mercoledì 29 maggio 2024

Stella Meravigliosa di Yukio Mishima

Sicuramente un romanzo che spiazza. Un romanzo che sorprende dall’inizio alla fine. Un romanzo che svela la sofferenza dell’autore, che non perde occasione per parlare di campi di concentramento e di bombe atomiche. 
Stella meravigliosa narra le vicende della famiglia Osugi, i cui componenti hanno da poco scoperto di non essere dei terrestri, bensì di appartenere a quattro diversi pianeti: il padre, Juichiro, sarebbe un marziano, la madre proverrebbe da Giove, il figlio maggiore, Kazuo, da Mercurio, mentre la bellissima e fredda Akiko sarebbe una venusiana.
Credevo di avere tra le mani uno strano romanzo di fantascienza, ma mi sbagliavo. La storia è incentrata sulla missione di questa famiglia di voler salvare l’umanità dalle guerre e dalle brutture del mondo. Ma purtroppo dovranno scontrarsi con chi si approfitta della loro buona fede (come politici e sciupa femmine), ed anche con altri extraterrestri che, altrettanto desiderosi di rendere la Terra una stella meravigliosa, credono però che il modo migliore per farlo sia quello di annientare l’intera umanità.
È un libro che va letto, ma fa male. Tante volte ho sofferto nel leggere come l’autore descrive, con amara ironia, le tragedie correlate alla Seconda Guerra Mondiale. Ma questo ci dimostra quanto lui stesso fosse atterrito dalle atrocità di quel triste periodo. 
I quattro protagonisti sono tutti piuttosto strani, ma alla fine quello per cui ho provato più tenerezza e simpatia è stato sicuramente Juichiro, con il suo zelo nel voler salvare la razza umana, e, proprio come un novello Messia, anche a costo di un eventuale sacrificio finale.
Ci sono stati momenti in cui ho dubitato della loro natura aliena, e non capivo se fossero solo quattro svitati egocentrici e megalomani o se davvero avessero visto nel cielo quei dischi volanti che avrebbero rivelato loro la loro vera identità.
Mi ha stupito inoltre l’attenzione che Mishima mostra per le nazioni europee e la sua conoscenza delle culture e religioni occidentali, di cui mi è parso di scorgere alcuni richiami. 
Il mio consiglio, anche stavolta, è quello di leggere questo capolavoro della letteratura giapponese, ma fatelo in un periodo in cui siete sereni e ben disposti d’animo, o rischierete di non sopportare il dolore che alcune immagini usate dall’autore possono evocare.
Ad ogni modo Yukio Mishima è riuscito ad incuriosirmi parecchio e ho già pronto il suo prossimo libro da leggere :-)
Au revoir, mes amis ;-)



domenica 26 maggio 2024

Equal Rites di Terry Pratchett

Equal Rites (L’arte della magia in Italiano) è il terzo libro della saga del Mondo Disco (Discworld). Su questo bizzarro pianeta piatto (ne saranno lieti i terrepiattisti), che viaggia nell’universo trasportato da quattro elefanti ritti sul dorso della Grande A’Tuin (una gigantesca tartaruga spaziale), si susseguono le avventure di maghi inetti e strampalati che “fumano, come tutti sanno” (Il Colore della Magia), di streghe che ci terrorizzano con il loro sguardo severo da tate arrabbiate, di eroi da strapazzo e molti altri. Qui nel Mondo Disco il numero otto è decisamente ricorrente ed importante: l’ottarino è infatti il colore della magia nonché l’ottavo colore dello spettro, “l’indiscusso pigmento dell’immaginazione” (Il Colore della Magia); inoltre diventa mago solo l’ottavo figlio maschio di un ottavo figlio maschio, motivo per cui i maghi non possono sposarsi o si rischia di avere un ottavo figlio di un ottavo figlio di un ottavo figlio, ovvero “un mago al quadrato. Una fonte di magia. Uno stregone” (Stregoneria). Ed è proprio nel numero otto l’inghippo di Equal Rites: il mago Drum Billet, ormai morente, si reca nel villaggio di Bad Ass per incontrare il fabbro Gordo Smith, un ottavo figlio, padre di sette figli, la cui moglie sta per partorire. Appena Granny Weatherwax, strega ed ostetrica del villaggio, entra nella stanza con il bebè in braccio, Drum Billet si avvicina per consegnare il proprio bastone da mago al bambino… o meglio, alla BAMBINA. Ma si sa, solo gli uomini possono ambire alla carriera di maghi, mentre le donne possono aspirare soltanto a diventare streghe. Eskarina Smith, per tutti Esk, raggiunta l’età di otto anni ed avuto un assaggio dei propri poteri, non si troverà d’accordo con questa regola sessista. Istruita nelle arti magiche da Granny (addestrata perciò ad una magia più concreta, da strega, e non a quella più astratta, da mago), farà di tutto per trovare l’Unseen University, o Università Invisibile, ed esserne accettata di diritto come studentessa, avendo ricevuto alla nascita il bastone ed essendo quindi lei stessa un mago a tutti gli effetti. Dopo rocambolesche avventure tipiche del genere fantasy-comico di cui Pratchett è stato maestro indiscusso, scopriremo chi avrà ragione, se i maghi e le streghe che vogliono tenere ben separati i loro ruoli o l’intraprendente Esk. Ovviamente non vi spoilero nulla. Vi svelo però che Terry Pratchett è l’autore che più di ogni altro mi da felicità. Leggo i suoi libri e mi immergo totalmente nel mondo da lui creato per sentirmi allegra e spensierata, e per ridere, ridere, e ridere. Ho letto i suoi libri non sempre in ordine cronologico, anche perché spesso non è necessario, ed in tutti ho apprezzato sia la sua comicità, sia la sua sensibilità ed il grande cuore che ci mette nel descrivere personaggi, situazioni e finali sempre meravigliosi. Se leggerete i suoi libri in inglese (personalmente ne ho letti alcuni in inglese e altri in italiano), vi potrete godere maggiormente i giochi di parole che ogni tanto usa: già il titolo di Equal Rites, “riti uguali”, si pronuncia esattamente come equal rights, “pari diritti”, ed infatti si parla proprio dei diritti delle donne a studiare all’università della magia, invece che occuparsi solo di una magia molto più pratica e, per così dire, meno magica.
Il consiglio che posso darvi è di entrare anche voi a far parte al più presto del Mondo Disco. Questo è il terzo romanzo della saga, ma il primo del ciclo delle streghe, ecco perché partire da qui potrebbe essere un modo per appassionarvi a questo strano, magico mondo :-)
Au revoir, mes amis! ;-)



