo i miei soldi, e appagata dalla piacevole chiacchierata; e sono sicura che anche le due erboriste sono felici di avermi come cliente. E il bello è che non mi pento mai di aver comprato ciò che ho comprato. Ma sembro un lupo famelico in questo senso. E sento sempre il bisogno di acquistare e testare prodotti nuovi sulla mia pelle. Le mie erboriste lo sanno: sono particolarmente fissata con la cura della pelle, quindi esigo prodotti dal forte potere antiossidante, ricchi di vitamina C, acido ialuronico e olio di borragine. E devono essere totalmente privi di parabeni, petrolati, PEG, SLES, etc. Perché non posso negare che l'utilizzo esclusivo di cosmetici naturali e "ripuliti" ha giovato enormemente alla mia pelle. Nei prossimi post spesso condividerò con voi i segreti dei miei acquisti: qualità, resa, prezzi. Vi chiedo solo una cortesia: anche se vi accorgerete che compro sempre molte cose e costose, non giudicatemi male. Lo shopping compulsivo e questo blog sono semplicemente i miei modi per vivere tranquilla e serena. Mi tengono la testa impegnata e mi danno entrambi parecchie soddisfazioni. Quindi non vedo perché dovrei cambiare.
Au revoir, mes amis! ;-)

giovedì 18 giugno 2015

Maturità 2015 - prima prova scritta

Bellissime le tracce della prima prova scritta della maturità 2015! Se fossi una maturanda, non avrei saputo quale scegliere. Eccovi i titoli.
Ok, l'avrete capito: sono commissaria d'esame, membro esterno per la precisione, e persino vicepresidente. E dopo ben ventun'anni sono tornata alle origini: ovvero al liceo dove io stesso mi sono diplomata. Credevo che avrei provato chissà quale emozione; e invece no. È come se il tempo non fosse mai trascorso. È come se fossi rimasta lì tutti questi anni. Lo stesso edificio, gli stessi insegnanti, gli stessi tecnici.
Io non ricordo gli scritti della mia maturità. Non so quali fossero le tracce dei temi, né tanto meno quale io abbia svolto. Ricordo poi che la seconda prova scritta era di latino, ma ignoro l'autore e l'argomento della versione. Ricordo invece molto nitidamente l'orale. Ma non l'ho mai sognato negli anni seguenti, come so che invece a molti succede.
Ciò che ricordo degli scritti sono le sensazioni da me provate. Le tracce dei temi non mi piacevano e di sicuro le ho trovate ostiche. Al contrario, quando stamattina ho visto gli argomenti da trattare mi si è illuminato il volto. C'era davvero l'imbarazzo della scelta.
La tipologia A, l'analisi del testo, era su "Il Sentiero dei Nidi di Ragno" di Italo Calvino: niente di più facile! Calvino è un autore sicuramente conosciuto ed amato dagli studenti di ogni generazione. Io personalmente me ne sono innamorata alle elementari, quando il maestro ci leggeva i racconti di "Marcovaldo". Mentre avevo letto "Il Sentiero dei Nidi di Ragno" alla fine della quarta ginnasio (per chi non lo sapesse, era il primo anno del Liceo Classico) e mi era piaciuto tantissimo. 
La tipologia B, la redazione di un saggio breve o articolo di giornale, prevedeva argomenti interessanti nei quattro ambiti proposti. L'argomento dell'ambito artistico-letterario era "la letteratura come esperienza di vita", in cui si partiva da una citazione dell'Inferno dantesco per arrivare alle opinioni, sull'arte e sulla letteratura, di nomi illustri quali Borges e Todorov. Non mi dispiacerebbe provare a svolgere questo tema nel blog; magari nelle prossime settimane, finita la maturità, quando avrò finalmente più tempo e lucidità per pensare ed elaborare. 
L'ambito socio-economico trattava invece "le competenze del cittadino nella vita economica e sociale" del ventunesimo secolo: un tema sicuramente molto interessante, chiaramente attuale, ma personalmente non l'avrei svolto, perché non avrei saputo trovare sufficienti argomenti per l'approfondimento. 
Il Mediterraneo e l'importante ruolo geopolitico che da sempre ricopre era l'argomento dell'ambito storico-politico. Ecco, sarebbe stato opportuno per me evitare un tema del genere: troppo ricco di spunti, sarei risultata prolissa. 
Ma il tema dell'ambito tecnico-scientifico, quello sì che era il mio. Perché siamo costantemente connessi, ad internet e con il mondo intero. Ed io per prima. Fra gli altri motivi, ho creato questo blog per stressare meno i miei amici su whatsapp. Perché sono sempre online. E ho bisogno di compagnia continua. Compagnia che ora ho grazie a voi lettori virtuali, che con la vostra presenza e pazienza nel continuare a seguirmi, riempite piacevolmente gli spazi vuoti della mia vita. E ve ne sono grata.
Tornando alle tipologie, c'era poi la C, il tema di argomento storico: la Resistenza. Permettetemi, leggermente scontato, ma non per questo meno sentito, e le parole che ci si possono spendere al riguardo non sono mai troppe.
Infine, last but not least, per la tipologia D, il tema di ordine generale, c'era una bellissima considerazione del premio Nobel per la pace 2014, Malala Yousafzai. E questo è un tema caro non soltanto agli insegnanti, ma a chiunque. Perché l'istruzione DEVE essere un diritto inderogabile per tutti, nessuno escluso. Mi riservo di approfondire quanto prima questo argomento, e per ora vi saluto. Ci vediamo al prossimo post. 
Au revoir, mes amis! ;-)

