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venerdì 14 febbraio 2025

Il Caffè della Luna Piena di Mochizuki Mai

Ci sono momenti in cui si ha bisogno di libri che ci scaldino il cuore e che ci trasmettano un po’ di serenità. Il Caffè della Luna Piena fa parte di questo genere di libri, e leggerlo inconsapevolmente in un periodo di luna piena me l’ha fatto apprezzare ancora di più (sarà quindi vero che gli astri ci influenzano?). Se poi amate i gatti, la musica classica, gli oroscopi, i dolci e, ovviamente, la luna, è sicuramente il libro che fa per voi. 
L’autrice, Mai Mochizuki, già nota per la serie di romanzi gialli Holmes of Kyoto, successivamente adattati in manga e anime, è appassionata lei stessa di astrologia occidentale, e ha voluto con questo suo sentitissimo romanzo trasmetterci la sua passione, con la speranza di incuriosirci e coinvolgerci.
Troverete quindi sceneggiatrici di videogiochi, attrici, parrucchiere, creatori di siti web, tutti un pochino delusi e disillusi, che grazie a degli strani incontri felini e prelibatezze inimmaginabili pensate ad personam, riusciranno a dare un senso nuovo alla loro vita; dovranno solo imparare ad assecondare gli astri e i segni zodiacali presenti nelle loro “case”. 
E proseguendo nella lettura, mi sono ritrovata a pensare che conoscere così bene l’astrologia sarebbe utile per chiunque, anche per chi, come me, è già felice, poiché in fondo si può sempre migliorare.
Ma non si tratta di tenersi informati con un semplice oroscopo: “Leggere le stelle vuol dire interpretare il registro di una persona basandosi sulla sua carta astrale.” (p. 52) e queste parole mi hanno suscitato un gran desiderio di documentarmi sull’argomento, che merita di essere studiato in modo più approfondito in quanto decisamente interessante, ma non così immediato. 
D’altra parte “ anche gli uomini dell’antichità raggiunsero lo spazio applicando tutte le loro conoscenze all’astrologia, che non era semplice divinazione ma una vera e propria scienza. Non è un sapere che può condurre fisicamente l’uomo nello spazio ma una bussola che, sulla base del sapere cosmologico, può leggere il passato e il futuro.” (p. 54).
Questo romanzo mi ha aiutata a mantenere l’equilibrio in un momento di particolare spossatezza mentale, e mi ha fatta sentire coccolata leggere delle squisitezze preparate dal gatto chef al Caffè della Luna Piena mentre illustrava ai suoi clienti le loro carte astrali.
Inoltre, in fondo al libro potrete vedere le splendide illustrazioni di ogni dessert e bevanda compresi nel menu del Caffè della Luna Piena realizzate dal bravissimo Sakurada Chihiro.
Che dire di più? Concedetevi questo regalo per un delizioso San Valentino.
Au revoir, mes amis! ;-)
 

