"Per quanto riguarda il tizio, mollalo alla grande. La vita è una e dobbiamo viverla bene con persone che ci fanno stare bene. Il resto non serve".
Queste le parole della mia amica Isabella, dopo averle raccontato tre cose su Dario. Ma del resto le ho raccontato proprio le tre cose più significative: che è un narciso, che quelli come lui ti portano a perdere, che mi ha già fatto versare troppe lacrime.
Le parole di Isabella continuano a riecheggiarmi nella testa. E anche Cinzia, che mi ascolta pazientemente ogni giorno da ormai troppi mesi, non capisce perché io mi ostini a stare male per una storia mai iniziata.
È proprio per quello che sto male. Perché non è mai iniziato niente.
Perché il tutto si è svolto solo nella mia testa.
Mi sento come la protagonista del film "La verità è che non gli piaci abbastanza".
Perché è inutile raccontarsela: se un uomo è anche solo minimamente interessato non ti lascia scappare così.
Allora perché per mesi si è mostrato così gentile e premuroso con me? Neanche lo conoscevo. È accaduto tutto per caso. Stavamo entrambi parlando con un amico comune, che alla fine ci ha presentati. L'avevo in realtà adocchiato da tempo. Uno dei tanti che mi piacevano per gioco e con cui mi divertivo a tenere impegnata la mente in un periodo per me non facile. Difficile non notarlo. Un habitué del bar in cui sono solita andare a prendere il mio amato "ginseng grande". Lui che parla sempre a voce alta, che ha una frase acida per tutti, che osserva tutto ciò che gli accade intorno con attenzione quasi morbosa. Dario è il suo nome. E quando Manuel ci presenta sostiene di non avermi mai vista. Bugiardo. O forse smemorato. Così tanto smemorato? Sono mesi che mi vede quasi tutti i giorni lì dentro. No. Fa solo parte della sua tattica da conquistador. Ed è solo l'inizio. Per mesi mi dirà "ci vediamo domani", con fare suadente. E quando non mi farò vedere mi scriverà che si aspettava di vedermi e mi solleciterà a passare dal bar. Non che mi abbia scritto così tante volte per la verità. Solo quando fiutava un mio possibile allontanamento. Perché non sono stupida. Non ho quindici anni. Lo capisco quando un uomo non è interessato. Non sembrava neanche interessato a portarmi a letto per la verità. E questa mi è sempre sembrata la parte più strana. Perché, sebbene non mi piaccia generalizzare, difficilmente un uomo si fa scappare un' "occasione" facile. Eppure non voleva lasciarmi andare. E ora l'ho capito il perché. E ho capito anche perché non volesse portarmi a letto. Perché a lui bastava avermi così. Adorante. A gratificare il suo smisurato ego in eterno. "Di tempo ne abbiamo finché ne vuoi, Kerry... almeno spero". Sapevo che non era innamorato di me. Lo sentivo. Ma dopo frasi del genere credevo ci fosse almeno un interesse. Non volevo un fidanzato. I miei rapporti erano sempre finiti male. Però speravo in un amico speciale. Un amico "con bonus". Un amico con cui condividere qualche serata qua e là in allegria. E Dario sembrava perfetto. Perché neanche lui voleva una relazione. Ma poi tutto è svanito nel nulla. Progetti di pranzi assieme, di serate trascorse fuori città. Niente. Niente di niente. Alla fine ci siamo visti da soli soltanto una volta, e quasi di corsa. Così da rimanere con l'amaro in bocca. È stato l'incanto di un momento. Nulla più. Un momento che avrei voluto far durare ancora un po'. E io continuo a chiedermi dove ho sbagliato. Ma di solito coi narcisi non si sbaglia niente.
Ti fanno sentire come se tu non li capissi. Ma sono loro che non capiscono te. Sto leggendo alcuni libri al proposito che mi stanno aiutando ad affrontare la cosa. E subito mi sono sentita meglio. Ma poi, da brava egocentrica narcisa quale io stessa sono, ho continuato a credere di essere io il problema. Perché in questi libri si parla delle compagne dei narcisi. Io invece per lui non sono stata niente. Non vado bene neanche per una sveltina facile. Eppure piaccio agli uomini. E a tanti anche. Ma non piaccio a me. E trovo sempre il modo per darmi addosso. Oggi sono così. Malinconica. Ma presto vi mostrerò altri lati del mio carattere. Perché se voglio so essere un vulcano di allegria. E presto, molto presto, vi parlerò di quei libri che sto leggendo. Perché sono fantastici. E spero possano aiutare voi così come hanno aiutato me. Au revoir, mes amis! ;-)
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