domenica 14 giugno 2015

La maledizione del serpente a tre teste

Ultimamente sento parlare spesso di bipolarismo. Ogni volta che qualcuno manifesta una stranezza nel comportamento, viene subito etichettato come bipolare. Ma cos'è realmente il bipolarismo? Non basta avere una doppia faccia e nemmeno una doppia vita segreta per meritare l'appellativo di bipolare. Il bipolarismo è un disturbo psichico riconosciuto, per cui a stati di euforia eccessiva e deliri di onnipotenza, si alternano momenti di depressione totale (considerati i sintomi, mi sono chiesta se forse io stessa soffro di bipolarismo...).
Alla luce di quanto appena detto, trovo sbagliato definire qualcuno bipolare solo perché ha comportamenti differenti a seconda delle persone e degli ambienti che frequenta. Tra l'altro, alcuni di loro dovrebbero dirsi tripolari o quadripolari poiché le maschere che indossano sono sicuramente più di due. Nel dubbio, ho coniato per questa tipologia di persone, senza neanche starci a pensare troppo, l'epiteto di "serpente a tre teste". Serpente perché sono persone estremamente viscide; tre teste perché le loro maschere sono appunto più di due. Questa espressione è anche volutamente evocativa a livello mitologico in quanto, a mio parere, i mostri mitologici sono i più spaventosi in assoluto. Ed è doveroso temere i serpenti a tre teste, perché girano liberi tra la gente, abilissimi nel non farsi riconoscere; e se disgraziatamente ci puntano come prede, si insinuano nelle nostre menti e nelle nostre vite con fare suadente, ci succhiano linfa vitale e riescono persino a farsi dire grazie. Quindi sarebbe opportuno imparare a riconoscerli e, una volta individuati, starne bene alla larga.
Io ne ho conosciuti più di uno; e nonostante ormai ne "fiuti l'odore di marcio" a distanza, sono restia a lasciarli perdere da subito. E per i primi tempi mi lascio sedurre dal loro fascino di facciata, ma appena mi accorgo che il gioco inizia a diventare pericoloso, che rischio di rimanere intrappolata nella loro ragnatela, porto la situazione all'estremo, sputando loro in faccia il mio disappunto, e perché no, anche disprezzo, per i loro modi egoisti e superficiali.
In questo modo il serpente a tre teste, infastidito dallo smascheramento, disgustato dalla rivelazione delle sue stesse bugie a cui preferisce continuare a credere, ed incapace di affrontare uno scontro diretto, si allontana; ed io sono finalmente salva. Un atteggiamento leggermente masochista, penserete voi. Forse sì. Ma non so resistere a questo tipo di sfide. Un po' come chi fa sport estremi. E ognuno è libero di scegliere il tipo di rischio che vuole correre.
Ma come si fa a capire quando una persona apparentemente normale è in realtà un serpente a tre teste? Io ne ho incontrati almeno cinque nella mia vita, uomini e donne; e ho riscontrato che presentano alcune caratteristiche comuni fra loro. Innanzitutto hanno la classica aria da bravo ragazzo/brava ragazza; impossibile sospettare di loro a prima vista. E spesso sono aiutati da un visino da bimbo/a, quasi angelico. Poi ci tengono a precisare di essere persone equilibrate. E questa è la prima cosa davvero sospetta. Perché fare un'affermazione del genere non richiesta? Io non vado in giro dicendo di essere sana di mente. Anche perché sinceramente non credo di esserlo... Ma nonostante il loro conclamato equilibrio, alzano immediatamente la voce, e possono arrivare addirittura a perdere il controllo, se posti in una situazione di forte stress emotivo. In realtà ciò che i serpenti a tre teste giudicano "forte stress emotivo", viene giudicato dai più un vero e proprio nonnulla: una domanda non gradita ad esempio, o una banale richiesta di conferme, eccetera. Questi serpentelli tricapiti (ho appena creato un neologismo graziosissimo e ne vado fiera) sono di norma perfetti in ambito lavorativo, iper efficienti e ammirati da tutti per questo. Spesso ricoprono persino cariche importanti. E vivono per il lavoro. Lavorano un sacco di ore e non trovano mai un momento libero per se stessi né per gli altri. Sembra che lavorino solo loro. E adorano vantarsi dicendo cose del tipo: "non ho mai il tempo di andare al bar. Io lavoro", "ceno sempre tardissimo. Io lavoro", "Non posso fidanzarmi al momento. Ho problemi sul lavoro", "non sono sicuro di poterti vedere martedì. Perché di solito il martedì è il giorno che mi mandano in trasferta di lavoro", poi parlando del più e del meno viene fuori che lo scorso martedì sono andati ad un compleanno, due martedì fa sono andati a cena a casa di amici per distrarsi, il martedì spesso escono con gli amici sposati perché è l'unico giorno della settimana in cui le mogli li lasciano liberi... E se fai loro notare che in parte sono scuse, che non hanno interesse per te o che forse vedono un'altra donna, non negano, perché non amano mentire spudoratamente; semplicemente, con aria calmissima e sguardo stupefatto, si limitano ad esclamare, senza troppa enfasi: "Tu sei pazza". Esatto! Perché non hanno altre argomentazioni. E ti insinuano nella testa il dubbio che forse sei pazza davvero, che dai ascolto ad un'immaginazione troppo fervida. Quando trovi poi il coraggio di troncare una relazione tanto malata, vedi finalmente tutto con lucidità e scopri che i tuoi sospetti erano fondati. E gli amici a cui racconti tutto ti guardano con aria incredula, chiedendoti come hai fatto a non prenderne coscienza prima. 
Ci sono altre tre costanti fondamentali per smascherare questa tipologia di persone:
1) la loro infanzia infelice, reale o presunta che sia, in cui sono stati vittime di padri violenti, alcolizzati, madri disinteressate o peggio ancora dispotiche. Da qui il susseguirsi di tristi vicissitudini nell'arco della loro vita e la conseguente non-voglia di prendere un qualsiasi tipo di impegno. Non parlo solo di fidanzamenti o matrimoni. Per loro persino organizzare una serata al cinema può diventare un impegno gravoso e fonte di stress, perché non vogliono vincoli con nessuno, nel caso in cui decidessero di vedere altre persone quella stessa sera o di restare a casa davanti alla tv perché troppo stanchi per uscire. 
2) i soldi: sono la cosa più importante per questi viscidi rettili, anche se affermano l'esatto contrario. Ma preferiscono usare quelli degli altri e tenersi i propri in tasca. I serpenti tricapiti non si innamorano mai, ma sono disposti ad accasarsi e metter su famiglia se trovano qualcuno più benestante di loro e soprattutto disposto a viziarli in tutto e per tutto. 
3) la pigrizia ed il narcisismo che ne consegue: nonostante lavorino come dei dannati, oziano perennemente quando sono a casa. Nei giorni festivi sono soliti dormire fino all'ora di pranzo ed eventualmente anche al pomeriggio. Sono narcisi perché amano sentirsi fare i complimenti, ma talmente pigri da non ricambiare la cortesia. Sono così pigri e narcisi che talvolta preferiscono l'auto-erotismo ad un rapporto a due. Questo non significa che non hanno mai nessun/a partner. Al contrario, ciò che conta è la loro libido, non importa se condivisa con altri o se autogestita. A questo proposito ringrazio il mio amico Jordan di Londra, per avermi aperto gli occhi. 
Nonostante tutto ciò, è normale restare intrappolati nella rete dei serpenti a tre teste, perché esercitano sugli altri lo stesso fascino tipico dei vampiri. Cercate però di essere abbastanza forti da staccarvene prima che sia troppo tardi. È per questo che parlo di "maledizione del serpente a tre teste", perché una volta nella morsa è quasi impossibile uscirne. E anche quando se ne è usciti, è facilissimo ricaderci. Loro non ci cercheranno, perché sanno benissimo che saremo noi a tornare. E al primo passo falso ci accoglieranno nuovamente a braccia aperte. Pronti a ricominciare il loro gioco perverso. State attenti, perché sono dei manipolatori inconsapevoli, convinti di avere un comportamento irreprensibile, e questo li rende ancora più potenti e pericolosi, perché ci convincono della loro buona fede e continuiamo a dare loro tutto ciò che vogliono, sia da un punto di vista affettivo che materiale.
E non sperate di poterli sconfiggere, perché non hanno nessun punto debole. L'unica cosa che vi resta da fare dopo averli fiutati è scappare a gambe levate.
Au revoir, mes amis! ;-)

