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venerdì 29 gennaio 2016

Buon viaggio su Marte, Duca Bianco.

L'Inghilterra ha pianto ultimamente, e noi con lei. Questo post arriva tardivo, mi sembrava che le parole che si stessero spendendo al proposito fossero già troppe, e che altre parole sarebbero risultate ridondanti. Ma adesso sono pronta a dire la mia, ora che il resto del web tace sull'argomento. Nel giro di due settimane e mezzo sono scomparsi tre fra i personaggi più celebri ed amati della recente storia inglese: in ordine cronologico, Lemmy dei Motorhead (24/12/1945 - 28/12/2015), David Bowie (08/01/1947 - 10/01/2016), Alan Rickman (21/02/1946 - 14/01/2016). Tutti e tre avevano più o meno la stessa età e se ne sono andati tutti in prossimità dei loro compleanni. E per lo stesso terribile motivo: il cancro. Inutile raccontare chi erano e cosa hanno fatto. Io non ho mai ascoltato i Motorhead, eppure ho sempre saputo chi fosse Lemmy Kilmister, con quegli strani baffi, i basettoni, i capelli lunghissimi e i cappelli da cowboy. Se mi veniva detto che il nome di un gatto, o addirittura di un bambino, era Lemmy, intuivo subito che era un omaggio a questo cantante dall'aspetto pazzo. E che dire di David Bowie? Le sue canzoni le conosciamo tutti, essendo anche sigle di telefilm e programmi televisivi. Incredibilmente eclettico, in tanti abbiamo amato le sue molteplici trasformazioni, da Ziggy Stardust al Duca Bianco. E pensare che quando ero poco più che bambina mi faceva paura: dicevo che aveva la faccia da serpente, con quella pelle incredibilmente liscia e quello sguardo da cattivo. No, non era la pupilla dilatata del suo occhio sinistro che mi spaventava; era proprio il suo sguardo, enigmatico, fascinoso e magnetico che mi terrorizzava, eppure al tempo stesso mi attirava. Non era solo un catante, ma anche un attore. Quando ero ragazzina avevo visto Absolute Beginners perché ero una grandissima fan di Patsy Kensit. E ricordo che Bowie in quel film, come anche nel video di Fame '90 (suo primo video che ho visto) mi spaventava e affascinava. E a proposito di attori, parliamo di Alan Rickman, o meglio, di Severus Snape di Harry Potter. Non si sarebbe potuto trovare nessuno più adatto alla parte. Ho comunque amato ogni sua interpretazione, dal Colonnello Brandon in Sense and Sensibility di Ang Lee a Harry in Love Actually, ma questa di Snape è stata a dir poco magistrale.
E così questi geni indiscussi del cinema e della musica ci lasciano. Noi li salutiamo, consci del fatto che l'immortalità se la sono guadagnati da tempo grazie alla loro meritatissima fama. Ma lasciatemi fare un saluto particolare all'uomo che ha cantato Life on Mars, canzone che da un anno e mezzo canto quasi quotidianamente insieme ai miei figli: buon viaggio su Marte, Duca Bianco.