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lunedì 23 giugno 2025

I libri di Kerry: L’assassino cieco di Margaret Atwood

Amo Margaret Atwood. Amo il flusso di coscienza con cui racconta le sue storie. E ovviamente ho amato anche questo romanzo come gli altri suoi che ho letto.
L’assassino cieco però risulta molto diverso da Il Racconto dell’Ancella o da L’Altra Grace. Iris Chase Griffen, ormai anziana, annota su un quaderno le proprie memorie e comincia con questa frase: “dieci giorni dopo la fine della guerra mia sorella Laura volò giù da un ponte con un’automobile.” Laura aveva solo venticinque anni. Ed Iris sembra piuttosto certa che si sia trattato di suicidio. Per capire come si è arrivati a questo punto, ci viene raccontato tutto, da ben prima degli inizi: sapremo quindi della tenuta di Avilion in cui aveva già abitato la raffinata nonna Adelia, della fabbrica di bottoni messa in piedi dal nonno Benjamin Chase, leggeremo del matrimonio dei genitori di Iris e
Laura; soprattutto impareremo a conoscere (e nel mio caso, ad amare) queste due sorelle, le vedremo prendere lezioni da questa istitutrice o da quell’altro professore, le sorprenderemo quando non avranno voglia di fare i compiti, le vedremo crescere, passare attraverso lutti e sofferenze, innamorarsi… 
Non è stata affatto una lettura noiosa, anzi, l’ho trovata piuttosto veloce, eppure accadono così tanti avvenimenti che mi sembrava che pure io stessi leggendo da svariati anni. Mi è sembrato di aver trascorso tutta la vita con le due protagoniste. E appena l’ho terminato, mi ha lasciato un senso di stordimento.
Non ho una sorella, quindi non credo di poter comprendere appieno, ma mi ha colpito parecchio il modo in cui la Atwood sa mettere su carta il complesso intreccio di emozioni e sentimenti contrastanti che si vengono a creare naturalmente nei rapporti umani, come ad esempio quel misto di rivalità affiancata da un’indiscussa complicità tra Iris e Laura.
Inoltre l’autrice ha saputo calibrare in modo eccellente le varie parti della narrazione che si intersecano tra loro: il quaderno di Iris, zeppo di ricordi mescolati a commenti sul presente; trafiletti di giornali che ci danno scorci sulle varie epoche attraversate; parti del libro fantascientifico scritto da Laura Chase e pubblicato postumo. 
Una particolarità che apprezzo in tutti i romanzi di Margaret Atwood, e che in questo appare forse perfino più evidente, è la sua sagace ironia che troviamo ad ogni pagina, quasi ad ogni riga: talvolta mi sono sorpresa a sorridere, quasi a ridere, di una risata amara, da cui è sempre scaturita un’amara, breve riflessione sulla società, questa società, o quella del secolo scorso, o quella del lontano pianeta Zycron, in cui le donne devono sottostare a regole precise, non potendo esprimersi come vorrebbero, al punto che si arriva perfino a tagliare loro la lingua, chiara metafora dell’impossibilità di avere una voce nella collettività.
Inutile dirlo: Margaret Atwood non delude mai. Sperando che si decidano finalmente a darle il Nobel.
Au revoir, mes amis! ;-)







giovedì 19 giugno 2025

La vegetariana di Han Kang

“Premio Nobel per la letteratura 2024” si legge sulla fascetta rossa che avvolge la copertina. E come affermo sempre, se si prende il Nobel un motivo ci sarà. 













Ho pianto. Perché il libro finisce male? Perché il libro finisce bene, ma è commovente? Nessuna delle due. Mi ha colpita con veemenza la forza che questa storia trasmette attraverso i suoi personaggi. Due in particolare, due donne con un passato comune, molto diverse tra loro ed entrambe meravigliose.
Ho empatizzato tantissimo con Yeong-hye, che di punto in bianco diventa vegetariana senza il minimo ripensamento, spiazzando tutti i suoi familiari. Mi ha coinvolta così tanto che da quando ho preso a leggere, ho smesso di mangiare carne. Non so quanto durerà, ma il pensiero di ciò che si cela dietro ad una bistecca attualmente mi nausea. Sicuramente a breve desisterò, come ho sempre fatto. Perché il vegetarianesimo non è mai una scelta facile: ho letto che la stessa autrice non è vegetariana. Mangiare ad ogni pasto non è una reale necessità, ma un atto di convivialità. Potremmo nutrirci ugualmente senza sederci a tavola con gli altri. La protagonista, rinunciando a mangiare i piatti che le vengono propinati, dovrà quindi scontrarsi con il mondo che fatica ad accettare questa sua scelta, e che non proverà nemmeno a comprenderla. Anche se in questo caso il termine “scelta” suona di per sé sbagliato: appare più come una consapevolezza che giunge all’improvviso, quasi un’illuminazione. 
Di colpo si prendono le distanze da ogni forma di violenza, e paradossalmente questo scatenerà ancora più violenza. La silenziosa ribellione di Yeong-hye andrà ben oltre lo smettere di mangiare carne. Sarà proprio lei, con i suoi silenzi, che ci darà un’importante lezione di vita: optiamo per la gentilezza non forzata, comportiamoci con amore, anche quando ci arrabbiamo, perché la violenza, perpetrata o subita, ci porta soltanto a spegnerci.
La vegetariana di Han Kang è un libro che segna profondamente il lettore, e che consiglio vivamente.
La trama mi spaventava, e non l’avrei letto se non me l’avesse regalato Elisa, la mia carissima amica e collega, che sempre capisce quali libri fanno al caso mio. Ed aveva ragione anche stavolta, perché è una storia che porterò nel cuore.
Au revoir, mes amis! ;-)