martedì 2 giugno 2015

Aspettando ancora il Dottore

I miei più cari amici sono i lettori più fedeli di questo blog. Non si perdono un post e, dopo averli letti, mi dicono sempre le loro impressioni. Il post che ho pubblicato ieri su Doctor Who, che ritenevo più sobrio dei miei precedenti ed ero perciò convinta che non avrebbe potuto dare adito alle solite dissertazioni, è stato invece oggetto di discussione viva tra me e i miei amici fans del Dottore.
Prima ancora di leggere il post, Vittoria ha subito esclamato: "C'è un solo Dottore". Sapevo già a chi si riferiva, ma ho voluto averne conferma, e le ho chiesto: "Quale?". "Matt Smith! Secondo me è il dottore come tutti se l'erano sempre immaginato!", è stata la sua risposta. Non sono stata a precisare che in realtà Matt Smith non ha ricevuto un consenso unanime in quanto ritenuto da alcuni troppo giovane per il ruolo; inoltre non tutti hanno gradito che il suo Dottore fosse troppo coinvolto in questioni amorose. La verità è che Smith è probabilmente anche il mio preferito. Se ieri ho affermato di essere indecisa tra lui e Tennant, è semplicemente perché le puntate con Tennant mi piacciono moltissimo. Ma se mi metto ad analizzare esclusivamente il Dottore senza prestare attenzione a ciò che gli sta intorno, allora sì, scelgo senza dubbio l'undicesima reincarnazione.
Nicola invece mi ha raccontato che del Doctor Who ha visto solo la serie del 1974 con Tom Baker, "e nonostante fossi piccolo mi ricordo che mi piaceva. Ad ora di cena si guardava Doctor Who! Poi ultimamente gli ho dato un'occhiata... ma non mi sono fatto prendere più di tanto". Oh no! Com'è possibile? L'ho subito riferito a Catherine, la mia giovanissima amica nerd, grazie alla quale ho potuto vedere tutta la serie nuova in lingua originale, e... apriti cielo! È rimasta scandalizzata esattamente come me. E allora ragazzi, se anche voi siete amanti di questa serie cult, diamoci da fare e cerchiamo di convincere Nicola che le puntate dal 2005 in avanti vanno assolutamente viste.
Da dove partiamo? Io direi dal ritmo frenetico dei vari episodi, che vanno guardati rigorosamente dall'inizio alla fine (mai partire in medias res con nessun episodio perché si rischierebbe di non capire nulla e ci si perderebbe il senso dell'intera storia) per ritrovarsi in un vortice di avvenimenti da cui non ci si riesce a liberare, almeno finché non si arriva al termine dell'episodio stesso. Pensiamo ad esempio a tutti gli episodi sugli angeli: oh my gosh! Io sto lontana da qualsiasi tipo di statua adesso. Ve li ricordate? Iniziati con Tennant e il suo ricorrente "don't blink. Don't EVEN blink", per continuare a più riprese con Smith e il loro triste epilogo. E che dire della simpatia dei personaggi? Non parlo solo del Dottore, ma anche delle sue affascinanti ed intelligenti compagne, e dei loro fidanzati che talvolta compaiono (pensiamo a Ricky, pardon!, Mickey, e al pazientissimo Rory). E poi c'è il TARDIS, col suo animo femminile e la sua gelosia per il Dottore di cui sembra essere innamorata, che ci porta dovunque, come ho già detto ieri, "verso l'ignoto", verso "nuovi mondi, affascinanti e fantastici".
Allora Nicola, non sei ancora convinto? Aspetto i commenti dei miei lettori, che magari sapranno essere ancora più convincenti di me. Unica raccomandazione per tutti, nessuno spoiler, please!  ;-)

