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domenica 5 febbraio 2017

E guardo il cielo cercando te

Non avevo più sentito Riccardo da quella meravigliosa, seppur stranissima, sera di ottobre. Non ricordavo neanche come fosse finita la serata. E continuo a non ricordarlo. So solo che al mattino mi ero svegliata con la sensazione di essere stata studiata da qualcuno... o da qualcosa. Vi premetto che sono astemia, quindi non erano i postumi dell'alcol. Il giorno dopo tornai più volte sulla strada percorsa con Ricky, quella in cui c'erano tutte quelle luci a LED impazzite. Ma niente, era tutto assolutamente normale, nessun salto temporale, i cartelloni pubblicitari notati la sera prima e che non ricordavo di aver mai visto erano tutti magicamente spariti. O forse non c'erano mai stati.
Io non sono una che lascia perdere facilmente, e se mi intestardisco nel voler scoprire qualcosa, non ho paura di niente (non credo sia un bene sinceramente); quindi per qualche giorno continuai a percorrere quella strada in cerca di indizi, e mi documentai persino su Internet, sperando di trovare qualcuno che avesse vissuto un'esperienza simile alla mia. Ma era come se tutto l'universo intorno a me mi stesse volutamente tacendo un segreto che mi riguardava. Alla fine dovetti arrendermi e smisi di indagare, anche perché non stavo venendo a capo di nulla.
Decisi anche di non sentire Ricky per un po'. Non mi fidavo di lui. Se davvero esistevano gli alieni, e se questi alieni erano realmente, disgraziatamente interessati a me (ma perché mai poi dovrebbero interessarsi proprio a me? che sono io, un fenomeno da baraccone??), c'era un'alta probabilità che Riccardo fosse in combutta con loro, o peggio ancora, che fosse uno di loro. 
Ma un paio di settimane fa non potei fare a meno di chiamarlo. Avevo appena terminato una traduzione urgentissima dall'inglese all'italiano, e prima di riuscire a salvarla sulla mia trendyissima chiavetta rosa Barbie, il portatile si spense all'improvviso. E non c'era verso di riaccenderlo. Non avevo altra scelta che chiamare la mia solita ancora di salvezza: "Riccardo-comestai-scusasetidisturbo-hounproblemaurgente", dissi tutto d'un fiato. Gli spiegai velocemente la situazione e gli chiesi di aiutarmi a rifare la traduzione che avrei dovuto consegnare il mattino seguente. Ovviamente gli avrei dato metà del compenso. Riccardo rispose: "NON parlarmi di soldi, ti aiuto volentieri; un attimo e sono da te".
- "Ma no Ricky, te la mando via mail col cellulare". E nel dirlo, diedi uno sguardo veloce al suo indirizzo email: che strano, pensai, a differenza dei soliti indirizzi email usati in ambito lavorativo, in cui compaiono di norma il nome e il cognome dell'utente, nel suo c'era sì il nome, ma solo l'iniziale del cognome: "A". Mentre riflettevo su tutto questo, mi stavano già suonando alla porta. Possibile che fosse lui? "Ma se abita a mezz'ora di macchina da casa mia...", mi dissi perplessa. Guardai dallo spioncino: era lui. "Stavi passando qui sotto?", gli chiesi incredula, "o sei un cugino del Capitano Kirk e avete usato assieme il teletrasporto?". Rispose semplicemente: "Ahahah!" e non so ancora adesso come abbia fatto ad arrivare lì così in fretta. Ad ogni modo mi chiese di poter dare un'occhiata al mio computer. Glielo feci vedere senza esitare, commentai però che lui era un genio nel tradurre dal tedesco e dall'inglese, ma non era un ingegnere informatico, quindi non vedevo l'utilità della cosa. E invece nelle sue mani il portatile ripartì all'istante, la luce dello schermo si rifletteva nei suoi occhi ed ebbi quasi l'impressione che stesse elaborando dentro di sé i dati del software. Era davvero un