venerdì 13 giugno 2025

Sotto la porta dei sussurri di T.J. Klune

Sotto la porta dei sussurri di T.J. Klune mi ha fatto l’effetto di un gioiellino “inaspettato” (leggere il libro per capire).
Wallace Price, avvocato di successo, uno squalo che non prova pietà per nessuno, dipendenti compresi, viene improvvisamente colto da un malore, che si rivelerà subito essere fatale. Un infarto. Ed ecco che la sua spregevole vita termina così miseramente nel suo studio. Ma prima di attraversare il Passaggio di Caronte, Wallace avrà (forse) l’opportunità di riscattarsi, incontrando mietitori, traghettatori, ed altri fantasmi come lui. Questo è solo l’incipit di una lunga serie di avventure immerse in un mondo semi-fiabesco che, grazie alla profonda empatia dei protagonisti, ci insegnerà come affrontare ed elaborare gli eventuali lutti che la vita ci vedrà, o ci ha già visti, costretti a sopportare. Ci mostrerà inoltre che c’è sempre tempo e spazio per l’amore, in ogni sua forma, e che tardi è decisamente meglio che mai.
I toni sono a tratti scherzosi, a tratti più seri. Ma non pensate che l’autore si sia accostato ad un tema così delicato con superficialità: al contrario, leggendolo mi è stato chiaro che si spendono così tante parole solo su qualcosa che ci ha toccato da molto vicino, e scrivere è sempre un ottimo modo per trovare la forza di andare avanti.
Un’atmosfera poetica pervade tutta la storia. Sussurri in sottofondo che ci prendono per mano e ci accompagnano per tutta la vicenda. Un libro che vi farà innamorare, e lo affermo senza retorica.
Non vi resta che aprire la prima pagina, ma non la porta: quella può tranquillamente aspettare.
Au revoir, mes amis! ;-)

lunedì 26 maggio 2025

The Girl with No Soul by Morgan Owen

With great pleasure I’m going to tell you about a fantastic budding author: Morgan Owen.

Morgan Owen is really fantastic for at least three reasons:

- she’s fantastic because she is a fantastic writer;

- she’s fantastic because she writes fantasy novels, that are fantastic, of course;

- she’s fantastic because she is very kind and very sweet and so kind to answer all my questions on Instagram. And here you have her profile address: https://www.instagram.com/sailor.crossing?igsh=MTIyaDVob2RjcnUxcg==.

Her debut novel, released in 2022 and published in Italy in 2023, is titled The Girl with No Soul

and in fact it is a dystopian novel disguised as a young adult fantasy fiction. The plot revolves around the adventures of a girl with no soul who goes around the streets of Providence, succeeding in being unnoticed thanks to this feature, and who steals memories for the Countess.

Iris, that’s the name of the protagonist, has neither a soul nor a past, that prevents her to feel those emotions that she desperately longs for, such as the love for a mother or for a partner or the melancholy for someone who is not here anymore. These souls are really important in Providence because they provide the identity card for any of the inhabitants, and if a soul is judged corrupted by the Order, it might be reformed, purified or, even worse, destroyed. Thanks to the study of the anatomy of the soul, centuries ago in Providence they found out that the soul could be divided into five parts, and they have five corresponding aristocratic houses that all together form the Order.

Thanks to the Eyes of the Obscura, the most powerful house, all the souls are spied and controlled constantly…

We’ll follow the adventures of Iris and of other young heroes in this mean dictatorial world. I assure that you’ll hold your breath till the end.

The protagonist is really charming and you can’t help falling for her, thanks to her fighting character, proud and very sweet as well; also the people she will bump into during her adventures will prove friendly and interesting.

The story is fluent, but there is a lot of food for thought: would we be ourselves without our souls? Would we make the same choices and love the same people, or not?

I’d like to praise the author for the characters’ names chosen: they’re all wonderful and evocative.

The story is original and well planned.

I’ll tell you more: I’ve even appreciated the final thanks, which touched me, and which show the great humbleness of this young writer. And that’s the reason why I’ve already ordered this book in its English version, together with its sequel, The Boy with the Haunted Heart. I’m looking forward to re-reading this wonderful novel in its original language, and to learning what will happen next.

Au revoir, mes amis! ;-)







domenica 25 maggio 2025

I libri di Kerry: La Senzanima di Morgan Owen

Ed è con immenso piacere che oggi vi parlerò di una fantastica autrice emergente: Morgan Owen.
Morgan Owen è davvero fantastica per almeno tre motivi:
- fantastica perché scrive benissimo;
- fantastica perché scrive romanzi fantasy, quindi fantastici;
- fantastica perché è gentilissima e dolcissima e talmente disponibile da aver risposto a tutte le mie domande su Instagram. Ed eccovi l’indirizzo del suo profilo: https://www.instagram.com/sailor.crossing?igsh=MTIyaDVob2RjcnUxcg==.
Il suo romanzo d’esordio, uscito nel 2022, e pubblicato in Italia nel 2023, si intitola appunto La Senzanima,
ed è in realtà un distopico travestito da young adult fantasy. La trama ruota attorno alle vicende di una ragazza “senz’anima” che si aggira per le strade di Providence, riuscendo a passare inosservata grazie proprio a questa sua caratteristica, e ruba ricordi al soldo della Contessa.
Iris, questo il nome della protagonista, non possiede un’anima e nemmeno un passato, condizione che le impedisce di provare quei sentimenti che tanto brama, come l’affetto per una madre, l’amore per un partner, la malinconia per qualcuno che non c’è più. 
Eppure le anime sono fondamentali a Providence, poiché costituiscono la carta d’identità di ciascuno degli abitanti, e se un’anima viene giudicata corrotta dall’Ordine, potrà essere riformata, purificata o, peggio ancora, distrutta. Grazie allo studio dell’anatomia dell’anima, secoli prima a Providence scoprirono che la stessa poteva essere divisa in cinque parti, a cui corrispondono le cinque casate aristocratiche che tutte insieme formano l’Ordine. 
E grazie agli Occhi degli Obscura, la casata attualmente più potente, tutte le anime vengono spiate e controllate costantemente…
Seguiremo quindi le avventure di Iris e di altri giovani eroi in questo gretto mondo dittatoriale. Vi assicuro che resterete con il fiato sospeso fino alla fine. 
La protagonista è davvero molto affascinante e si fa voler bene fin da subito, grazie alla sua indole combattiva, fiera ed al tempo stesso molto tenera; anche i personaggi che incontrerà nel corso delle sue avventure sapranno mostrarsi affabili e decisamente interessanti. 
La storia scorre fluida, eppure sono molti gli spunti di riflessione che offre: saremmo sempre noi stessi senza la nostra anima? Finiremmo comunque per fare le scelte già fatte ed amare le stesse persone, oppure no?
Vorrei inoltre fare un plauso all’autrice per la scelta dei nomi: tutti splendidi ed estremamente evocativi.
La storia risulta davvero originale e ben costruita.
Vi dirò di più: ho persino apprezzato i ringraziamenti finali, che mi hanno commossa, e che rivelano la grande umiltà di questa giovane scrittrice. Motivo per cui ho già ordinato questo libro nella sua versione inglese, The Girl with No Soul, insieme al suo seguito, purtroppo non ancora pubblicato in Italia, The Boy with the Haunted Heart. Non vedo l’ora che arrivino per poter rileggere questo meraviglioso romanzo nella sua lingua originale, e per sapere cosa accadrà dopo.
Au revoir, mes amis! ;-)







