sabato 6 luglio 2024

Sei morti, due amori e un cassetto


Oggi vi parlo di un libro che mi ha emozionata dalla prima all’ultima pagina e che ho comprato perché “l’autore”, che ho conosciuto in libreria, me l’ha presentato talmente bene che non ho saputo resistere alla tentazione di leggerlo immediatamente.
Si tratta di una raccolta di undici storie che l’autore
sostiene di aver collezionato durante i suoi viaggi e che si è semplicemente limitato a raccontare.
Il primo aneddoto (geniale! forse il mio preferito) mi ha letteralmente lasciata a bocca aperta: non avrei mai pensato ad un racconto di posate in rivolta dentro un cassetto. Per non parlare della seconda storia, bellissima anche quella, in cui in poche pagine riesce a caratterizzare benissimo i personaggi, e la cui trama ha un che dei gialli di Agatha Christie. E via così, con racconti un po’ più lunghi ed altri un po’ più corti, in un susseguirsi di trame molto diverse tra loro, ma tutte narrate con un piglio fresco ed accattivante che invogliano a finire ogni storia velocemente e a passare subito alla successiva. Ho apprezzato tantissimo il racconto, un po’ fantasy ed un po’ gotico, del fantasma dei sigari, al termine del quale sono rimasta con la bocca a forma di “O” per lo stupore di un finale decisamente inaspettato. Ho poi provato empatia per chi teme a tal punto di fallire da restare impantanato nelle sue stesse paure, oppure alla fine ne esce, ed è finalmente fuori; per chi affronta una malattia con coraggio e si preoccupa di fare il bene delle persone che ama; per chi vede naufragare la propria felicità dentro un divorzio doloroso; per chi si ostina a credere di non essere morto e di aver gabbato tutti. Mi è anche piaciuta la delicatezza con cui si accenna ai negozietti, un tempo tramandati di padre in figlio, che purtroppo vanno via via scomparendo, soppiantati dalle grandi catene. Ho letto con tenerezza del vecchio saggio che tutti vorremmo incontrare almeno una volta nella vita. E ho temuto il peggio per la “Viola Violata” che incontriamo verso la fine: una storia, il cui argomento potete intuire dal titolo, raccontata con sofferenza, che si teme sia stata vissuta davvero, talmente sentita nel profondo che solo una ragazza saprebbe raccontarla così… oppure, forse, questa storia potrebbe essere stata scritta da due giovani uomini… perché sì, forse Jacques B. Ouses non è chi dice di essere, e non ha l’età  che dice di avere. Forse, anzi, è ben più giovane di quel che ci fa credere. E sta anche qui la sua grandezza: riesce ad appassionarci con le sue storie e sa lasciare molto, moltissimo, in fondo ai nostri cuori, nonostante la sua esperienza di vita sia molta meno di quel che si legge sul retro di copertina.
Quindi ti faccio i miei più sinceri complimenti, caro Jacques, perché il tuo libro mi ha vista a dir poco entusiasta. E ti chiedo di deliziarci ancora con le tue originalissime storie negli anni a venire. Ho solo una domanda per te: ho contato ben più di sei morti ed almeno tre amori, ma giustamente un unico cassetto. Ci spiegherai quindi la scelta del titolo? Oppure sarà questo l’ultimo mistero che ci regalerai in un libro pieno di misteri :-)
Au revoir, mes amis! ;-)



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