Ed è con immenso piacere che mi ritrovo a commentare il primo libro scelto dal nostro caffè letterario, “I libri di Kerry… alla Mondadori!”, intitolato Il Giardino Magico e scritto dalla brillante Kaho Nashiki, già autrice dell’acclamato Un’Estate con la Strega dell’Ovest.
Di questo libro mi hanno incuriosita il titolo fiabesco, la copertina (che ricorda molto Alice’s Adventures in Wonderland- Through the Looking Glass) ed anche il fatto che fosse scritto da una giapponese (poiché i giapponesi, quando non fanno parte di quelle correnti letterarie piene di giovani morti suicidi - tipo Dazai Osamu e Mishima Yukio - sanno scrivere libri estremamente rilassanti, scorrevoli, ma anche pieni di interessantissime riflessioni sulla vita).
Così con molto entusiasmo, io stessa ho proposto questo romanzo al primo incontro del nostro gruppo di lettura. Ma mi duole ammettere che non ha pienamente soddisfatto le mie aspettative. L’idea di partenza è a mio avviso molto bella e piuttosto originale: la storia inizia con una grande casa, un tempo dimora della famiglia Burness e che si dice essere ora abitata dai fantasmi, contornata da uno splendido giardino, in cui da generazioni i bambini si intrufolano per giocarvi di nascosto; ma la vera attrazione, non accessibile a chiunque, è il misterioso giardino sul retro…
Da qui in poi la narrazione verrà letteralmente scissa in due parti, una ambientata nel mondo reale di oggi e l’altra che si svolge invece in un strano posto incantato, al di fuori dello spazio e del tempo; queste due diverse storie sono addirittura state scritte con due caratteri grafici differenti (espediente che ho trovato molto azzeccato). È stata però la parte semi fantasy che non mi ha convinta del tutto: troppo infarcita di strani personaggi, luoghi ed avvenimenti tra cui faticavo a raccapezzarmi durante la lettura, e di cui coglievo il messaggio essenziale, senza però comprendere come mai la Nashiki si dilungasse così tanto in particolari che non mi sembravano necessari, al punto da domandarmi più volte dove volesse andare a parare. Non sono tra l’altro riuscita ad affezionarmi a nessuno dei personaggi. Eppure riconosco che le intenzioni della Nashiki erano ottime, volendo insegnarci a convivere con le ferite del cuore, spesso legate a lutti o ad incomprensioni tra familiari.
Nonostante queste mie impressioni, sento comunque il desiderio di provare a leggere altri lavori della stessa autrice, dal momento che proprio Kaho Nashiki mi ha suscitato un’istintiva simpatia per i temi da lei trattati ed anche per il suo stile pulito e diretto, adatto persino ai lettori più giovani.
E voi? Avete letto qualcuno dei suoi libri? Cosa mi consigliate?
Attendo i vostri pareri: fatemi sapere!
Au revoir, mes amis! ;-)
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