martedì 10 luglio 2018

Mokuren

Nei momenti di panico, per calmarmi, immagino sempre un grande albero di magnolia fiorito davanti a me. Così facendo, il mio respiro rallenta e vengo pervasa da una sensazione di pace antica. Ho letto che la magnolia è originaria del Giappone. Pare che i monaci buddisti la coltivino intorno ai loro templi per ricordarsi della fugacità della vita, di cui è simbolo, in quanto è la prima pianta a fiorire in primavera, ma parimenti perde presto i suoi fiori. Il ciliegio invece, che tanto somiglia all'albero di magnolia, è addirittura sacro per i giapponesi. In giapponese ciliegia si dice sakura. Mentre magnolia si dice mokuren. Se mai avrò due figlie gemelle, avranno sicuramente le guanciotte rosa come i fiori di queste due piante, e ovviamente le chiamerò Sakura e Mokuren. Perché so queste cose? Perché ho letto un'infinità di manga! Sakura e derivati è un nome usatissimo in fumetti e cartoni animati giapponesi; Mokuren invece è la protagonista di uno dei miei manga preferiti in assoluto il cui titolo è "Proteggi la mia terra". Non vi racconterò la storia bellissima di questo fumetto; preferisco non spoilerare e non rovinarvi la sorpresa nel caso in cui vi capitasse di leggerlo o di guardarne l'anime.
Queste le mie riflessioni mentre, seduta sulla macchina di Riccardo, giocherello con la rosellina di carta. Ignoro la meta del nostro viaggio. Ma resto in silenzio, senza far domande. Tanto le sue risposte assurde ed enigmatiche genererebbero in me soltanto la voglia di fare ulteriori domande. In compenso le domande le fa lui:
- "Come hai conosciuto il tizio dei fiori di carta?"
- "Stavo leggendo un eBook al bar. Mattia, anzi, Luca era al tavolo vicino al mio e mi ha chiesto cosa stessi leggendo". 
Perché non ricordo mai il nome di questo tipo? mi chiedo tra me e me.
- "Infatti Kerry, perché non ricordi mai il suo nome?" 
Tra le capacità di questo genio spocchioso c'è anche quella di leggere nel pensiero? Uomo insopportabile!
- "Evidentemente ha una faccia da Mattia più che da Luca."
 Ricky distoglie per un attimo lo sguardo dalla strada e mi lancia un'occhiata veloce e tristissima: "il motivo non è quello e tu lo sai benissimo. Cos'hai sognato l'altra notte?" 
Improvvisamente mi rabbuio; non vorrei parlare del mio sogno, ma lo faccio lo stesso: "Mattia mi moriva tra le braccia. Era così bello... ed era tutto così reale nel dettaglio." 
Riccardo aggiunge con un filo di voce: "ed è stato dolorosissimo."
- "Assolutamente sì. Ma io non so neanche chi sia questo Mattia; non l'ho mai visto. Eppure il suo viso era così vero... C'era tanta gente, e tutti piangevano per la sua morte prematura. E... aspetta un attimo! Tra tutta la gente... c'eri anche tu! E avevi gli occhi lucidi..." Non me n'ero accorta mentre lo sognavo; me ne accorgo solo ora, ricordando il sogno.
- "Non era un sogno, Kerry; era un ricordo delle nostre vite precedenti; e tu stessa lo hai capito quando, i primissimi giorni che frequentavi Luca, hai asserito che eri certa di conoscerlo da sempre, perché è davvero così, vi conoscete da 12.597 anni terrestri." 
Sto cercando di elaborare tutte queste informazioni, ma è davvero troppo per me e sento il mio mal di testa aumentare a dismisura.
Eppure c'è qualcosa che non mi torna. Quella bellissima sensazione di sintonia perfetta con Luca è svanita dopo pochi giorni che lo avevo incontrato, anche se nella mia testa continuavo a confondermi e a chiamarlo Mattia. Allora mi decido a chiedere delucidazioni a Rick; ma mentre sto per farlo, la macchina si ferma.
Ci troviamo davanti ad un bellissimo albero di magnolia fiorito. Inaspettatamente mi sento finalmente a casa. Quella strana nostalgia che mi accompagna sempre in ogni momento delle mie giornate, come se appartenessi ad un altro luogo, come se mi mancasse sempre qualcuno, sembra per un attimo svanire.
- "Kerry, è ora di iniziare a ricordare tutto." 
Riccardo ha ragione: è arrivato il mio momento e ne sono consapevole.


Mokuren (Please, Save My Earth)


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