lunedì 1 giugno 2015

Aspettando il Dottore

Lo confesso. Nonostante io sia un'amante di tutto ciò che è British, ho iniziato a guardare Doctor Who, il telefilm cult di cui tutta la Gran Bretagna va fiera, solo con la nuova serie. Vuoi perché la serie classica è stata trasmessa pochissimo in Italia, vuoi perché l'hanno interrotta per svariati anni, vuoi perché quando facevo l'asilo la mia mamma preferiva guardare Star Trek e io con lei, vuoi perché all'epoca non c'era Internet e la stessa informazione mediatica era decisamente più scarsa, insomma, vuoi per questo motivo, vuoi per l'altro, non ho mai guardato la serie storica. Ho iniziato quindi a guardarlo con la serie nuova. Per chi è profano assoluto sull'argomento, deve sapere che il Dottore, protagonista della serie, non è un medico, bensì un Time Lord, un Signore del Tempo, che viaggia nel tempo e nello spazio grazie al suo TARDIS, che ha l'aspetto di una police box, una cabina telefonica usata negli anni Sessanta per chiamare la polizia. Per chi invece conosce trama e personaggi, sappia che mi sono letteralmente innamorata di Doctor Who guardando la scena in cui Amy Pond bambina cerca del cibo che possa sfamare il Dottore nella sua neonata undicesima reincarnazione.

Lì mi sono fermata. Ed essendo io precisa in tutto ciò che faccio, prima di andare avanti ho deciso di guardare tutta la nuova serie dall'inizio. L'ho guardata tutta d'un fiato; perché è talmente coinvolgente che non si riesce a viverne senza. È un programma adatto a tutte le età, essendo infatti nato per far appassionare i bambini alla storia e alla scienza; quindi è in qualche modo utile a riunire insieme tutta la famiglia. Purtroppo non sono ancora riuscita a vedere l'ultima stagione, quella con la dodicesima reincarnazione del Dottore, interpretato stavolta da un Peter Capaldi vestito alla David Bowie. 
Negli ultimi mesi non ricordo di aver visto in TV nulla di ciò che mi interessa, sempre obbligata per quieto vivere a guardare canali monotematici per bambini. E quando finalmente i miei pargoli dormono, metto a posto casa e infine crollo senza quasi rendermene conto. Quindi non so assolutamente cosa accada nella nuova stagione (e prego tutti voi di non rivelarmi nessuno spoiler!!) e soffro tantissimo. Sì, ho usato il termine giusto: "soffro". Perché una volta entrati nel vortice, Doctor Who diventa come una droga di cui non si può fare a meno. Chi lo segue sicuramente mi capirà. Attualmente non saprei scegliere quale Dottore preferisco, se il decimo di David Tennant o l'undicesimo di Matt Smith.
Di sicuro posso affermare che tra le companions ho apprezzato particolarmente Rose e Clara, e anche Donna mi è piaciuta molto. Non amo invece il personaggio di Amy Pond, probabilmente per via dell'attrice che la interpreta da adulta, Karen Gillan, a parer mio troppo conscia della propria bellezza e poco attenta alla recitazione.
A questo punto spero di aver incuriosito abbastanza i profani da aver fatto venir voglia anche a loro di tuffarsi in questa serie meravigliosa. Personalmente, spesso mi fermo a sognare il Dottore a occhi aperti. Perché non ci si innamora tanto del Dottore, bensì di ciò che rappresenta: un viaggio emozionante verso l'ignoto, che ci permette di scoprire nuovi mondi, affascinanti e fantastici. E ogni tanto mi ritrovo a guardare in alto nel cielo, sperando di avvistare una cabina blu venuta da lontano per prendermi e portarmi via.
Finché sogno e vivo serena, lasciatemi sognare.
Au revoir, mes amis! ;-)

