mercoledì 31 luglio 2024

Un cappello pieno di stelle di Terry Pratchett

Ve l’avevo scritto alla fine della scorsa recensione che avevo già in mano la seconda avventura di Tiffany Aching, perché ero proprio curiosa di sapere come sarebbe cresciuta la nostra piccola, ma potentissima, strega.
In Un cappello pieno 
di stelle ritroviamo il Mondodisco, ed il Gesso (che ne è parte), da cui Tiffany, ora undicenne, si allontana momentaneamente per andare a fare “magicantato”, il praticantato stregonesco, da Miss Level, una strega un po’ bizzarra, ma sicuramente buona ed altruista, e di cui Madame (Nonnina) Weatherwax, ha una grande stima. In questo libro tornano anche i simpaticissimi, impavidi, sbullonati, nonché super tatuati Nac Mac Feegle, i lealissimi amici di Tiffany, alti non più di quindici centimetri. Ed anche questa volta si riveleranno un preziosissimo aiuto per la nostra intrepida aggia (“strega” nella loro lingua; a proposito, a partire dal secondo romanzo del ciclo di Tiffany, troverete all’inizio di ogni libro un glossario delle strane parole usate dai piccoli uomini liberi, stilato nientemeno che da Miss Perspicacia Tick nel suo saggio “Fate e come evitarle”). 
Nel suo lungo percorso di crescita, quasi fosse una serie di Bildungsroman, Tiffany si ritroverà questa volta ad affrontare un temibilissimo mostro invisibile che non può essere ucciso e che combinerà un sacco di guai; riuscirà quindi la nostra eroina ad escogitare un modo per rimettere le cose al loro posto? Lascio che siate voi a scoprirlo, leggendo il romanzo.
Questo libro mi è piaciuto persino più del primo. Terry Pratchett non finirà mai di stupirmi con la sua saggezza, la sua sensibilità e il suo saper descrivere così bene l’animo umano. La società dell’apparire e del possedere beni materiali da sfoggiare come status symbol ci offusca la mente, rendendoci quasi ciechi e ci fa perdere il contatto con la realtà, in ogni mondo, in ogni universo; eppure questi beni materiali sono solo “giocattoli”, perché “non contano le cose, ma le persone”.
Anche in questa nuova avventura Tiffany si dimostrerà un’ottima allieva, pronta ad apprendere le lezioni impartitele dalla vita o da chi ha più esperienza di lei. È una strega decisamente in gamba, determinata, che non molla mai la presa, ma non per questo è esente da dubbi, e imparerà che è importante ricordarsi sempre chi siamo, anche e soprattutto quando veniamo derisi o peggio ancora quando non ci viene dato credito. E quanto mi hanno riempito il cuore le parole e gli insegnamenti che ho letto in queste pagine, insegnamenti di cui tutti dovremmo fare tesoro, ricordandoli ogni giorno, cosicché quando ci capitano situazioni spiacevoli nella vita, sul lavoro, o nelle relazioni interpersonali, riusciamo comunque a stare in piedi, in equilibrio, perché troviamo “il cuore e l’anima e il centro della questione”. In particolare voglio citarvi una frase che, a maggior ragione letta in questo periodo per me delicato, mi ha fatta commuovere: “questo è un mondo ingiusto, bambina. Sii felice di avere degli amici”. E approfitto di questa saggia considerazione di Madame Weatherwax per ringraziare tutte le persone che mi vogliono bene e che mi stanno sempre vicine, …ed anche voi lettori del mio blog: grazie!
Credo sia superfluo consigliarvi caldamente di leggere questo libro <3
Au revoir, mes amis! ;-)




giovedì 18 luglio 2024

Niun re! Niuna reina! Niun padrone! Mai più abbindolar ci faremo!

“Niun re! Niuna reina! Niun padrone! Mai più abbindolar ci faremo!” Con questo grido i piccoli uomini liberi (wee free men in inglese) vanno all’attacco ogni volta che ce n’è bisogno, o che non ce n’è bisogno. Questi spiritelli blu dai capelli rossi, piuttosto rozzi, sempre pronti ad arraffare, azzuffarsi e fare bisboccia, che parlano una lingua stranissima (un misto di dialetti e linguaggi desueti), in L’intrepida Tiffany e i piccoli uomini liberi di Terry Pratchett partono all’avventura insieme a Tiffany Aching (si legge Akin) per ritrovare il suo fratellino scomparso.