martedì 20 maggio 2025

L’Amante perduta di Shakespeare di Felicia Kingsley

Sono rimasta piacevolmente sorpresa da L’Amante perduta di Shakespeare. Negli ultimi anni mi sono dedicata a diverse letture, passando dalla saggistica di ogni tipo, con un occhio di riguardo per psicologia, filosofia, neurobiologia vegetale, ufologia, e arrivando fino al fantasy, alla fantascienza, al distopico, alle letterature dei più svariati paesi; mai più pensavo quindi che sarei tornata ad un genere che tanto mi piaceva da più giovane: la chick-lit
Partecipando ad un altro gruppo di lettura, oltre al mio, mi sono imbattuta in questo gioiellino dell’ormai popolarissima Felicia Kingsley, nome d’arte della modenese Serena Artioli, che oltre a lavorare come architetto e a sfornare una valanga di romanzi di successo, scrive introduzioni per le opere di Jane Austen e traduce romanzi di Louisa May Alcott (Una ragazza fuori moda): chapeau! Non avevo letto nessuno dei suoi libri, sebbene ovviamente la conoscessi di nome. Ma appena ho iniziato L’Amante perduta di Shakespeare, mi sono subito fiondata a comprarne altri con l’idea di leggerli tutti, soprattutto quelli in cui c’è come protagonista, o almeno compare, il truffatore Nick Montecristo, le cui avventure partono proprio da quest’ultimo best-seller, che si rivela quindi come un prequel di alcuni romanzi pubblicati precedentemente.
Perché mi è piaciuto così tanto questo libro? Innanzitutto per il piglio fresco, per la grandissima cultura dell’autrice, che spazia dall’arte alla letteratura inglese di ogni epoca, per la precisione con cui si è documentata su William Shakespeare e per la passione con cui ne parla, per l’alternanza tra passato e presente che c’è nei vari capitoli e che rende la lettura più appassionante, per la caratterizzazione essenziale, ma efficace, dei suoi personaggi, che, senza perdersi in lunghe ed inutili descrizioni, risulta dinamica ed intrigante. 
I personaggi che incontriamo durante la narrazione sono tutti piuttosto simpatici, anche quelli minori: personalmente mi ha fatto molto ridere una gag che vede come protagoniste due anziane signore, e ho letteralmente ADORATO la Madre Superiora, suor Helena.
L’edizione di questo libro è davvero deliziosa, corredata di rose disegnate sulla seconda di copertina, ed anche intorno ai titoli di ogni capitolo; inoltre, sparse per il romanzo vi sono bellissime illustrazioni di alcuni oggetti “rivelatori”. Alla fine di questo giallo - rosa, la nostra beneamata Felicia ci fornisce anche il QR code con la playlist delle canzoni che l’hanno ispirata durante la stesura del suo romanzo: idea che ho trovato carinissima.
Non posso fare altro che consigliarvi di leggere questo romanzo, anche nel caso in cui la chick-lit non sia più il vostro genere…
Au revoir, mes amis! ;-)

sabato 10 maggio 2025

I libri di Kerry: The Buried Giant di Kazuo Ishiguro

Una storia toccante, una riflessione sul senso della memoria (che tanto mi richiama Doris Lessing) e sui ricordi, un romanzo delicato incentrato sui sentimenti e sulle tortuosità dell’animo umano, sapientemente mascherato da fantasy.
Il Gigante Sepolto, o in lingua originale, The Buried Giant, tocca i cuori nel profondo, come Ishiguro sa magistralmente fare. La storia è quella di Axl e Beatrice, una coppia di anziani coniugi, che vivono in una Bretagna in cui è da poco morto Re Artù e subito prima della definitiva conquista da parte dei Sassoni. Chiunque viva a quel tempo in quei luoghi, dimentica. Le persone dimenticano grandi fatti della storia così come vicende personali; ma a tratti ricordano frammenti della loro vita. 
Ed ecco che Axl e la sua amatissima “principessa” Beatrice realizzeranno ad un certo punto di avere un figlio, che vive e li aspetta con ansia in un villaggio non troppo distante dal loro. Decidono quindi di intraprendere un viaggio alla volta del figlio dimenticato, durante il quale incontreranno alti traghettatori, vedove arrabbiate, goffi orchi, fieri combattenti, valorosi cavalieri della Tavola Rotonda, e temibili dragonesse.
Il racconto parte lento, sia per il finto stile di scrittura medievale, sia perché la nebbia che tutto avvolge e tutto cancella, sembra ottenebrare anche l’occhio della mente 
del lettore. Ma mentre viaggiamo sottobraccio con i protagonisti della storia, la curiosità si fa sempre più viva e desiderosa di scoprire cosa si celi dietro questa foschia, e personalmente il mio ritmo di lettura è diventato mano a mano più serrato, al punto che mi risultava doloroso interrompere, o peggio ancora, separarmi dal romanzo.
Come sempre Ishiguro ha una scrittura delicatissima. Come sempre amo profondamente ciò che scrive.
Come sempre mi lancia spunti di riflessione sulla mia quotidianità.
E questa volta, più di altre, ho amato tutti i suoi personaggi, uno ad uno, quelli buoni, quelli apparentemente cattivi, quelli neutri, quelli marginali: tutti hanno una grandezza interiore maestosa, che riecheggia nella nostra memoria molto dopo che si è finito di leggere il libro, a dispetto dell’amnesia collettiva che invade i villaggi bretoni e sassoni.
Ed è su questo punto che l’autore si chiede, e ci chiede, se sia giusto dimenticare o se sia meglio ricordare. Fino a che punto può considerarsi corretto e sano dimenticare, perdonare ed andare avanti, senza che diventi una scusa per commettere i crimini più efferati o infliggere sofferenze atroci a chi ci circonda, chiudendo poi semplicemente gli occhi e nascondendo alla vista gli errori nostri ed altrui? Perché le relazioni interpersonali sono spesso difficili, anche quando amiamo profondamente, e la convivenza tra diversi popoli è altrettanto ardua.
Ho capito perfettamente lo stato d’animo di Axl che, a fronte della speranza della moglie di recuperare la memoria (ricordando perciò i momenti felici e quelli dolorosi della loro vita insieme), domanda alla sua principessa: “ Promise me this at least. Promise, princess, you will not forget what you feel in your heart for me at this moment”. (Promettimi almeno questo. Prometti, principessa, che non dimenticherai ciò che senti nel tuo cuore per me in questo momento).
Ma il discorso si fa ancora più complesso nel momento in cui si passa dall’individuale al collettivo, per cui il dilemma si pone tra il continuare a ricordare le atrocità subite che rende più arduo l’atto del perdonare, ed il dimenticare, riuscendo così ad andare avanti in modo più pacifico: quale delle due è davvero la mossa giusta?
“Some of you will have fine monuments by which the living may remember the evil done to you.” (Alcuni di voi avranno bei monumenti con i quali i vivi potranno ricordare il male che vi è stato fatto).
Ricordare, dimenticare, perdonare consapevolmente…
Ai posteri, ed a voi lettori, l’ardua sentenza.
Au revoir, mes amis! ;-)