venerdì 15 maggio 2015

Felicità pret-a-porter

Ho creato questo blog per curarmi. Per curare il mio malessere. Stavo male per Dario. Troppo male. Quella che credevo fosse una forma di innamoramento fortissimo si stava trasformando in una vera e propria ossessione. L'avevo adocchiato solo per tenere occupata la mente in un momento difficile. Ma ben presto Dario era diventato parte integrante ed attiva del mio momento difficile. E dovevo assolutamente porvi rimedio.
Sentivo il bisogno di buttare fuori tutta la rabbia e la frustrazione che avevo in corpo. Ma non potevo continuare a sfruttare i miei amici scaricando su di loro tutti i miei problemi.
Allora ho pensato di urlare il mio disagio a chi avesse avuto voglia di ascoltarlo. Perché altri potessero imparare dai miei errori. Perché altri sapessero che è troppo stupido stare male quando i problemi non sono importanti o reali (anche se è assolutamente naturale per la mente umana crearsi problemi inesistenti, come ci fa notare Giulio Cesare Giacobbe nel suo libro "Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita", di cui farò una recensione molto presto).
Ed è così che è nato questo blog. L'ho creato con un intento terapeutico. Un po' come Zeno Cosini con la sua "Coscienza". Anche se un mio ex professore, che tanto stimo, mi ha caldamente augurato "che il blog funzioni meglio della Coscienza di Zeno, e che io trovi un po' di serenità".
E sì, il blog funziona decisamente meglio della Coscienza di Zeno; e io sto finalmente trovando la tanto agognata serenità. Perché questo blog riempie gli spazi vuoti della mia vita; e mi fa sentire felice come fossi innamorata. C'è chi mi fa notare che doversi concentrare su qualcosa per sentirsi in pace con se stessi dimostra poco equilibrio. Non sono d'accordo. Concentrarmi su qualcosa, come un uomo, questo blog, uno sport, la cura della pelle, la dieta, un qualsiasi obiettivo da raggiungere o una qualsiasi sfida da vincere, è il mio modo per pensare a me stessa, per sentirmi viva; di più: per sentirmi potente. Ogni volta che raggiungo l'obiettivo prefissato mi sento appagata. E questo senso di esaltazione permane dentro me per qualche giorno. Appena mi accorgo che sta per svanire, elaboro immediatamente una nuova sfida, che puntualmente vinco. E il senso di esaltazione torna a pervadermi. In questo modo sono sempre felice. C'è chi mi dice anche che mi accontento di poco. Questo non è affatto vero, perché con questa mia determinazione ho realizzato tutti i miei sogni, tra cui ad esempio il lavoro che faccio. Ma anche nel caso in cui mi accontentassi veramente di poco, che male c'è se questo poco mi rende felice? Del resto il pensiero epicureo sulla felicità si può riassumere con la massima che tutti conosciamo: "chi s'accontenta gode". Ed è proprio così.
La mia amica Verdiana spesso si lamenta perché il tipo che frequenta  la fa stare bene, sostiene di volerle bene, non ha problemi a farsi vedere pubblicamente con lei, ma non ufficializza il loro rapporto e non la tempesta quotidianamente di messaggi. Faccio sinceramente fatica a capire quale sia il problema di Verdiana. Molte donne hanno rapporti ufficializzati da un anello, ma i loro mariti le tradiscono o, peggio ancora, le picchiano o le torturano psicologicamente. E allora? Siamo sicuri che un rapporto ufficiale sia necessariamente migliore di uno non ufficiale? E l'essere tempestati di messaggi è a parer mio alquanto soffocante, non trovate?
La stessa Verdiana mi consiglia di non frequentare nessuno perché potrei innamorarmi e stare male come lo sono stata per Dario. Quindi potrei anche smettere di uscire di casa così sono sicura che nessuna tegola mi cadrà mai sulla testa. Ovvero dovrei rinunciare a vivere per evitare il rischio di soffrire nuovamente. Ecco, questa è la cosa più sbagliata che si possa fare. Perché le cose che mi hanno arrecato sofferenza nella vita, sono le stesse che prima mi avevano regalato la felicità. Tra l'altro, dopo tutti questi fallimenti, ho imparato la lezione: non mi interessa sapere cosa accadrà domani. A me basta che il tipo che frequento mi voglia bene adesso. E che si comporti bene adesso. Non mi interessa ufficializzare niente e nemmeno sapere che piega prenderà un domani la nostra storia. Preferisco godermi il momento. Mi concentro sull' "hic et nunc". Perché come diceva Lorenzo de' Medici: "Chi vuol esser lieto sia. Di doman non c'è certezza".
Un ultimo appunto: molti di voi sono sicuramente amanti della moda, ma in pochi potranno permettersi abiti di Haute Couture, quindi vi accontentate del pret-a-porter, e non ve ne vergognate. Fate la stessa cosa con la felicità: accontentatevi di una felicità pret-a-porter, cioè pronta da indossare, e non vergognatevene.
Questo blog fa parte della mia felicità pret-a-porter. Fate come me, trovatevi la vostra.
Au revoir, mes amis! ;-)

domenica 3 maggio 2015

2 maggio 2015: una giornata memorabile

Ammetto che il calcio non mi interessa più come una volta, ma essendo juventina dalla nascita continuo ad esserlo nel cuore. E mi spiace se con questa rivelazione mi attirerò le antipatie di molti, ma non posso negare ciò che sono. Ieri sera appena uscita dal bar che frequento quasi ogni giorno, dopo aver bevuto il mio amato cocktail analcolico alla frutta, ho visto che stava iniziando il corteo per il 35esimo, pardon!, 33esimo scudetto della Juve, il quarto consecutivo. E mi si è formato un sorriso sul volto prima ancora che me ne rendessi conto.
Ma la giornata era già partita bene qualche ora prima quando la mia amica Vittoria mi aveva comunicato via Whatsapp la nascita della Royal Baby Girl.
Come avrete certamente capito dal nome di questo blog, sono appassionata di tutto ciò che è British. Quindi questa nascita reale non ha potuto fare altro che riempirmi di gioia. Adesso però attendo con trepidazione di sapere che nome hanno scelto i genitori per questa fortunatissima bambina. I più quotati sembrano essere Alice, Charlotte, Elizabeth e Victoria, e qualcuno ipotizza addirittura Diana. Ma mi chiedo: perché nessuno ha pensato a Peppa? D'altro canto Peppa Pig è attualmente una delle signorine inglesi più famose al mondo, e ha anche lei un fratellino di nome George, proprio come il primogenito del Duca e della Duchessa di Cambridge. Non solo, il nome Peppa riprenderebbe in qualche modo anche il diminutivo con cui viene chiamata la zia Philippa, per gli amici Pippa, rendendo così un velato omaggio a colei che tanto si era "distinta" il giorno delle nozze di William e Kate (ricordate quel fantastico "lato B"?). Non nascondo di aver sempre ritenuto i nomi inglesi decisamente più affascinanti di quelli italiani. Ma ci sono casi (come questi) che mi fanno ricredere...
Ad ogni modo, qualunque sarà il nome della principessina, questi due eventi insieme hanno per me segnato il 2 maggio 2015 come una giornata memorabile. E lasciatemelo gridare:
"Royal Baby Girl we love you!"
& #4Ju33 !!!