Per me leggere le storie del Mondodisco (Discworld) equivale a sentirmi a casa, nonostante spesso descrivano lunghi viaggi, e nonostante siano ambientate in un universo ben lontano dal nostro. E come sempre mi accade con i libri di Terry Pratchett, anche questo mi ha fatto affezionare talmente tanto ai suoi personaggi da non riuscire più a lasciarli andare.
Tiffany è una bambina di nove anni con le qualità giuste per diventare una streghetta con i fiocchi, come s’intuisce subito dall’interesse che mostra per lei Miss Perspicacia Tick. D’altra parte i pregi migliori posseduti da questa sveglia ragazzina sono l’intelligenza, la curiosità e tanta voglia d’imparare sempre cose nuove. E non è bionda con gli occhi azzurri, né ha i capelli rossi e gli occhi verdi, quindi non sarà salvata come accade alle principesse, ma i suoi capelli castani e gli occhi nocciola la porteranno a voler diventare una strega e a dimostrarsi una vera eroina.
Questo romanzo mi ha ricordato, a tratti, Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie, Peter Pan, Coraline, e Le cronache di Narnia, tutte opere che sicuramente l’autore conosceva molto bene. Ed infatti Tiffany si ritroverà intrappolata nei sogni (come Alice), incontrerà dei ragazzi perduti (come Peter Pan), farà la conoscenza di inquietanti figure femminili (come Coraline), e combatterà contro una regina delle nevi (come i fratelli Pevensie contro Jadis).
Anche qui, come succede in Terminator con John Connor, ci si appassiona ad un personaggio che non si vede, ma di cui si parla molto: Nonnina Aching, un tempo Sarah Grizzel. Questa avventura mi è piaciuta così tanto che ho già in mano il seguito, Un cappello pieno di stelle. Sono proprio curiosa di vedere come crescerà ancora la nostra piccola Tiffany Aching, di cui Nonnina sarebbe di certo fierissima.
E voi cosa state aspettando? Affrettatevi a leggerlo! Non ve ne pentirete :-)
Au revoir, mes amis! ;-)



sabato 6 luglio 2024

Sei morti, due amori e un cassetto


Oggi vi parlo di un libro che mi ha emozionata dalla prima all’ultima pagina e che ho comprato perché “l’autore”, che ho conosciuto in libreria, me l’ha presentato talmente bene che non ho saputo resistere alla tentazione di leggerlo immediatamente.
Si tratta di una raccolta di undici storie che l’autore
sostiene di aver collezionato durante i suoi viaggi e che si è semplicemente limitato a raccontare.
Il primo aneddoto (geniale! forse il mio preferito) mi ha letteralmente lasciata a bocca aperta: non avrei mai pensato ad un racconto di posate in rivolta dentro un cassetto. Per non parlare della seconda storia, bellissima anche quella, in cui in poche pagine riesce a caratterizzare benissimo i personaggi, e la cui trama ha un che dei gialli di Agatha Christie. E via così, con racconti un po’ più lunghi ed altri un po’ più corti, in un susseguirsi di trame molto diverse tra loro, ma tutte narrate con un piglio fresco ed accattivante che invogliano a finire ogni storia velocemente e a passare subito alla successiva. Ho apprezzato tantissimo il racconto, un po’ fantasy ed un po’ gotico, del fantasma dei sigari, al termine del quale sono rimasta con la bocca a forma di “O” per lo stupore di un finale decisamente inaspettato. Ho poi provato empatia per chi teme a tal punto di fallire da restare impantanato nelle sue stesse paure, oppure alla fine ne esce, ed è finalmente fuori; per chi affronta una malattia con coraggio e si preoccupa di fare il bene delle persone che ama; per chi vede naufragare la propria felicità dentro un divorzio doloroso; per chi si ostina a credere di non essere morto e di aver gabbato tutti. Mi è anche piaciuta la delicatezza con cui si accenna ai negozietti, un tempo tramandati di padre in figlio, che purtroppo vanno via via scomparendo, soppiantati dalle grandi catene. Ho letto con tenerezza del vecchio saggio che tutti vorremmo incontrare almeno una volta nella vita. E ho temuto il peggio per la “Viola Violata” che incontriamo verso la fine: una storia, il cui argomento potete intuire dal titolo, raccontata con sofferenza, che si teme sia stata vissuta davvero, talmente sentita nel profondo che solo una ragazza saprebbe raccontarla così… oppure, forse, questa storia potrebbe essere stata scritta da due giovani uomini… perché sì, forse Jacques B. Ouses non è chi dice di essere, e non ha l’età  che dice di avere. Forse, anzi, è ben più giovane di quel che ci fa credere. E sta anche qui la sua grandezza: riesce ad appassionarci con le sue storie e sa lasciare molto, moltissimo, in fondo ai nostri cuori, nonostante la sua esperienza di vita sia molta meno di quel che si legge sul retro di copertina.
Quindi ti faccio i miei più sinceri complimenti, caro Jacques, perché il tuo libro mi ha vista a dir poco entusiasta. E ti chiedo di deliziarci ancora con le tue originalissime storie negli anni a venire. Ho solo una domanda per te: ho contato ben più di sei morti ed almeno tre amori, ma giustamente un unico cassetto. Ci spiegherai quindi la scelta del titolo? Oppure sarà questo l’ultimo mistero che ci regalerai in un libro pieno di misteri :-)
Au revoir, mes amis! ;-)