martedì 7 maggio 2024

Klara e il sole di Kazuo Ishiguro

 “Prima di vedere quella coppia non mi era mai passato per la mente che un AA potesse stare con un bambino che lo detestava e che non lo voleva più, e che potessero comunque rimanere insieme”. Questa la saggia considerazione che Klara fa nella prima parte di Klara e il sole. E chi di noi può dire di non essersi riconosciuto almeno una volta in una situazione del genere? Attraverso il racconto in prima persona di tutta la sua vita, Klara ci fa riflettere su molti aspetti delle relazioni interpersonali.
Klara non è una semplice bambina, ma un AA, ovvero un robot che si nutre di energia solare. È un AA decisamente sofisticato, sebbene non il più sofisticato che si possa trovare in commercio, eppure ha qualcosa di diverso dagli altri; esattamente come succede ai bambini, anche gli AA possono avere qualità peculiari che li distinguono, e Klara ha una sensibilità speciale ed una notevole capacità di osservazione.
Fin dai tempi di Blade Runner, ed anche prima, ci siamo posti il quesito di quanto un androide, una “macchina”, possa nutrire sentimenti e provare emozioni, ma anche stavolta Ishiguro va oltre (d’altra parte non si prende il Nobel per caso), e le sue domande non si fermano qui. 
“Ciò che mi diventava ogni giorno più chiaro era fino a che punto gli umani, pur di evitare di sentirsi soli, potessero compiere manovre molto complesse e pressoché incomprensibili”: ed in effetti da sempre cerchiamo di evitare la solitudine e la paura del vuoto, da sempre quindi ci aggrappiamo alla speranza, alla religione, alla filosofia, all’amicizia, all’amore. E se lo facciamo noi, perché non dovrebbe farlo un essere creato a nostra immagine e somiglianza? Ecco quindi che Klara osserva le persone, osserva ciò che ha intorno, osserva tutto, perché ogni cosa può essere fondamentale per comprendere le persone che la circondano, così da non recare loro danno, e addirittura poter fare il meglio per loro, così da concedere loro la giusta privacy quando si rende necessario (e privacy è un termine che viene ripetuto spessissimo da Klara, proprio perché per lei è importantissima la discrezione). 
Persino io, che fin da bambina sono sempre stata terrorizzata dai robot umanoidi, desidererei tantissimo avere una Klara in casa, come migliore amica con cui ridere e confidarmi, o come spalla su cui piangere. Perché Klara saprebbe sempre cosa dirmi e come comportarsi.
Klara stessa è bisognosa d’amore, ma preferisce elargirlo più che riceverlo; ed è pronta a sacrificare parte di sé per chi ama. Klara impara a pregare il suo dio, senza averlo visto fare da nessuno, senza che nessuno glielo insegni, perché evidentemente è ciò che sente in fondo al suo cuore o nella sua anima. Questo non ce lo suggerisce apertamente l’autore, ma la riflessione nasce spontanea durante la narrazione, e per quel che mi riguarda chi spera e si rifugia nelle preghiere, non può che avere un cuore ed un’anima. 
Vi cito una frase che ho apprezzato tantissimo e che avevo un gran bisogno di leggere, e ringrazio la dolce Klara per averla condivisa con noi lettori: “[…] avevo anche cominciato a capire che […] la gente sentiva il bisogno di predisporre un aspetto di sé da mostrare ai passanti - come avrebbe fatto nella vetrina di un negozio - e che non era il caso di prendere troppo sul serio quel lato esibito, una volta passsto il momento”.
Appena chiuso il libro, avrei

tanto desiderato avere il numero di telefono di Ishiguro per condividere con lui i miei pensieri e per tempestarlo di domande. 
E con questo romanzo, Kazuo Ishiguro si conferma uno degli scrittori che preferisco in assoluto. Va da sé che vi consiglio vivamente di leggerlo. E vorrei qui ringraziare la mia carissima amica e collega che alcuni mesi fa, col suo meraviglioso sorriso e lo sguardo sempre sognante quando parla di libri, mi aveva detto: “ho letto Klara e il sole di Ishiguro, ti ho proprio pensata, perché è scorrevole e delicato, ti piacerebbe.”
Mi raccomando, se lo leggerete, scrivetemi e ditemi le vostre opinioni :-)
Au revoir, mes amis! ;-)