venerdì 1 maggio 2015

L'amore è una convenzione sociale

È davvero necessario, e soprattutto naturale, innamorarsi?
Non ho mai creduto nell'amore con la "A" maiuscola, quello delle favole per intenderci, o anche dei film hollywoodiani. O meglio, ci ho creduto fino ai tempi del liceo. Poi già all'università ho cambiato idea. "Perché? Per via di qualche delusione?" vi starete chiedendo voi. No. Semplicemente ho iniziato ad analizzare l'amore nella letteratura. Ad esempio Romeo smette di amare Rosaline ed inizia ad amare Juliet soltanto perché la seconda lo ricambia, mentre la prima no. Ecco quindi già una caratteristica dell'amore: dev'essere esperito.
Questo dovrebbe farci riflettere e capire che forse l'amore incondizionato e platonico che ad esempio Dante nutriva nei confronti di Beatrice non era nient'altro che una malsana ossessione. L'amore è sano se ricambiato. Ed è normale, perché l'amore serve solo a dare un senso al nostro progetto di vita, che può essere una famiglia progettata con qualcuno che riteniamo adatto al compito, o una compagnia con cui condividere momenti belli e brutti.
Quando crediamo di amare il partner non vogliamo davvero il suo bene: vogliamo il nostro. Ecco perché non credo nell'amore con la "A" maiuscola. L'amore incondizionato ce l'abbiamo normalmente per i nostri figli, difficilmente per la persona con cui stiamo assieme. Perché da questa persona pretendiamo che ci faccia star bene, che ci stia vicino, che ci sia fedele. E se siamo innamorati ricambiamo la cortesia. Ma se il partner non ci dà ciò che vogliamo e le cose iniziano ad andare male, ecco che lo lasciamo. Quindi non è vero che "amor vincit omnia". Ed ecco perché credo che l'amore sia solo una convenzione sociale. Perché è più poetico, romantico nel senso letterario del termine, dire che mettiamo su famiglia con la persona che amiamo più della nostra stessa vita. Ma non è la verità. La verità è che conosciamo qualcuno, ce ne innamoriamo, ma ad un certo punto la fase di innamoramento passa. E restano l'affetto, il rispetto e magari anche la voglia di stare insieme. E scegliamo questa persona solo se la riteniamo adatta. Suona arido, ma è così. Vi è mai capitato di innamorarvi di un alcolizzato, un tossico o uno con il vizio del gioco? A me è capitata una di queste situazioni. Credevo di essere innamoratissima. Ma ho scelto di non stare con quella persona, perché non adatta a formare una famiglia né tanto meno ad essere una compagnia per la vita. Quindi, nonostante la fase di innamoramento, ho fatto una scelta razionale. E non me ne vergogno. Piuttosto mi vergognerei del contrario. Purtroppo spesso sbagliamo i calcoli, ed ecco che si verificano le tante separazioni a cui assistiamo ai giorni nostri. Ma pazienza, errare humanum est.
Una cosa poi che mi ha sempre fatto sorridere è il concetto di "anima gemella". Possibile che fra miliardi di persone la mia anima gemella si trovi proprio nella città in cui vivo, o in cui lavoro, o in cui sono andata in vacanza? Caspita! Che fortuna! O forse non è così. Forse l'anima gemella non esiste. Al mondo esistono semmai persone con cui abbiamo più affinità rispetto ad altre. E possiamo comunque ritenerci fortunati quando le troviamo. 
Quindi ragazze, se l'amore è solo una convenzione sociale e l'anima gemella non esiste, perché non iniziamo a fare sesso solo per divertirci e stare bene? Esattamente come fanno gli uomini. Le mie amiche storcono il naso. Dicono che noi donne non ne siamo capaci. Io non credo. Basta soltanto non crearsi aspettative fasulle. Ad esempio scegliamo qualcuno che, per quanto bello e affascinante, riteniamo assolutamente inadatto come fidanzato, marito o padre dei nostri figli. In questo modo non ci illuderemo, ma anzi, riusciremo a divertirci in modo spensierato.
A me piace dire di essere innamorata. Lo dico riferito agli uomini, alle amiche, ai libri, ai film, etc. Quando si parla di uomini, sostengo di innamorarmi subito. Ma questa fase arriva in fretta e passa in fretta. E mi fa sentire viva. In realtà succede spesso che mi innamoro perché mi creo delle false aspettative che puntualmente vengono disattese. E piango. E soffro. Perciò credo, anzi sono sicura, che anche il sesso senza amore possa farci sentire vive. Senza tante lacrime, paranoie, rimorsi, pentimenti e delusioni. Chiediamolo agli uomini, che sotto questo aspetto sono decisamente più furbi di noi. D'altra parte non siamo altro che mammiferi: "You and me baby ain't nothin' but mammals. So let's do it like they do on the Discovery Channel".
Au revoir, mes amis! ;-)


sabato 25 aprile 2015

Il bacio del vero amore

Attenzione: spoiler.
Per chi non avesse ancora visto i film Disney citati in questo articolo (Come d'Incanto, La Principessa e il Ranocchio, Ribelle, Frozen, Maleficent), sappia che può trovare degli spoiler.
Di recente mi è capitato di rivedere alcuni film Disney. E ho notato come negli ultimi tempi sia cambiato il concetto di quello che una volta era l'asse portante di ogni storia marcata Disney: il vero amore.
Ne sono forse causa le tante separazioni, le molte convivenze more uxorio a discapito dei matrimoni, le miriadi di single per scelta e felici, fatto sta ed è che nei film Disney degli ultimi anni non ci si innamora più a prima vista e non ci si promette amore eterno ed incondizionato.