venerdì 2 maggio 2025

I libri di Kerry: Storia di Due Anime di Alex Landragin

Storia di Due Anime di Alex Landragin, scrittore emergente al suo primo romanzo,
è un libro particolare, che può essere letto in due diverse modalità: come un qualsiasi altro libro, dalla prima all’ultima pagina, oppure seguendo “la sequenza della Baronessa”, cioè saltando di palo in frasca, o meglio, andando avanti e indietro a seconda di ciò che ci dice l’autore. 
La storia, un misto tra un giallo d’altri tempi e un’intensa storia d’amore con elementi fantastici, è sicuramente molto ben congegnata. Complimenti a Landragin che, a discapito del vasto numero di personaggi, riesce a tenere le fila dell’intera vicenda, a far quadrare il tutto e a far sì che anche il lettore più sbadato (in cui mi riconosco appieno) sia in grado di ricordare tutti i nomi e collegarli ai vari episodi. 
Ho provato dapprima a leggerlo seguendo l’ordine “normale”, e sinceramente mi stavo annoiando e stavo capendo poco. Così sono passata alla sequenza della Baronessa, e la storia si è fatta decisamente più intrigante. Sebbene comunque l’autore si sia dimostrato molto abile in questo intreccio double face, e sia stato bravissimo nel descrivere luoghi lontanissimi tra loro e in momenti storici molto differenti, la storia non mi è piaciuta. Ho trovato la protagonista estremamente egoista e, permetttemi, pure un pochino stupida e patetica. La storia è, in effetti, la storia di due anime… che ovviamente si amano. Ed una delle due insegue l’altra. A parte che, nonostante il magistrale intreccio globale, non ho ancora capito il reale motivo per cui inizi il tutto, da cui parte l’inseguimento che fa da perno all’intera narrazione. Inoltre, verso la fine, le cose prendono una piega inaspettata, che mi ha colpita in una maniera talmente positiva, da dare uno sprint decisivo alla mia velocità di lettura, per poi però deludermi di colpo una volta arrivata alla conclusione, in cui mi sono chiesta: “e quindi?” Ho ancora numerosi dubbi sull’inizio, sulla fine e sulle motivazioni. Ma sono dubbi che non tutti i lettori hanno avuto, visto che sono moltissime le persone che lo hanno divorato ed amato.
Peccato che a me invece non abbia trasmesso molto, sicuramente non i pensieri profondi che sanno suscitarmi moltissimi scrittori, ma nemmeno la leggerezza e l’allegria che sanno trasmettere i romanzi più frivoli e commerciali. Confesso però di aver trovato alcune riflessioni che ho apprezzato molto, quali ad esempio: “c’è qualcosa di profondamente inquietante nell’essere giudicati malvagi da una persona sulla quale si è pronunciato lo stesso giudizio”. E con questa massima illuminante ed azzeccatissima, vi saluto e vi do appuntamento alla prossima recensione.
Au revoir, mes amis! ;-)





martedì 15 aprile 2025

I libri di Kerry: la Catastrofica Visita allo Zoo

Fare parte di un club del libro significa anche questo: leggere libri che non avremmo mai preso in considerazione.
E sia benedetto il giorno in cui abbiamo deciso, con il nostro gruppo, di leggere La Catastrofica Visita allo Zoo di Joël Dicker. Spassosissimo: erano anni che non mi sbellicavo così dalle risate leggendo un libro. Quotidianamente mi concedo il mio momento lettura al bar, di fronte ad un ginseng in tazza grande. E le volte che ci sono andata per dedicarmi a quest’ultimo romanzo di Dicker è stato un disastro: mi ritrovavo a ridere forte, senza riuscire a trattenermi. Con un leggero imbarazzo mi guardavo intorno per vedere se qualcuno se ne fosse accorto. Ma a quel punto, se fosse successo, mi sarei vista costretta a condividere con gli altri avventori il motivo di tanta ilarità, ovvero, ad esempio, le riflessioni in cui Joséphine, la protagonista ci spiega che, a detta di sua mamma, “si divorzia quando la mamma e il papà non hanno più voglia di dormire nella stessa stanza. Penso che da grande anch’io sarò divorziata, perché detesto dividere la mia stanza con qualcun altro.” 
E poi però ci sono anche parti in cui mi sono commossa, come quando Joséphine ci racconta molto candidamente che “siamo una banda di amici e non ci abbandoniamo mai.”
La storia si presenta come un giallo tout-court: i sei bambini di una scuola speciale sono costretti a frequentare la scuola dei bambini normali dopo che il loro amatissimo luogo di studi è stato misteriosamente allagato. Chi sarà il colpevole di un tale misfatto? I nostri piccoli eroi si metteranno quindi ad indagare, aiutati dalla nonna di uno di loro, espertissima di indagini del genere in quanto accanita telespettatrice di serie poliziesche. E così tra un disastro e l’altro, i bambini impareranno che cos’è la democrazia, l’importanza della libertà di parola e del rispetto della diversità in quanto valore; impareranno altresì a loro spese che il voto è un diritto, ma anche e soprattutto un dovere, di modo che la “minoranza rumorosa” non abbia il sopravvento sulla “maggioranza silenziosa”. I nostri amici ci accompagneranno vorticosamente verso un finale ricco di colpi di scena e di sorprese inaspettate.
Mi ha fatto sorridere che, nelle sue considerazioni finali, l’autore scriva: “Riconciliare le persone, permettere loro di incontrarsi, di ritrovarsi. È questo il vero potere della letteratura. - La cosa che più mi commuove nei feedback che ricevo dai lettori sono le letture comuni e condivise: in famiglia, tra amici, nei circoli di lettura. Con La catastrofica visita allo zoo, che avete appena terminato di leggere, ho quindi cercato, con modestia e umiltà, di scrivere un libro che potesse essere letto e condiviso da tutti i lettori, chiunque essi siano e ovunque si trovino, dai sette ai centoventi anni. Con i vostri figli, il vostro coniuge, i vostri genitori, i vostri vicini, i vostri colleghi. - Un libro che faccia venir voglia di leggere e da far leggere a tutti, senza distinzioni. E che ci permetta di ritrovarci. Sul serio.”
Immagino quindi che sarebbe contento se sapesse che proprio questo suo romanzo è stato scelto per il nostro caffè letterario.
Vi consiglio di leggerlo mentre vi gustate una “merenda onorevole” (se lo leggerete, capirete).
E ricordatevi che bisogna saper “tenere un profilo basso” (se lo leggerete, capirete).
Au revoir, mes amis ;-)





