Vivamente consigliatomi dal mio libraio di fiducia, La Sovrana Lettrice di Alan Bennett è un libro sul potere rinvigorente e, oserei dire, quasi rivoluzionario, della lettura.
Cittadini! Udite, udite! La regina si è messa a leggere.
Anche se, come ci tiene a sottolineare la regina stessa: “Noi abbiamo sempre letto. Solo che ultimamente leggiamo di più.” (p. 75). Proprio così. Ho sentito questa frase decisamente “mia”. A me e a molti altri è capitata la medesima cosa: abbiamo sempre letto, ma ad un certo punto ci ritroviamo ad essere lettori accaniti.
Dapprima Queen Elizabeth II trova scuse per leggere, come se avere un hobby fosse qualcosa di disdicevole che distoglie la sua attenzione dai propri doveri (mi sono rivista anche in questo); poi, ad un certo punto, nemmeno si preoccupa più di cosa pensa il suo popolo (ed anche a questo siamo arrivati noi “comuni lettori”).
È un libro divertente, leggero, eppure fa riflettere parecchio.
Pieno di interessantissimi spunti di lettura: si citano diversi nomi di scrittori e si fa riferimento alle loro opere, con richiami che spesso può capire solo chi le ha lette; ciò non appesantisce affatto la trama, ma, anzi, rende chi legge curioso e desideroso di informarsi sulle tra loro diversissime letture di questa “uncommon reader”. Ed è forse questo a cui punta l’autore; del resto ci dice, per bocca della sua regina, che “ ragguagliare non è leggere. Anzi, è l’esatto contrario. Il ragguaglio è succinto, concreto e pertinente. La lettura è disordinata, dispersiva e sempre invitante. Il ragguaglio esaurisce la questione, la lettura la apre.” (p. 23).
Come afferma un’amica del nostro caffè letterario, è un romanzo che fa passare il blocco del lettore. Concordo in pieno. Talmente breve e scorrevole da farsi divorare nel giro di poche ore.
Si presenta come una storia vera, ma non lo è. Peccato. Mi sarebbe piaciuto lo fosse.
Au revoir, mes amis! ;-)

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