Tutto ebbe inizio con Enchanted - Come d'Incanto. Parodia dei precedenti film Disney, deride, in tono scherzoso, l'immancabile amore a prima vista tra un principe ed una principessa che appena conosciuti si giurano amore eterno. Ma questa volta si sbagliano. Infatti Giselle, la protagonista, si accorgerà nel corso della storia di non essere innamorata del principe, bensì di un avvocato divorzista (!) di New York. Il bacio del vero amore comunque funzionerà ancora (ma non col principe ovviamente), così come aveva funzionato per Biancaneve, Aurora, e per la più recente Tiana di La Principessa e il Ranocchio.
La situazione in Ribelle è ancora diversa e decisamente più singolare. Merida non s'innamora. Il padre e la madre vogliono darla in sposa a chi vincerà una competizione da loro stessi organizzata. Ma la ragazza si rifiuta di sottostare a queste assurde condizioni e sceglie di rimanere single. Merida, a differenza delle altre principesse Disney, non è interessata all'amore, o per meglio dire, non è ancora pronta; e potrebbe addirittura non esserlo mai.

In Frozen invece, al posto del classico "bacio di vero amore", ci troviamo di fronte ad un "atto di vero amore" compiuto da una delle due protagoniste a favore della sorella.

Infine Maleficent ci mostra che non esiste amore più vero ed incondizionato di quello di una madre, naturale o adottiva che sia, verso i figli che ha cresciuto. A questo punto però vorrei aprire e chiudere una parentesi: se io fossi Malefica non mi preoccuperei del vero amore, ma un pensierino ogni tanto sul corvo Fosco ce lo farei. Eccome, se ce lo farei! 

Spesso la Disney è stata oggetto di critiche (soprattutto per il suo mal celato razzismo), ma in questo caso devo ammettere che mi piace molto il suo stare al passo con i tempi; e trovo giustissimo il suo voler insegnare ai bambini, e soprattutto alle bambine, che esistono altre forme di amore, oltre a quello romantico; e comunque ci fa notare che anche lo stesso amore romantico non è sempre a prima vista, incondizionato ed eterno come nelle favole. Il giorno che poi vedremo un film Disney sull'amore omosessuale, potremo ritenerci davvero soddisfatti. In ogni caso, a dirla tutta, i film Disney sono da sempre e sempre resteranno i miei preferiti.
E voi cosa ne pensate? Siete d'accordo con me oppure no? Fatemi sapere la vostra opinione.
Au revoir, mes amis! ;-)


mercoledì 22 aprile 2015

Consigli di bellezza - 2

Ed eccomi di nuovo qua, come promesso, a condividere i miei segreti di bellezza con voi. Oggi voglio svelarvi quali sono i prodotti di pulizia e le creme che uso per mantenere giovane e bella la mia pelle.
Ogni mattina lavo il viso con uno scrub, perché se la pelle non è ben pulita non riesce a ricevere tutti i benefici delle creme che applichiamo dopo. Attualmente sto usando uno scrub validissimo, che è un sapone marino a base di sale con olio di cocco e olio di lino, arricchito con argilla, calendula e vitamina E. Lo si può trovare in erboristeria con un prezzo che si aggira intorno ai 15 €. Fin dal primo utilizzo si può notare che pulisce in profondità, rimuovendo impurità ed imperfezioni, e lasciando la pelle morbida e levigata.
Alla sera invece mi strucco con un latte detergente che risciacquo con abbondante acqua fredda, e completo la pulizia con un tonico. Dopo la detersione, sia al mattino che alla sera, applico una crema all'olio di argan e acido ialuronico della Cosmesi Professionale. Il latte detergente è della stessa linea della crema, e costano all'incirca 15-20 €; mentre come tonico uso l'acqua distillata alle rose Roberts, che potete trovare in qualsiasi supermercato e che ha un prezzo indicativo inferiore ai 5 €.
Questi sono i prodotti che sto utilizzando in questo periodo. Ma anche se decidessi di cambiarli, i gesti quotidiani resteranno gli stessi: scrub + crema idratante o nutriente al mattino, latte detergente + tonico + crema idratante o nutriente alla sera. E anche voi ragazze, ricordate che qualsiasi prodotto comprerete, dovrà contenere almeno alcuni di questi ingredienti: olio di argan, olio di borragine, olio di mandorle, burro di karitè (mantengono elastica la pelle), acido ialuronico, vitamina E, vitamina C (mantengono giovane la pelle), calendula, acqua di rose (rinfrescano e tolgono i rossori), rosa mosqueta (oltre alle ottime proprietà emollienti, lenitive e aantiossidanti, ha un effetto rilassante grazie al suo profumo).
Per ora è tutto. Tornerò presto per svelarvi altri segreti di bellezza.
Au revoir, mes amis! ;-)

sabato 18 aprile 2015

"Che John Connor ci salvi!"

