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domenica 11 febbraio 2024

Essere figlio di Oscar Wilde

Quando chiediamo, l’Universo risponde. E così è stato anche questa volta. Dopo essere rimasta orfana del colossale American Gods di Neil Gaiman, di cui ho scritto una recensione nel post precedente, cercavo un libro totalmente diverso, che mi aiutasse a sbarazzarmi di tutto lo stress accumulato recentemente e che mi ricordasse soprattutto quanto sia giusto e doveroso ringraziare per tutta la bellezza che ci circonda.
Così al giovedì sera frugo tra i libri della mia libreria, ma nulla mi convince davvero. Al venerdì mattina incontro la mia collega - amica per il nostro solito caffè e mi chiede: “ti piacciono le biografie?”, sì, certo, è la mia risposta.

E con un gran sorriso mi porge un libro su Oscar Wilde (uno dei quattro autori su cui ho fatto la tesi di laurea, e per chi non lo sapesse, ricordo che insegno letteratura inglese al liceo): “è per te!”. Un regalo fatto così, senza alcuna ricorrenza, solo perché sa che leggere mi rilassa e che adoro Wilde. Che dolce! Mi si allarga il cuore, inizio a leggerlo subitissimo, …ed era proprio il libro che cercavo. 
Essere Figlio di Oscar Wilde - il Grande Scrittore e la sua Famiglia nel Racconto Inedito del Secondogenito Vyvyan Holland - a cura di Merlin Holland è in realtà un’autobiografia di Vyvyan, più che una biografia su Oscar, presentata con un’introduzione sentita e toccante di Merlin, figlio di Vyvyan stesso e quindi nipote di Wilde.
Vyvyan descrive la sua tragica vita senza cercare la pietà di nessuno, la presenta esattamente così come è stata, ed è proprio per questo che risulta estremamente commovente. Varie volte, leggendolo, mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi. Da ben più di trent’anni sono una grande appassionata delle opere di Oscar Wilde e del personaggio che dev’essere stato, eccentrico ed assolutamente amabile, infatti nel 1997 avevo addirittura visto al cinema il film Wilde; eppure non avevo realizzato quanto fosse stato doloroso per lui separarsi dai suoi figli, e non avevo capito quanto soprattutto loro avessero sofferto. All’epoca mi ero soffermata sull’umiliazione provata dalla moglie e sull’ingiustizia subita da Oscar. Ma ora che ho figli capisco. Proprio ultimamente mi è capitato di ripercorrere con i miei bambini i bei momenti vissuti insieme fino ad ora, i pomeriggi al cinema, le cene nei pub, le vacanze al mare e pure i pranzi sempre insieme durante il lockdown, che ora riusciamo a fare solo nei fine settimana. Quello che rende felice la nostra vita, ciò che ci fa sentire sempre al sicuro, ciò che possiamo semplicemente chiamare “casa” è in effetti lo stare insieme, anche in momenti difficili come appunto la primavera del 2020. Ed è questo stare insieme che è stato brutalmente strappato sia ad Oscar, sia soprattutto ai suoi figli, Cyrill e Vyvyan, che avevano diritto ad un’infanzia serena, come ogni bambino, ma che invece è stata loro negata dal 1895, anno in cui Wilde è stato arrestato. Da lì non l’hanno mai più rivisto. Da lì hanno perso irrimediabilmente il loro papà, ai loro occhi bellissimo, forte, gentile, dotato di una grande empatia, un vero gigante buono, sempre entusiasta di giocare con i suoi bambini e che per questo “si metteva a quattro zampe sul pavimento della cameretta e si trasformava una volta in un leone, un’altra volta in un lupo o ancora in un cavallo, senza curarsi del suo aspetto solitamente immacolato” (Essere figlio di Oscar Wilde, p. 66). Era un uomo ed un padre meraviglioso. E i suoi figli crescevano felici, fino a quando, dal 1895, Cyrill “non sorrise mai più” (p. 75) e Vyvyan difficilmente riuscì ancora a sentirsi a casa.
È un libro che fa riflettere. Cercavo un libro che mi ricordasse quanto sia giusto e doveroso ringraziare per tutta la bellezza che ci circonda. Nell’introduzione Merlin racconta che poco prima di morire, suo padre Vyvyan, finalmente guarito dalle ferite della sua infanzia, scrisse: “Quindi, data la mia buona salute, una bella casa piena di libri, la sicurezza di un buon pasto con la mia famiglia o con i miei amici, con chi mi cambierei? Quando mi sento depresso, conto le mie benedizioni una ad una e sento di essere un uomo felice, di non avere nulla da rimproverare al destino, che a volte mi ha quasi schiacciato, ma che alla fine mi ha lasciato, per così dire spiaggiato sulle rive del tempo nella calda luce del sole” (p. 16).
Grazie, Vyvyan, che ci ricordi quant’è bella la vita.
In fondo al libro si trovano inoltre le foto della famiglia Wilde, le lettere di Oscar ai suoi amici, alcuni poemi in prosa inediti, e persino le lettere di Bosie, l’amante di Oscar, nonché causa indiretta della sua rovina.
Un’attenzione particolare va rivolta anche all’edizione di questo libro, Profilo pubblico o profilo privato? - La Lepre edizioni, molto ben curata e corredata di un segnalibro da ritagliare.
Come al solito, non posso far altro che consigliarvi di leggere questo gioiellino, così lontano dalle mode attuali, ma che da subito riesce a porsi così vicino ai cuori dei lettori.
Ora vi saluto e ci vediamo alla prossima recensione.
Au revoir, mea amis! ;-)





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