martedì 4 febbraio 2025

La Strega di Shirley Jackson

Splendido libricino della Piccola Biblioteca Adelphi, con quattro racconti brevissimi, godibilissimi in una manciata di minuti l’uno, quando ci si vuole rilassare e leggere qualcosa di piacevole ed interessante, ma il tempo a nostra disposizione è davvero poco. I racconti, tutti con tematiche diverse l’uno dall’altro, lasciano disorientati, e ad ogni finale mi sono ritrovata a mormorare un “ah…” dubbioso, come se mi fosse sfuggito qualcosa d’importante, e questa sensazione si è acuita con l’ultimo dei quattro, Il Dente
Si parte con il primo racconto, La Strega, che da appunto il titolo alla raccolta, e ci si sente subito a disagio, ci si aspetta qualcosa di veramente brutto, e si teme ancora di più in quanto il protagonista della storia è un simpatico bimbo, vivace e pieno di fantasia, che vede streghe ovunque. Accadrà dunque questo qualcosa di tremendo? Sta a voi scoprirlo.
Ne L’ubriaco troviamo una ragazzetta del liceo che fa i compiti e, durante una festa a casa dei suoi, dimostra di saperla lunga quando, guardando dall’alto in basso l’ospite ubriaco, gli prospetta l’imminente fine del mondo.
Charles si presenta invece come la classica storia che noi mamme siamo solite raccontare alle amiche a proposito delle avventure scolastiche dei nostri figli: il finale, nuovamente a sorpresa, risulta a mio avviso più presagibile degli altri tre.
Infine il libro si conclude con Il Dente, l’avventura più strana delle quattro, che parte con un banalissimo mal di denti della protagonista, Clara, per poi sorprenderci con risvolti inaspettati.
I disturbi mentali che hanno accompagnato Shirley Jackson nella sua breve vita si percepiscono nella strana atmosfera che si respira ad ogni pagina.
Impossibile non innamorarsi di una psiche tanto acuta quanto sofferente. 
Voto: eccellente. 
E mi sento già prontissima e desiderosa di leggere molte altre sue opere.
Au revoir, mes amis! ;-)



sabato 1 febbraio 2025

Domanda di Grazia di Gabriele Romagnoli

Non sarà facile scegliere le parole giuste per scrivere questo articolo. Gabriele Romagnoli, invece, come sempre sa ponderare ogni parola con garbata compostezza; dice liberamente ciò che pensa, ma non eccede, non si anima. Eppure la vicenda di cui tratta qui, è purtroppo vera, e riguarda un suo carissimo amico di gioventù. Arrestato e condannato all’ergastolo, sulla base di diciotto indizi, non convalidati, però, da alcuna prova effettiva.
“Può un processo indiziario eliminare il ragionevole dubbio? Può una serie di circostanze supplire all’assenza di una prova regina […]?”
Ponendosi e ponendoci questa domanda,
l’autore ci conduce inizialmente attraverso una carrellata di ricordi che vedono come protagonisti i fratelli Stefano e Andrea Rossi, che lui chiama, senza alcuna volontà di scherno,“oi aristoi”, “i Kennedy “, “i bronzi di Riace”. Dopo questo preambolo in cui descrive le affascinanti stranezze di questa famiglia dal rigore impeccabile, ci addentriamo insieme a lui nel vivo di un processo penale, il cui unico imputato è proprio Andrea Rossi. 
Bellissimo, di una freddezza glaciale, che con i suoi due metri di altezza torreggia su chiunque gli stia intorno, in continuo sfoggio di un linguaggio altamente forbito, non perde i suoi modi gentili nemmeno durante un processo non equo. È l’autore stesso che lo definisce tale, arrivando persino a scrivere: “Adesso bestemmierò: neppure un assassino merita una giustizia simile.” Parole dure, amare, ma comprensibili. Gabriele Romagnoli non si proclama innocentista o colpevolista; non è questo il punto. Fa semplicemente appello ad una giustizia giusta, che non incorra nell’errore giudiziario. Perché “una condanna deve essere giusta anche nella misura. Una certezza deve basarsi su dati incontrovertibili.”
Non posso che dolermi per le persone che hanno voluto bene a Vitalina Balani in Fabbiani, vittima di omicidio.
Il mio pensiero va anche agli amici di Andrea (tra cui Gabriele stesso), che non avranno mai più occasione di rivederlo; va ai suoi sei figli, che non potranno più riabbracciarlo. E soprattutto il mio pensiero va a colui che sta scontando una pena tanto rara quanto atroce: Andrea Rossi.
Inutile dirvi che la lacrima mi è scesa durante questa lettura, e più volte. Ma Andrea meritava che la sua storia venisse raccontata, e ancora merita che venga letta. Almeno questo. Anche se non potremo (forse) mai avere la certezza di una verità assoluta.
Au revoir, mes amis.