Stamattina due miei colleghi discutevano se fosse giusto o no il fatto di poter scegliere il proprio genere. Il religioso sosteneva di no: chi nasce donna, donna deve rimanere. Stessa cosa dicasi per l'uomo. Mentre il collega più scientifico, che non so neanche bene di cosa si occupi per la verità, ha tirato fuori un discorso strano, sul fatto che siamo come le macchine, o forse diceva qualcos'altro che non ho ben capito, ma di certo parlava delle macchine. E ad un certo punto sia lui che il religioso si sono trovati d'accordo sull'idea che un giorno le macchine da noi programmate si accorgeranno di quanto siamo stupidi, quindi ci sovrasteranno e infine ci annienteranno. In quel momento io, che fino ad allora avevo ascoltato la conversazione molto distrattamente, non ho potuto far altro che esclamare: "Che John Connor ci salvi!"
Quando mi è uscita questa esclamazione dalla bocca, i miei colleghi hanno sorriso. Ma era un sorriso di circostanza o hanno davvero capito di cosa stessi parlando? A proposito, quanti di voi sanno chi è John Connor?
Per chi non lo sapesse, John Connor è il leader della resistenza contro la ribellione delle macchine nella saga di Terminator
Se credete che Terminator sia un semplice film fatto per ammirare i muscoli di Schwarzenegger, vi sbagliate. Ho visto tutti e quattro i film della saga, ma non la serie televisiva. Il primo film l'ho visto quando ero ancora bambina, lo so a memoria e ho sempre pensato che fosse geniale. La sua genialità non sta nel profetizzare una rivolta delle macchine contro l'uomo (tematica trattata più volte nella letteratura e nella cinematografia della seconda metà del secolo scorso), né nell'immaginare viaggi nel tempo che stravolgano il corso degli eventi e che portino al concepimento di una persona il cui padre sarà in realtà più giovane del figlio. 
La sua genialità sta nel farci appassionare, e nel mio caso addirittura innamorare, dell'unico personaggio che mai compare nel film, John Connor appunto. 
Attraverso le parole del padre/ amico/ compagno d'armi Kyle Reese, non possiamo far altro che ammirare il carisma e la forza d'animo e fisica di quest'uomo che non si arrende mai e che riesce a spingere gli altri a fare altrettanto. Per anni ho sognato di ritrovarmi nello scenario di quel futuro spaventoso soltanto per conoscere John Connor, che nella mia testa era non necessariamente bello, ma forte come ogni uomo dovrebbe essere, spietato verso le macchine, gentile con le persone, calmo, senza mai uno scatto d'ira, sempre in grado di trovare parole di incoraggiamento per tutti. 
Mi era piaciuto molto il John Connor adulto che si vedeva di sfuggita nel secondo film di Terminator, e ho trovato assolutamente perfetto Christian Bale nella parte in Terminator 4. Perché, come qualcuno ha detto, Christian Bale non interpreta John Connor, Christian Bale è John Connor. 
A questo punto, se non l'avete ancora fatto, dovete assolutamente guardare questa saga. E se un giorno le macchine dovessero davvero ribellarsi, lasciatemelo ripetere una seconda volta: "Che John Connor ci salvi!" ;-)

mercoledì 15 aprile 2015

Vi presento i miei amici

Non ho alcun problema a socializzare e, di conseguenza, a stringere amicizie.
Per me gli amici sono importantissimi. Questo non significa che non ho mai ricevuto delusioni dagli amici. Al contrario, mi hanno ferita proprio alcune fra le amiche a cui ero più legata. Ma non smetto di credere nell'amicizia. Un po' come quando si viene lasciati da un partner. Ci si rimane male, si soffre, si piange a volte, ma non per questo restiamo single a vita. Sicuramente diventiamo più diffidenti. Ma raramente vogliamo restare soli in eterno. Allo stesso modo io non riesco a fare a meno delle mie preziosissime amicizie.
Gli amici sono una cosa fantastica. Puoi averne quanti ne vuoi che nessuno si ingelosisce. E puoi trovarne sempre di nuovi. Se domani dovessi trasferirmi a New York, possibilmente a Manhattan, a fianco al negozio delle Manolo Blahniks, manterrei i contatti con gli amici italiani tramite email, Facebook e WhatsApp. Ma troverei anche nuovi amici newyorchesi con cui fare serata. Perché è questo il bello degli amici: ti stanno vicini anche quando sei fisicamente lontano, e si divertono insieme a te quando sei fisicamente vicino.
E la mia estrema facilità a socializzare mi porta ad avere amici sempre, comunque e dovunque. E ringrazio tutti loro di esistere.
Da un po' di tempo sto attraversando un periodo difficile. Se non fosse per alcune persone che in modi diversi mi stanno vicine, mi sentirei persa, sprofonderei.
Voglio ora presentarvi proprio queste persone perché capiterà che parlerò di loro nei miei post, e anche perché mi sembra doveroso omaggiarli in qualche modo.
Isabella è una persona dolcissima. L'ammiro molto perché nonostante la sua dolcezza e la sua calma, è molto forte e determinata, riesce bene in tutto ciò che fa e ottiene sempre tutto ciò che vuole. È stata mia collega, ma solo per un anno perché è un'isolana e giustamente se n'è poi tornata a casa. Come darle torto!
Anche Cinzia è stata mia collega. È infinitamente paziente. Ascolta quotidianamente ogni mio problema senza fare una piega. Mi piace tantissimo il suo modo di parlare: chiaro, pulito, con un linguaggio preciso e forbito, ma facilmente comprensibile da chiunque. E arriva sempre dritta al punto. Sembra quasi una maestra d'altri tempi. Con lei parlo di tutto, dal discorso più frivolo al discorso più serio. Ed è la mia massima confidente.
Patrizia invece è una psicoterapeuta. È mia amica da vent'anni, l'amica che ho da più tempo. Sempre allegra e solare, un pochino pazzerella. Quando facevamo l'università sosteneva di voler fare la tesi su di me. Non sono sicura che fosse un complimento...
Valerio, a cui non piace porgere l'altra guancia, come lui stesso tiene a precisare, è mio amico da sempre, e mi è sempre stato vicino nei momenti difficili. Molto colto ed intelligente, riesce sempre a capire il mio punto di vista. Il suo più grande pregio: può raccontare la cosa più stupida riuscendo a renderla la cosa più interessante al mondo. 
Infine c'è Selene, bellissima, gentile, particolare. Mi trasmette allegria e serenità ogni volta che la vedo. E i suoi influssi benefici mi rimangono in corpo per molte ore. Adoro uscire con lei perché mi fa ridere e mi sembra di vivere in una puntata di Sex and the City. 
Eccovi dunque i miei punti di riferimento di questo periodo. Sebbene non siano ovviamente le uniche persone che frequento. Ma a loro voglio dire un grazie particolare perché mi fanno sentire viva e mai sola. 
Je vous aime bien, mes amis ;-)