martedì 8 aprile 2025

I libri di Kerry: Cosa si prova? di Sophie Kinsella

Il secondo libro che ho letto per il nostro caffè letterario, e per cui ringrazio infinitamente la libreria Mondadori che è riuscita a procurarmelo in inglese, si intitola Cosa si prova? (What does it feel like?)
e tratta il tema della malattia, raccontata esattamente come la si vive. Sophie Kinsella, autrice di fama mondiale, grazie ai suoi iconici best-seller della serie I Love Shopping, è purtroppo gravemente malata. E in quest’opera pressoché autobiografica, come lei stessa la definisce (“What does it feel like? is fiction, but it is my most autobiographical work to date. Eve’s story is my story.”), ci spiega con molta semplicità cosa succede quando ci si risveglia da un’operazione delicatissima di cui nemmeno si ha memoria, e come si può affrontare tutto ciò che viene dopo, ovvero affidandosi alle cure di medici ed infermieri, e grazie anche al supporto dei nostri cari, preziosissimo per riuscire a non perdersi mai d’animo. Ed è stata proprio la voglia di vivere della Kinsella a commuovermi: il suo saper scherzare con tanta leggerezza su una disgrazia così terribile, ed il suo riuscire, in questo modo, a non perdere l’ottimismo che da sempre la contraddistingue.
L’autrice sa come regalarci un sorriso tra le lacrime e ci insegna a trovare il lato positivo in ogni situazione, anche quando proprio non lo si riesce a vedere: “I feel a bit tired sometimes,” says Eve. “But it could be worse.” (Mi sento un po’ stanca talvolta, dice Eve, ma potrebbe andare peggio); “It’s raining. But luckily we’ve all got umbrellas.” (Piove. Ma fortunatamente abbiamo tutti l’ombrello).
Lo stile è fresco, quasi fumettistico; il piglio è accattivante; il tema è pesante, ma la narrazione è paradossalmente molto leggera. È stupefacente come la Kinsella riesca ad apparirci favolosa nonostante tutto. E pensare che negli ultimi vent’anni avrò comprato una decina dei suoi libri, soprattutto nel periodo in cui ero fissata con la chick-lit, ma ne avevo letti solo un paio (e li avevo adorati!!), perché come al solito acquisto molti più libri di quelli che riesco a leggere, col proposito di leggerli tutti prima o poi. E quel “prima o poi” è arrivato: ho proprio voglia di immergermi totalmente nella serie di I Love Shopping, di aprire finalmente e gustarmi tutti i romanzi che di lei ho in casa, ed ovviamente di comprare tutti quelli che mi mancano.
Ma prima di concludere, vorrei augurare tutto il meglio a Sophie Kinsella e alla sua splendida famiglia.
Au revoir, mes amis! ;-)







I libri di Kerry: Il Giardino Magico

Ed è con immenso piacere che mi ritrovo a commentare il primo libro scelto dal nostro caffè letterario, “I libri di Kerry… alla Mondadori!”,
intitolato Il Giardino Magico e scritto dalla brillante Kaho Nashiki, già autrice dell’acclamato Un’Estate con la Strega dell’Ovest.
Di questo libro mi hanno incuriosita il titolo fiabesco, la copertina (che ricorda molto Alice’s Adventures in Wonderland- Through the Looking Glass) ed anche il fatto che fosse scritto da una giapponese (poiché i giapponesi, quando non fanno parte di quelle correnti letterarie piene di giovani morti suicidi - tipo Dazai Osamu e Mishima Yukio - sanno scrivere libri estremamente rilassanti, scorrevoli, ma anche pieni di interessantissime riflessioni sulla vita).
 
Così con molto entusiasmo, io stessa ho proposto questo romanzo al primo incontro del nostro gruppo di lettura. Ma mi duole ammettere che non ha pienamente soddisfatto le mie aspettative. L’idea di partenza è a mio avviso molto bella e piuttosto originale: la storia inizia con una grande casa, un tempo dimora della famiglia Burness e che si dice essere ora abitata dai fantasmi, contornata da uno splendido giardino, in cui da generazioni i bambini si intrufolano per giocarvi di nascosto; ma la vera attrazione, non accessibile a chiunque, è il misterioso giardino sul retro…
Da qui in poi la narrazione verrà letteralmente scissa in due parti, una ambientata nel mondo reale di oggi e l’altra che si svolge invece in un strano posto incantato, al di fuori dello spazio e del tempo; queste due diverse storie sono addirittura state scritte con due caratteri grafici differenti (espediente che ho trovato molto azzeccato). È stata però la parte semi fantasy che non mi ha convinta del tutto: troppo infarcita di strani personaggi, luoghi ed avvenimenti tra cui faticavo a raccapezzarmi durante la lettura, e di cui coglievo il messaggio essenziale, senza però comprendere come mai la Nashiki si dilungasse così tanto in particolari che non mi sembravano necessari, al punto da domandarmi più volte dove volesse andare a parare. Non sono tra l’altro riuscita ad affezionarmi a nessuno dei personaggi. Eppure riconosco che le intenzioni della Nashiki erano ottime, volendo insegnarci a convivere con le ferite del cuore, spesso legate a lutti o ad incomprensioni tra familiari. 
Nonostante queste mie impressioni, sento comunque il desiderio di provare a leggere altri lavori della stessa autrice, dal momento che proprio Kaho Nashiki mi ha suscitato un’istintiva simpatia per i temi da lei trattati ed anche per il suo stile pulito e diretto, adatto persino ai lettori più giovani.
E voi? Avete letto qualcuno dei suoi libri? Cosa mi consigliate?
Attendo i vostri pareri: fatemi sapere!
Au revoir, mes amis! ;-)