alieno? o c'erano dei geni alieni nel suo DNA umano? Non lo sapevo, l'unica cosa di cui mi rendevo conto mentre lo guardavo lavorare per salvarmi, seduto sul mio letto, era solo che fosse bellissimo. Non mi ero mai accorta che fosse così tanto bello. Appena l'avevo conosciuto neanche mi piaceva. E invece era proprio bello, senza quasi nessuna ruga, nonostante avesse un paio d'anni più di me. Aspettate un attimo? Quanti anni ha Ricky? Mi accorsi solo in quel momento di non saperlo, ed era strano perché sono fissata con le date e chiedo sempre a tutti la loro esatta data di nascita. Chissà perché a lui non l'avevo mai chiesta. Non gli avevo neanche mai fatto gli auguri per il compleanno...
Comunque il computer era magicamente ripartito, la traduzione miracolosamente ripristinata e finalmente spedita al destinatario, quindi proposi a Riccardo una bevuta al bar per ringraziarlo di avermi salvata per l'ennesima volta. Lui accettò, salimmo sulla sua macchina, ma anziché dirigersi verso il nostro bar di fiducia, mi portò in un ristorante lussuosissimo in cui non ero mai stata. Non obiettai nulla, del resto offrirgli una cena era più che sensato, visto l'enorme favore che mi aveva fatto. 
Passammo un'altra serata meravigliosa, ridendo e scherzando su qualsiasi argomento. Quando mi alzai per pagare, scoprii che aveva già pagato lui, come al solito. Capito? Si era precipitato a casa mia per aggiustarmi il computer e salvare il mio lavoro, e non mi aveva neanche permesso di sdebitarmi. "Altro che cavaliere", dissi tra me, "questo è un principe delle favole, o delle stelle". Mi riaccompagnò a casa subito dopo la cena. Aspettò di vedermi entrare dal portone prima di andarsene. Ma appena entrata realizzai che di nuovo non gli avevo chiesto la data del suo compleanno e nemmeno il suo cognome. Così tornai immediatamente sui miei passi, ma si era già volatilizzato. Rapito dagli alieni? O semplicemente rientrato sulla sua astronave-casa? Forse stavo veramente lavorando troppo di fantasia.
Riccardo A... Chissà per cosa sta quella "A"? Alieno, senza dubbio. E da quel giorno nella mia testa l'ho soprannominato Rick Alien. 
In queste ultime due settimane gli ho scritto messaggi quasi quotidianamente. E lui mi risponde sempre con infinita gentilezza. Lo sa di essere da sempre il mio paracadute nei miei momenti bui, e la cosa non pare disturbarlo. Sa che mi basta una sua parola per sentirmi subito più serena, e d'altra parte a lui non costa nulla rendermi felice in questo modo. Non si diverte più a fare il prezioso con me come faceva un anno fa. E pensare che appena l'avevo conosciuto ero io che facevo la preziosa con lui, perché proprio non lo sopportavo. Poi ci siamo conosciuti meglio. E adesso eccoci ancora qui. Non ne sono innamorata e lo sa, ma gli sono grata perché ogni volta che lo vedo mi regala un sogno e mi permette di fantasticare ancora sull'amore, sebbene io non ci creda più da tempo.
Non so quando lo rivedrò; sicuramente passeranno mesi, perché ogni volta capita così. E sicuramente è umano, perché io sono troppo scettica per ritenere reali fenomeni paranormali e sovrannaturali. Ma mi piace pensare che sia troppo perfetto per essere umano: così bello, affascinante e geniale; simpatico, ma a tratti spocchioso, stile Mr. Darcy. E quando scorgo una strana luce tra le stelle, cerco di capire se sia lui con la sua navicella.
...E ogni sera guardo il cielo, aspettando, cercando Rick Alien...
E spero vivamente per tutti voi che anche voi abbiate il vostro paracadute, il vostro personalissimo Rick Alien che vi regala sogni quando più ne avete bisogno.
Au revoir, mes amis... ;-)

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