lunedì 4 novembre 2024

La Filosofia e Star Wars di Matteo Saudino

E bravo Matteo Saudino, vlogger, YouTuber o chiamatelo come volete, che sul suo canale “BarbaSophia, e adesso  anche in questo interessantissimo libro, ci spiega la filosofia con un piglio fresco e giovanile, ma mai banale o superficiale, paragonando le idee dei grandi pensatori del mondo filosofico alle vicende galattiche di Star Wars.
Ma partiamo dall’inizio. Un lunedì mattina qualsiasi, nel bel mezzo dell’intervallo della mia scuola, una mia collega nonché carissima amica mi scrive via Whatsapp che mi aspetta al primo piano. Arrivo e mi porge questo volume: “sono andata ad ascoltarlo alla presentazione del suo libro, e vorrei prestartelo perché, conoscendoti, fa proprio per te”. Mi si allarga il cuore e, con un certo imbarazzo ed una grande gioia inaspettata, lo accetto più che volentieri. Perché sì, la mia collega ha proprio regione, infatti non solo adoro leggere libri di ogni sorta, ma sono una grandissima fan di Luke Skywalker dai tempi della prima elementare, ed insieme ai miei figli, pochissimi anni fa, per qualche tempo avevo persino frequentato un corso di spada laser.
L’idea di questo professore, coadiuvato da un paio di colleghi, è decisamente originale. Il libro è infatti suddiviso in nove sezioni (esattamente come i capitoli dell’intera saga), in ognuno dei quali, come vi ho appena anticipato, si fa un accurato parallelismo tra un filosofo ed un personaggio della saga di Guerre Stellari. Mi sono davvero entusiasmata nel ritrovare i miei “amici” del liceo, che tanto amavo studiare all’epoca, e nel vederli accostati ai cavalieri Jedi. Mi ha appassionata rileggere il pensiero socratico, quello kantiano, così come mi è venuta voglia di approfondire Kierkegaard (di cui ho già ordinato Il diario del seduttore), Heidegger e di informarmi sul femminismo combattivo e rivoluzionario così come sulle sue esponenti, Angela Davis e Nancy Fraser, che prima non conoscevo assolutamente. Ma soprattutto ho apprezzato il capitolo in cui si prendono in esame i droidi e l’intelligenza artificiale e si arriva quindi a citare nientemeno che Alan Turing, ovviamente Asimov e il mio amatissimo Philip K. Dick. Devo aggiungere altro per invogliarvi a leggerlo? Personalmente non mi fermerò a questa prima lettura, e visto che devo restituire questa copia alla mia collega (con un grande GRAZIE per avermi fatto conoscere questa meraviglia), mi toccherà acquistarlo quanto prima per poterlo rileggere e riguardare ed analizzare e studiare a fondo ogni volta che mi va.
Au revoir, mes amis! ;-)



venerdì 1 novembre 2024

La Prima Cosa Bella di Gabriele Romagnoli

Scoperto per caso in vacanza, in bella mostra sullo scaffale di una piccola libreria, La prima cosa bella è una raccolta di alcuni articoli scritti da Romagnoli in cui ricorda cose viste e sentite, condivide opinioni su cose lette, riflette su cose capitate e pensate. 
Gabriele Romagnoli è uno scrittore a dir poco affascinante, personaggio pubblico, ma schivo, talmente discreto che non se ne sa quasi nulla, essenziale nel modo di vivere e di scrivere, dotato di grande sensibilità e coscienza critica, fiducioso che anche chi legge sia altrettanto sensibile. 
Non aspetto di concludere questo post per consigliarvi caldamente di leggerlo, anche tra un libro e l’altro, come è successo a me.
Ad ogni pagina mi sono trovata d’accordo con l’autore e con chi lui cita, come Madre Teresa di Calcutta (“deve pur esistere, esiste un luogo nel mondo in cui i tuoi problemi diventano risorse”), perché basta davvero poco per indorare la pillola, scegliendo parole più gentili, come ci spiega in Già amati; e più andavo avanti a leggere, più mi accorgevo che non mi dispiacerebbe affatto essere una bibliotecaria, che mi viene voglia di visitare l’Umbria e tornare in Francia o partire immediatamente per Madrid, che è meglio se si guarda il mondo al contrario, e che m’incuriosiscono tutti i libri cui accenna (sto già leggendo Un Gentiluomo a Mosca, mentre Cent’anni di solitudine e Il Signore delle Mosche sono immediatamente apparse sulla mia lista dei desideri).
Grazie a questa raccolta di aneddoti  ho appreso di fatti e persone che non conoscevo, ed ogni volta che leggo Romagnoli mi guardo dentro e imparo un po’ di più su me stessa. Mi sono commossa più volte leggendola. E sebbene abbia sempre pensato che i nomi che portiamo siano importanti e ci identifichino più di quanto crediamo (non me ne voglia Giulietta Capuleti), ho capito la potenza che sta dietro ad un nome, leggendo, fra lacrime amare, Chiamalo col suo nome, e riflettendo sulla dedica iniziale, Paola, che riceve  una spiegazione molto più avanti nel volume, a cui si arriva con un “oh!” di stupore e ci porta immancabilmente a riguardare la primissima pagina.
È un libro che consiglio a tutte le persone sensibili, ed anche a quelle che non sanno ancora di esserlo, ma lo scopriranno grazie a questi stralci di vita vissuta fino in fondo al cuore. È un libro che ci aiuta a non smettere di sperare (E luce fu). Si percepisce in più di un racconto l’affetto ed il rispetto per i genitori, il rimpianto per persone che non ci sono più, l’importanza data ai sogni che facciamo di notte e che ci aiutano a tenere vivo chi in vita non è più.
E finisco qui, non vi dico altro. Per cercare di essere essenziale, come Romagnoli.
Leggetelo.
Au revoir, mes amis ;-)