venerdì 4 aprile 2025

Kafka sulla Spiaggia di Murakami

“Se vuoi leggere autori orientali, allora inizia da Murakami”; “Murakami ti piacerebbe sicuramente”; “Ah, Murakami, che bello…”: questi i commenti che mi sono stati fatti più volte. E dopo anni, ho deciso che finalmente anche per me era arrivato il momento Murakami.
In effetti il suo stile mi è piaciuto molto e mi ha tenuta incollata fino alla fine. La storia di Kafka sulla Spiaggia è avvincente; il flusso di coscienza con cui l’autore esprime i pensieri del protagonista è un vortice affascinante da cui non si riesce a venire fuori; i dialoghi suonano reali e familiari. Il tutto ha il sapore del romanzo di formazione, il cosiddetto Bildungsroman, in cui il protagonista deve affrontare alcune prove per evolversi e maturare. E ammettiamolo, il realismo magico funziona perché accontenta un po’ tutti, sia chi nei libri ricerca sentimenti veri e situazioni realistiche, sia chi ama il fantasy ed il soprannaturale.
Ma c’è un “ma”. Gli insegnamenti filosofici e le massime New Age di ricerca dell’io ed introspezione del sé sono letture che sempre ci aiutano a vivere meglio, per quanto trite e ritrite, e d’altro canto “repetita iuvant”. Ma in questa moltitudine di pagine e capitoli ci sono piccoli particolari e grandi tematiche che potrebbero urtare la sensibilità di molti lettori. Personalmente ho ritenuto che alcune scene ed alcuni temi forti fossero funzionali alla narrazione, altri decisamente meno e li ho trovati superflui e morbosi. Non mi sentirei di consigliare una tale lettura ad un pubblico adolescente, nonostante la storia s’incentri proprio sul passaggio dall’adolescenza all’età adulta e cominci la notte in cui Tamura Kafka compie quindici anni.
Il protagonista non ha catturato la mia simpatia, ma nemmeno la mia antipatia; a lui ho decisamente preferito l’accoppiata Nakata - Hoshino (soprattutto Hoshino!). 
Ho però gradito l’insistenza sul tempo che non scorre, la ricerca di un posto al di fuori del tempo, la pazienza che in modo naturalissimo si ha quando non ci si accorge dello scorrere del tempo. Mi sono trovata più volte a chiedermi se la non-percezione del tempo e la conseguente assenza di ricordi siano per me davvero auspicabili oppure no. E quando un libro mi invita così incessantemente a riflettere e a pormi delle domande, non può che restarmi nel cuore, a discapito di tutto ciò che non mi ha convinta. 
Di certo non si può restare indifferenti di fronte all’immensa cultura dell’autore, di cui troviamo esempi ad ogni pagina, senza mai scadere nella pedanteria, e che spazia dalla letteratura giapponese a quella europea, dalla mitologia greca a nozioni sulle civiltà aborigene australiane, dalla musica classica al cinema francese d’essai, dalla filosofia illuminista a quella modernista.
Mi fionderò immediatamente a comprare e a leggere altri romanzi di Murakami Haruki? 
No, non subito. Non mi sento ancora pronta.
Ma tornerà il suo momento. Non posso fermarmi al primo. Perché sento che ha ancora qualcosa da insegnarmi, e soprattutto, ha molto da ricordarmi: come vi dicevo, “repetita iuvant”, e le massime New Age, per quanto trite e ritrite, ci aiutano a vivere meglio.
Au revoir, mes amis! ;-)

mercoledì 19 marzo 2025

I libri di Kerry

Finalmente ci siamo. E inizio a sentirmi emozionata. Parte domani, giovedì 20 marzo 2025, alle ore 17.30, il nuovo club del libro alla Mondadori di Acqui Terme. 
Come nasce questa idea? Sapete quanto mi piaccia vivere nei libri e condividere questa passione con chi ha piacere di leggere le mie recensioni, ma mi piace ancora di più quando qualcuno ha voglia di ascoltarmi mentre ne parlo, e soprattutto, adoro ascoltare gli appassionati di libri che mi raccontano e commentano ciò che hanno letto. Più volte ho chiesto ad amici e colleghi: “ci vediamo per un caffè e parlare di libri? Creiamo un caffè letterario?”. E a volte capita. Ma mi attirava l’idea di qualcosa di più sistematico, di più frequente.
Allora, circa tre settimane fa, sono passata come al solito in libreria per rilassarmi, e senza pensarci ho chiesto ad una delle “Signorine Mondadori” (ovviamente non si fanno chiamare così, è solo un nomignolo grazioso che uso nella mia testa): “per caso organizzate dei caffè letterari?”. La risposta arriva immediata, senza mezzi termini: “vuoi organizzarlo tu?”.
E così, pronti via, ci siamo messe a pensare a come creare e far funzionare questo nuovo gruppo di lettura. 
Si chiamerà I Libri di Kerry. Perché questo nome? Kerry è il “nome d’arte” che uso su questo blog, ma risale al periodo in cui frequentavo la prima elementare, in cui il mio maestro mi disse, col suo sorriso ed il suo sguardo penetrante: “Ti chiami Deborah, come Deborah Kerr”. Arrivai a casa e chiesi a mamma e papà chi fosse questa signora, e mi risposero che era una bellissima attrice. Ne fui così lusingata che da lì, ogni volta che giocavo con le amichette, il mio nome fittizio era sempre Kerry.
I libri di Kerry indica quindi i miei libri, quelli che ci sono, che ci saranno e quelli che vorrei che ci fossero nella libreria di casa mia, e di cui mi piacerebbe parlare con voi tutti, sperando che vadano a riempire anche gli scaffali delle vostre librerie.
Vi aspetto quindi domani e/o nei prossimi incontri che faremo. Non preoccupatevi, non ci saranno vincoli né obblighi di acquisto o lettura. Ci si vede solo per il piacere di condividere le nostre passioni letterarie e libresche. I libri che leggeremo saranno decisi dal gruppo di volta in volta, cercando di accontentare un po’ tutti. Potrete partecipare a tutti gli incontri, solo al primo, solo a qualcuno ogni tanto, come volete voi. E se arriverete ad incontro già iniziato, o vorrete andarvene prima della fine, nessun problema. Se avrete letto il libro in questione, ben venga; altrimenti potrete anche solo venire ad ascoltarci per curiosità. Siamo un gruppo di amici con la stessa meravigliosa passione. E vogliamo solo prenderci un momento per noi.
Ci vediamo domani per il primissimo incontro de I Libri di Kerry, oppure a breve qui sul blog, dove vi comunicherò quale libro è stato scelto dal gruppo, in modo che possiate partecipare almeno con la lettura.
Au revoir, mes amis! ;-)

