Tutto questo parlare della Buona Scuola mi ha fatto sorgere una riflessione sui bravi insegnanti. Lungi da me il voler parlare di politica in questo blog. Ma dobbiamo prendere atto che negli ultimi anni, grazie ad affermazioni di uomini influenti nel campo della politica e dell'informazione, la figura dell'insegnante è stata progressivamente svalutata.
Molti di voi avranno visto "L'attimo fuggente". E avrete sicuramente sognato di quanto sarebbe, o sarebbe stato, bello avere un insegnante come John Keating / Robin Williams. Ora, non vorrei smontare i vostri sogni, ma credete davvero sia possibile usare, in questo secolo, i suoi metodi di insegnamento? Se gli studenti di un liceo venissero invitati a strappare le pagine di un libro, storcerebbero probabilmente il naso, pensando che quel libro è stato pagato almeno 30 euro. Se invece lo stesso invito venisse fatto agli studenti di un professionale, ecco cosa potrebbe succedere: 1) risponderebbero che non hanno il libro perché l'hanno ordinato due mesi fa, ma incredibilmente non è ancora arrivato. 2) strapperebbero volentieri le pagine dell'introduzione se non avessero dimenticato il libro a casa o non l'avessero già venduto, credendo che "tanto non l'avremmo più usato". 3) strapperebbero le pagine dell'introduzione, quelle centrali, quelle della conclusione, darebbero fuoco al libro con il loro fidato accendino, e infine salirebbero in piedi sul banco, trionfanti, ma non certo per recitare "O capitano! Mio capitano!".
Forse, invece di sognare un insegnante "irreale" come Keating, dovremmo imparare a riconoscere e apprezzare i bravi insegnanti "reali" quando ce li troviamo di fronte.
Vorrei a questo proposito parlare di un insegnante che avevo al liceo. Se penso ad un insegnante valido e appassionato al suo lavoro, penso a lui. Lui che mi ha insegnato a studiare la storia in modo non mnemonico, non come un semplice susseguirsi di date e fatti, ma a capire col ragionamento il perché di alcuni avvenimenti, accostandoli al pensiero filosofico dell'epoca. Lui, grazie al quale ricorderò sempre con piacere "Il leviatano" di Hobbes, "Le affinità elettive" di Goethe, "1984" di Orwell. Lui che mi ha fatto scoprire Philip K. Dick e che mi ha fatto amare "Blade Runner" anche più di quanto già lo amassi. Lui che ci ha mostrato la bruttezza dei totalitarismi, di destra o sinistra che siano. Lui che mi ha fatto venire ancor più voglia di visitare gli Stati Uniti d'America, dove, a suo dire, "le autostrade sembra che ti portino verso l'infinito". Lui, che quando l'ho rivisto due o tre anni fa, dopo quasi vent'anni, si è ricordato di me. Perché è soprattutto questo che rende "bravo" un insegnante: essere in grado di farsi ricordare dai suoi alunni, ed essere altresì in grado di ricordarsi dei suoi alunni.
Se penso ad un bravo insegnante quindi, penso sicuramente prima a lui che a John Keating.
Au revoir, mes amis! ;-)
Molti di voi avranno visto "L'attimo fuggente". E avrete sicuramente sognato di quanto sarebbe, o sarebbe stato, bello avere un insegnante come John Keating / Robin Williams. Ora, non vorrei smontare i vostri sogni, ma credete davvero sia possibile usare, in questo secolo, i suoi metodi di insegnamento? Se gli studenti di un liceo venissero invitati a strappare le pagine di un libro, storcerebbero probabilmente il naso, pensando che quel libro è stato pagato almeno 30 euro. Se invece lo stesso invito venisse fatto agli studenti di un professionale, ecco cosa potrebbe succedere: 1) risponderebbero che non hanno il libro perché l'hanno ordinato due mesi fa, ma incredibilmente non è ancora arrivato. 2) strapperebbero volentieri le pagine dell'introduzione se non avessero dimenticato il libro a casa o non l'avessero già venduto, credendo che "tanto non l'avremmo più usato". 3) strapperebbero le pagine dell'introduzione, quelle centrali, quelle della conclusione, darebbero fuoco al libro con il loro fidato accendino, e infine salirebbero in piedi sul banco, trionfanti, ma non certo per recitare "O capitano! Mio capitano!".
Forse, invece di sognare un insegnante "irreale" come Keating, dovremmo imparare a riconoscere e apprezzare i bravi insegnanti "reali" quando ce li troviamo di fronte.
Vorrei a questo proposito parlare di un insegnante che avevo al liceo. Se penso ad un insegnante valido e appassionato al suo lavoro, penso a lui. Lui che mi ha insegnato a studiare la storia in modo non mnemonico, non come un semplice susseguirsi di date e fatti, ma a capire col ragionamento il perché di alcuni avvenimenti, accostandoli al pensiero filosofico dell'epoca. Lui, grazie al quale ricorderò sempre con piacere "Il leviatano" di Hobbes, "Le affinità elettive" di Goethe, "1984" di Orwell. Lui che mi ha fatto scoprire Philip K. Dick e che mi ha fatto amare "Blade Runner" anche più di quanto già lo amassi. Lui che ci ha mostrato la bruttezza dei totalitarismi, di destra o sinistra che siano. Lui che mi ha fatto venire ancor più voglia di visitare gli Stati Uniti d'America, dove, a suo dire, "le autostrade sembra che ti portino verso l'infinito". Lui, che quando l'ho rivisto due o tre anni fa, dopo quasi vent'anni, si è ricordato di me. Perché è soprattutto questo che rende "bravo" un insegnante: essere in grado di farsi ricordare dai suoi alunni, ed essere altresì in grado di ricordarsi dei suoi alunni.
Se penso ad un bravo insegnante quindi, penso sicuramente prima a lui che a John Keating.
Au revoir, mes amis! ;-)
Verissimo ciò che hai scritto !!!
RispondiEliminaSono contenta che la pensi come me, Lidia :-) sei un'insegnante?
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