PS: un caloroso GRAZIE va ovviamente alla libreria Mondadori di Acqui Terme per averci concesso gli spazi per realizzare questa splendida iniziativa <3


sabato 15 marzo 2025

L’altra Grace di Margaret Atwood

Con L’altra Grace Margaret Atwood si conferma, ancora una volta, una narratrice eccezionale, capace di penetrare l’animo umano e mostrarcelo esattamente così com’è, attraverso ciò che sembra un vero e proprio flusso di coscienza, sebbene decisamente più scorrevole e comprensibile delle tecniche di stream of consciousness usate da James Joyce e Virginia Woolf  
(e per mia opinione personalissima, assolutamente più godibile). 
Se, come me, avete già letto Il Racconto dell’Ancella ed il suo seguito I Testamenti, saprete quanto è caro alla Signora Atwood il tema della donna rinchiusa, segregata in una prigione tanto fisica quanto psicologica, a cui però non soccombe. 
Grace Marks, presunta omicida di soli sedici anni, nella prima metà dell’Ottocento fu condannata alla pena di morte, commutata poi in ergastolo, data la sua giovane età e grazie alle numerose petizioni in suo favore (molte persone dell’epoca erano infatti convinte della sua innocenza). Scontò parte della pena in manicomio, in quanto fu ritenuta mentalmente instabile da alcuni dottori che si occuparono del suo caso. Nel libro si racconta proprio di Grace, benché gli eventi storici siano chiaramente romanzati, come ammette la stessa Atwood nella nota in appendice. Nei ringraziamenti finali comunque si nota che l’autrice ha consultato numerosissime fonti per scrivere un racconto il più verosimile possibile. 
Grace è una ragazza di straordinaria bellezza, dotata di un’intelligenza acuta, di senso pratico e di una rara vivacità intellettuale (cosa notevole, tenendo soprattutto conto del fatto che è una cameriera); ma i suoi modi umili e sempre composti la rendono molto più affascinante delle classiche eroine letterarie. Leggendo queste pagine, Grace ci appare a dir poco adorabile.
Durante la narrazione faremo la conoscenza di svariati personaggi, tutti interessanti e molto ben delineati nei loro tratti caratteriali, tra cui spicca il Dottor Simon Jordan, che proverà ad analizzare la psiche della nostra beniamina. Ma nessuno di loro riuscirà a far presa sui nostri cuori come, appunto, Grace Marks, la cui innocenza e purezza di fondo la rendono la regina indiscussa dell’intera vicenda.
Il titolo originale, Alias Grace, rende molto di più l’idea, a mio avviso, di ciò che questa storia si propone di essere, rispetto alla traduzione italiana; Grace, quando scappa verso gli Stati Uniti subito dopo il duplice omicidio del Signor Kinnear e della sua giovane governante Nancy Montgomery, darà in effetti un “alias”, una falsa identità nell’albergo in cui trascorrerà la notte, prendendo a prestito il nome della sua carissima amica Mary Whitney. Ma l’alias rappresenta anche un doppio, così come tanti se ne trovano nella letteratura europea dal diciannovesimo secolo in poi (da The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde a The Picture of Dorian Gray, per citare i più comuni). Per tutta la narrazione si cerca di far chiarezza sull’accaduto: sarà stata davvero Grace a commettere il delitto, avrà istigato davvero lei l’altro omicida, James McDermott, oppure c’è di mezzo qualcos’altro (o qualcun altro) che non sappiamo riconoscere? Leggetelo e sarete voi a formarvi la vostra opinione in proposito.
Ma prima di salutarvi, vorrei condividere con voi, come spesso faccio, alcune meravigliose citazioni da questo capolavoro, che mi fanno amare Margaret Atwood sempre più:
- “ Una storia, quando ci sei nel mezzo non è una storia, è solo confusione; un fragore indistinto, un andare alla cieca, tra vetri rotti e schegge di legno; è come una casa che vortica in una tromba d’aria, una nave che si schianta contro gli iceberg o precipita giù per le rapide, e nessuno a bordo può fermarla. È soltanto dopo che diventa una storia, prende una forma. È quando la racconti, a te stessa o a qualcun altro.” (p.358-359).
- “ Ai giornalisti piace dare per scontato il peggio; così vendono più giornali, me l’ha detto uno di loro; perché anche alla gente rispettabile e perbene piace moltissimo leggere gli orrori commessi da altri.” (p.428).
- “ La prigione non si limita a chiudere dentro i carcerati, chiude anche fuori tutti gli altri.” (p.437).
Sicura che queste parole vi abbiano incuriosito e fatto riflettere, vi saluto e ci rivediamo alla prossima recensione.
Au revoir, mes amis! ;-)












venerdì 14 febbraio 2025

Il Caffè della Luna Piena di Mochizuki Mai

Ci sono momenti in cui si ha bisogno di libri che ci scaldino il cuore e che ci trasmettano un po’ di serenità. Il Caffè della Luna Piena fa parte di questo genere di libri, e leggerlo inconsapevolmente in un periodo di luna piena me l’ha fatto apprezzare ancora di più (sarà quindi vero che gli astri ci influenzano?). Se poi amate i gatti, la musica classica, gli oroscopi, i dolci e, ovviamente, la luna, è sicuramente il libro che fa per voi. 
L’autrice, Mai Mochizuki, già nota per la serie di romanzi gialli Holmes of Kyoto, successivamente adattati in manga e anime, è appassionata lei stessa di astrologia occidentale, e ha voluto con questo suo sentitissimo romanzo trasmetterci la sua passione, con la speranza di incuriosirci e coinvolgerci.
Troverete quindi sceneggiatrici di videogiochi, attrici, parrucchiere, creatori di siti web, tutti un pochino delusi e disillusi, che grazie a degli strani incontri felini e prelibatezze inimmaginabili pensate ad personam, riusciranno a dare un senso nuovo alla loro vita; dovranno solo imparare ad assecondare gli astri e i segni zodiacali presenti nelle loro “case”. 
E proseguendo nella lettura, mi sono ritrovata a pensare che conoscere così bene l’astrologia sarebbe utile per chiunque, anche per chi, come me, è già felice, poiché in fondo si può sempre migliorare.
Ma non si tratta di tenersi informati con un semplice oroscopo: “Leggere le stelle vuol dire interpretare il registro di una persona basandosi sulla sua carta astrale.” (p. 52) e queste parole mi hanno suscitato un gran desiderio di documentarmi sull’argomento, che merita di essere studiato in modo più approfondito in quanto decisamente interessante, ma non così immediato. 
D’altra parte “ anche gli uomini dell’antichità raggiunsero lo spazio applicando tutte le loro conoscenze all’astrologia, che non era semplice divinazione ma una vera e propria scienza. Non è un sapere che può condurre fisicamente l’uomo nello spazio ma una bussola che, sulla base del sapere cosmologico, può leggere il passato e il futuro.” (p. 54).
Questo romanzo mi ha aiutata a mantenere l’equilibrio in un momento di particolare spossatezza mentale, e mi ha fatta sentire coccolata leggere delle squisitezze preparate dal gatto chef al Caffè della Luna Piena mentre illustrava ai suoi clienti le loro carte astrali.
Inoltre, in fondo al libro potrete vedere le splendide illustrazioni di ogni dessert e bevanda compresi nel menu del Caffè della Luna Piena realizzate dal bravissimo Sakurada Chihiro.
Che dire di più? Concedetevi questo regalo per un delizioso San Valentino.
Au revoir, mes amis! ;-)
 

martedì 4 febbraio 2025

La Strega di Shirley Jackson

Splendido libricino della Piccola Biblioteca Adelphi, con quattro racconti brevissimi, godibilissimi in una manciata di minuti l’uno, quando ci si vuole rilassare e leggere qualcosa di piacevole ed interessante, ma il tempo a nostra disposizione è davvero poco. I racconti, tutti con tematiche diverse l’uno dall’altro, lasciano disorientati, e ad ogni finale mi sono ritrovata a mormorare un “ah…” dubbioso, come se mi fosse sfuggito qualcosa d’importante, e questa sensazione si è acuita con l’ultimo dei quattro, Il Dente
Si parte con il primo racconto, La Strega, che da appunto il titolo alla raccolta, e ci si sente subito a disagio, ci si aspetta qualcosa di veramente brutto, e si teme ancora di più in quanto il protagonista della storia è un simpatico bimbo, vivace e pieno di fantasia, che vede streghe ovunque. Accadrà dunque questo qualcosa di tremendo? Sta a voi scoprirlo.
Ne L’ubriaco troviamo una ragazzetta del liceo che fa i compiti e, durante una festa a casa dei suoi, dimostra di saperla lunga quando, guardando dall’alto in basso l’ospite ubriaco, gli prospetta l’imminente fine del mondo.
Charles si presenta invece come la classica storia che noi mamme siamo solite raccontare alle amiche a proposito delle avventure scolastiche dei nostri figli: il finale, nuovamente a sorpresa, risulta a mio avviso più presagibile degli altri tre.
Infine il libro si conclude con Il Dente, l’avventura più strana delle quattro, che parte con un banalissimo mal di denti della protagonista, Clara, per poi sorprenderci con risvolti inaspettati.
I disturbi mentali che hanno accompagnato Shirley Jackson nella sua breve vita si percepiscono nella strana atmosfera che si respira ad ogni pagina.
Impossibile non innamorarsi di una psiche tanto acuta quanto sofferente. 
Voto: eccellente. 
E mi sento già prontissima e desiderosa di leggere molte altre sue opere.
Au revoir, mes amis! ;-)



sabato 1 febbraio 2025

Domanda di Grazia di Gabriele Romagnoli

Non sarà facile scegliere le parole giuste per scrivere questo articolo. Gabriele Romagnoli, invece, come sempre sa ponderare ogni parola con garbata compostezza; dice liberamente ciò che pensa, ma non eccede, non si anima. Eppure la vicenda di cui tratta qui, è purtroppo vera, e riguarda un suo carissimo amico di gioventù. Arrestato e condannato all’ergastolo, sulla base di diciotto indizi, non convalidati, però, da alcuna prova effettiva.
“Può un processo indiziario eliminare il ragionevole dubbio? Può una serie di circostanze supplire all’assenza di una prova regina […]?”
Ponendosi e ponendoci questa domanda,
l’autore ci conduce inizialmente attraverso una carrellata di ricordi che vedono come protagonisti i fratelli Stefano e Andrea Rossi, che lui chiama, senza alcuna volontà di scherno,“oi aristoi”, “i Kennedy “, “i bronzi di Riace”. Dopo questo preambolo in cui descrive le affascinanti stranezze di questa famiglia dal rigore impeccabile, ci addentriamo insieme a lui nel vivo di un processo penale, il cui unico imputato è proprio Andrea Rossi. 
Bellissimo, di una freddezza glaciale, che con i suoi due metri di altezza torreggia su chiunque gli stia intorno, in continuo sfoggio di un linguaggio altamente forbito, non perde i suoi modi gentili nemmeno durante un processo non equo. È l’autore stesso che lo definisce tale, arrivando persino a scrivere: “Adesso bestemmierò: neppure un assassino merita una giustizia simile.” Parole dure, amare, ma comprensibili. Gabriele Romagnoli non si proclama innocentista o colpevolista; non è questo il punto. Fa semplicemente appello ad una giustizia giusta, che non incorra nell’errore giudiziario. Perché “una condanna deve essere giusta anche nella misura. Una certezza deve basarsi su dati incontrovertibili.”
Non posso che dolermi per le persone che hanno voluto bene a Vitalina Balani in Fabbiani, vittima di omicidio.
Il mio pensiero va anche agli amici di Andrea (tra cui Gabriele stesso), che non avranno mai più occasione di rivederlo; va ai suoi sei figli, che non potranno più riabbracciarlo. E soprattutto il mio pensiero va a colui che sta scontando una pena tanto rara quanto atroce: Andrea Rossi.
Inutile dirvi che la lacrima mi è scesa durante questa lettura, e più volte. Ma Andrea meritava che la sua storia venisse raccontata, e ancora merita che venga letta. Almeno questo. Anche se non potremo (forse) mai avere la certezza di una verità assoluta.
Au revoir, mes amis.